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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Pinocchio 2.0 (Terzo Capitolo)

Post n°1316 pubblicato il 24 Dicembre 2016 da contastorie1961

Dopo aver fatto stendere Pinocchio sul letto, Fata Turchina aprì un armadio e vi rovistò dentro a lungo. Quando si voltò, tra le mani stringeva una vecchia bacchetta magica color argento e un antico testo dalla copertina consunta.

-L’ultima volta che li usai su di te fu un mezzo disastro, vediamo se riesco a rimediare- disse con un mesto sorriso.

Aperto il libro a una certa pagina, iniziò a recitare la formula che, nelle sue intenzioni e speranze, avrebbe dovuto in qualche maniera essergli d’aiuto. Teso e concentrato, per qualche tempo Pinocchio non avvertì nulla in particolare ma, dopo circa una decina di minuti, un leggero formicolio al basso ventre lo fece sussultare.

-Fata, credo che…che…-

Non riuscì a finire la frase.

Un terribile fracasso, fatto di starnazzare d’anatre, urla disumane e scalpiccio di piedi, li fece voltare entrambi verso la porta. Che si aprì con estrema violenza, andando a sbattere contro la parete tra il cigolare dei cardini. E con altrettanta furia si richiuse un istante dopo, lasciando Fata Turchina con la bacchetta a mezz’aria e gli occhi spalancati.

-Gatto…Volpe! Cosa ci fate qui!?- disse con voce strozzata. Anche Pinocchio rimase a bocca aperta, ma il fastidio all’inguine stava aumentando a dismisura tanto da impedirgli di proferire parola.

Togliendosi piume e terriccio dagli abiti, i due compari sospirarono di sollievo.

-Quelle non sono anatre, ma killer professionisti!- disse il Gatto.

-Per fortuna c’ero io, altrimenti saresti diventato il loro pasto, quest’oggi!- aggiunse la Volpe.

Solo in quel momento si accorse di Pinocchio che, stravolto dal dolore, si contorceva sul letto.

-Ehi, Gatto, indovina un po chi è venuto a trovare la fatina?-

-E smettila con i tuoi soliti giochetti, Volpe, chi diavolo c’è?-

-Colui che, insieme alla nostra fatina, ha contribuito a ridurci così, pensi di conoscerlo?-

-Pinocchio!- gridò il Gatto iniziando a menare fendenti col bastone bianco.

Sconcertata, Fata Turchina, riportò la propria attenzione sull’ex burattino, ormai cianotico.

-Credevo fossero in prigione, io…io…non capisco- accorgendosi solo in quel momento delle condizioni dell’ex burattino. In tutta fretta, raccolse il libro cadutole di mano e cercò di proseguire con la formula ma.

 

Pur essendo vecchia, spelacchiata e senza coda, Volpe balzò su di lei strappandole la bacchetta di mano; nello stesso istante, Pinocchio lanciò un urlo straziante e perse i sensi.

-Cosa sta succedendo, dimmelo Volpe!- gridò Gatto.

-C’è che finalmente possiamo vendicarci, Gatto, due piccioni con una fava!- rispose Volpe andando a rifugiarsi sopra la dispensa.

Infuriata, Fata gli puntò un dito contro.

-Restituiscimi subito la bacchetta o ti incenerisco quei quattro peli che ti sono rimasti!- ringhiò.

-Senza di questa non sei nessuno, solo una contadina bassa e grassa- la canzonò.

-Stai attento a Pinocchio, da quando è diventato umano si crede Superman- lo mise in guardia Gatto.

-Tranquillo amico mio, sembra che attualmente abbia dei grossi problemi e dorme della grossa-

-Legalo allora, così staremo più tranquilli-

-Lo farà la nostra amata fatina se non vuole finire male, non è vero?-

Livida di rabbia, ma consapevole di cosa sarebbero stati capaci di fare quei due, Fata Turchina fu costretta ad ubbidire. Recuperata una robusta corda, legò mani e caviglie dell’ex burattino, ancora nel mondo dei sogni. Solo in quel momento si accorse che qualcosa era andato nuovamente storto, e capì anche il motivo delle sue urla.

I pantaloni si erano lacerati, lasciando intravedere la pelle nuda sotto la stoffa. Portandosi una mano alla bocca, riuscì tuttavia a soffocare un gemito di disperazione.

L’orgoglio di Pinocchio, lo strumento di lavoro, oltre che di piacere, non c’era più…sparito!

-Ehi, che stai guardando di così interessante; vai a dare un’occhiata, Gatto- disse Volpe.

-Ma mi stai prendendo per il culo? Vacci tu a vedere, e io ho fame; è da quando siamo fuggiti di prigione che non mettiamo niente sotto i denti-

Approfittando di quello scambio, Fata Turchina aggiustò alla meno peggio lo squarcio nei pantaloni e si alzò di scatto.

-C’è del pane in dispensa, servitevi da soli e poi andatevene-

Barcollando, Gatto fece qualche passo in avanti.

-Forse non hai capito una cosa, ex fatina; non sei più tu a dettare le condizioni, adesso-

-Appunto, visto che l’abbiamo noi la bacchetta dalla parte del manico- aggiunse Volpe per poi scoppiare in una risata sguaiata.

Fremendo, Fata Turchina alzò il mento.

-Cosa volete da me?-

-Diglielo tu, Gatto- rispose Volpe saltando già dalla dispensa e aprendone un anta.

-Io voglio tornare a vedere, e Volpe rivuole la sua bellissima coda e il pelo lucido, semplice no?-

-Se non mi ridate la bacchetta, potrò fare ben poco-

-Forse non hai capito. Dovrai insegnarmi a usarla e a leggere il libro degli incantesimi- aggiunse Volpe.

-Ma voi siete dei poveri pazzi, non sono cose che si insegnano, ci si nasce con questo dono!-

In questo caso, il tuo caro Pinocchio passerà dal sonno alla morte, è inevitabile- concluse Gatto con un ghigno.


 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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