Una vita da mediano

Poiché ci piace poco la disciplina e ancor meno il rigore, proviamo maggiore empatia per il mediocre, anche se di nascosto tutta la nostra ammirazione – fatalmente destinata a convertirsi in invidia – è per chi ha saputo fare la differenza e ora gode degli allori. Il problema è che troppo presto prendiamo coscienza del fatto che il successo esige il sacrificio, sacrificio che di solito bussa alla porta quando la carta d’identità ci autorizza a spassarcela ancora. Ecco allora che ci risolviamo per un ruolo da mediano (Ligabue docet), salvo poi scoprire che avremmo potuto diventare ben altro se solo avessimo sudato sette camicie invece che una. Primo Levi, che sul lavoro eseguito a regola d’arte ci credeva, scrisse:

Il muratore italiano che mi ha salvato la vita portandomi cibo di nascosto per sei mesi, odiava i tedeschi, il loro cibo, la loro lingua, la loro guerra; ma quando gli facevano costruire un muro, lui lo faceva dritto e solido, non per obbedienza, ma per dignità professionale“.

Ora, se le mie nipoti di diciannove e vent’anni avessero la bontà di leggere il mio blog potrebbero, adesso che sono a un crocevia, riflettere su quanto sia importante non protocollare l’approssimazione tra le aspirazioni della vita, perché ci si consegna all’insanabile contraddizione di ambire alla vetta pretendendo di sottrarsi al percorso faticoso e accidentato che la sua conquista sottende.

Una vita da medianoultima modifica: 2022-08-17T16:41:53+02:00da VIOLA_DIMARZO

6 pensieri riguardo “Una vita da mediano”

  1. Temo non si possa fermare la deriva al ribasso. E’ figlia dei tempi da un lato, e fortemente voluta dall’altro. Non dipende dal caso. I giovani allevati per non avere spina dorsale diventano adulti addomesticati, pronti ad ogni esercizio a comando, esattamente quello di cui hanno bisogno i padroni del mondo la’ fuori.

  2. In parte è vero, ma chi ha carattere prima o poi emerge; però è un fatto, le mie nipoti e i figli di molte mie amiche, conseguito il diploma, sembrano destinati a doversi accontentare, almeno nell’immediato, di lavoretti in nero e per giunta sottopagati. Me ne parlava proprio oggi un mio amico, suo figlio che ha lavorato a ferragosto, vigilia e giorno dopo compresi, ha ricevuto in più sulla paga 10 euro, pur avendo lavorato dalle 6 alle 3 di notte. Dimmi tu se questa è vita…

  3. Emergere non serve…i miei collaboratori fanno un lavoro delicato ,eppure senza qualifiche o titoli particolari,solo con applicazione e buona volontà portano a casa il corrispettivo di un medico ben introdotto, più vari benefits. Inutile dirti che necessito di altro personale e non lo trovo, gli vanno bene meno soldi e più tempo libero, non vogliono l’ impegno né sul lavoro né con una famiglia…. Rimarranno sommersi, e con l’andazzo politico imperante sommergeranno pure gli altri. Spiace per il ragazzo, probabilmente non ha scelta diversa

  4. “gli vanno bene meno soldi e più tempo libero, non vogliono l’ impegno né sul lavoro né con una famiglia”, questo è verissimo, molti ragazzi non hanno visione se non in relazione al soddisfacimento dei bisogni primari che nel loro caso sono la vacanza, il tatuaggio, la roba firmata, la macchina e poco altro ancora. Soddisfatti quelli, sono a posto. Però permettimi di insistere, c’è ancora qualcuno che, come si diceva un tempo, ha voglia di sfondare…tutti gli altri, per giunta senza una vera istruzione malgrado il diploma d’obbligo, diventano manovalanza del nulla. Tuttavia dici bene, il “sistema” non chiede di meglio perché se avesse in animo di migliorare le cose comincerebbe proprio dalla scuola da troppi anni incubatrice, con i dovuti distinguo, di aborti. Poi ci sarebbe anche la questione dei rapporti di lavoro da regolare una volta per tutte, ma pure in questo caso che si vada per la giungla a oltranza, per la serie ognuno si arrangi per come può.

  5. … protocollare l’approssimazione mai … mi fai tornare in mente la giovane “poetessa” di cui hai trattato di recente munita di allori internazionali per uno scarabocchio e due righe di stupore; ecco il dream. Un accesso al mondo come in una fiaba. Le giovani curatrici d’arte e la notte stellata di Van Gogh, icona didascalica, stop. E forse questi esempi sono frutto di istruzione …:)

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