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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Pinocchio 2.0 (Secondo Capitolo)

Post n°1315 pubblicato il 20 Dicembre 2016 da contastorie1961

Come sempre, una silenziosa quanto discreta cameriera filippina, l’introdusse nel salone per poi scomparire dietro una porta. Conoscendo ormai a memoria tutti i particolari di quella parodia, si avvicinò al divano e reprimette a stento una smorfia. Il costume, sempre lo stesso, era stato accuratamente adagiato sulla spalliera e sembrava fissarlo con ironia.

-Su, su, Pinocchio…in fondo la signora paga profumatamente-

Sospirando, si spogliò velocemente e indossò l’orribile perizoma maculato e la maschera nera da Zorro. Fece quindi in tempo a scolarsi almeno tre cocktail prima che, dal fondo della sala, Olga fece la propria apparizione. Per poco, il bicchiere non gli cadde di mano. Incurante dell’effetto suscitato, la donna avanzò nella sua direzione lentamente e con movimenti sinuosi e provocanti.

Ormai avrebbe dovuto essere abituato ai suoi stravaganti travestimenti, ma l’abito che indossava era la prima volta in assoluto che glielo vedeva addosso. Di un azzurro chiaro, completamente trasparente, lasciava intravedere il corpo che ben conosceva; sodo e ancora in perfetta forma. Ciò che stonava però, erano la parrucca di un terribile color viola e la bacchetta magica argentata; si era travestita da Fata Turchina!

Pur non avendo mai avuto problemi ad agire a comando, per la prima volta da quando aveva intrapreso quell’attività la fonte del proprio guadagno parve non voler reagire. Moscio, indifferente, privo di vita. Costernato, alzò lo sguardo incrociando quello interrogativo di Olga.

-Non preoccuparti, sono solo un po’ stanco- disse prendendole la mano e attirandola sul divano. Ma, nonostante l’impegno e i buoni propositi, si rivelò tutto inutile. Il fedele compagno l’aveva abbandonato, e proprio con quella più danarosa! Senza scomporsi, Olga si alzò e lo guardò con sussiego.

-La nostra frequentazione termina in questo stesso momento. Ines ti accompagnerà alla porta per l’ultima volta, addio- e si allontanò.

Ammutolito, Pinocchio le corse dietro e l’afferrò per un braccio.

-Io…io…non accadrà più, ti prego- balbettò.

Liberandosi con uno strattone, la donna lo fissò con disprezzo.

-Ho detto che è finita, mi sembra chiaro e inoltre, visto che insisti, t’informo che farò di tutto per rovinarti la reputazione, sei finito bello mio- quindi, con un fruscio di seta, si richiuse la porta alle spalle.

*******

Poco più tardi, in macchina, Pinocchio sfogò la propria frustrazione percorrendo a tutta velocità i viali a quell’ora deserti. Non riusciva ancora a capacitarsi di aver fallito, ma ciò che lo rendeva furioso era stato l’atteggiamento di Olga; come si era permessa quella vecchia gallina? Sempre più nervoso, decise che l’avrebbe fatta ricredere ma, prima, avrebbe dovuto fare una verifica. Imboccata una strada nota per la frequentazione di prostitute, ne scelse una a caso e, dopo una breve contrattazione, la fece salire in macchina.

Poco più tardi, la giovane lo stava fissando con ironia.

-Ehi, bello, è quasi mezz’ora che cerco di far resuscitare i morti, che facciamo?- disse in tono canzonatorio.

-Ed è un vero peccato sai? Con l’attrezzo che ti ritrovi, potresti guarire molte donne dalla depressione!- e giù in una fragorosa risata.

Dopo averla pagata ugualmente tornò verso casa, questa volta a velocità moderata. Cosa diavolo stava succedendo? Rimuginandoci sopra, giunse alla conclusione che la colpa fosse tutta di Olga; come le era venuto in mente di agghindarsi a quel modo? Il solo pensiero di giacere con la fotocopia, mal riuscita tra l’altro, di colei che l’aveva prima salvato, e poi trasformato in umano, lo fece inorridire.

Il senso di colpa lo assalì senza alcun preavviso, a tradimento. Nonostante la vera Fata Turchina lo chiamasse spesso, erano ormai secoli che non andava a farle visita, ma gli impegni erano tanti, e una scusa per rimandare la trovava sempre. Dopo quella sera però, era necessario che andasse a trovarla, solo lei avrebbe potuto aiutarlo. Con quella certezza, fece una rapida inversione e si diresse verso l’autostrada.

*******

Intenta ad attizzare la legna nel camino, non si accorse della porta che si apriva e richiudeva.

-Ciao-

Sobbalzando, Fata Turchina si girò di scatto e spalancò gli occhi.

-Pinocchio, tesoro!-

Sollevando la gonna, gli corse incontro per poi abbracciarlo con calore.

-Sei sempre più bello, come stai?-

Poco più tardi, davanti all’abbondante colazione che aveva preparato, Pinocchio le raccontò l’esperienza vissuta.

-Sai che non ho mai approvato le tua scelte di vita, ma sono solo io la responsabile di ciò che è accaduto-

Pinocchio le prese la mano.

-No, non dire così, tu mi hai fatto rinascere!-

-Questo è vero, ma se non avessi sbagliato la formula, ora non ti ritroveresti quel coso enorme in mezzo alle gambe. Purtroppo si è trattato di un incantesimo complicato, e rifarlo potrebbe comportare rischi altissimi-

L’ex burattino la fissò a lungo.

-Non so fare altro che quel lavoro, ti prego-

-Potrebbe non funzionare una seconda volta, e i rischi sono altissimi-

-Sono disposto a correrli, procediamo-

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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