I 60 anni di Arancia meccanica

La cura di Ludovico, ovvero la cura a cui viene sottoposto l’Alex di Arancia meccanica affinché non continui a uccidere e stuprare, fu considerata da alcuni un’ottima idea per ripulire il mondo dai criminali. Ma Anthony Burgess, autore del libro omonimo da cui Stanley Kubrick trasse il film, disse perentorio:

“Mi è stato detto che sarebbe stata un’ottima cosa se Adolf Hitler fosse stato sottoposto a una terapia repulsiva, però Hitler era un essere umano, e se avessimo accettato il condizionamento di un essere umano avremmo dovuto accettare quello di tutti“.

E a proposito di un altro suo libro, 1985, che taluni considerarono motivo di ispirazione per le Brigate Rosse, fu ancora più netto:

“Non rivendico alcun particolare interesse per la violenza, a parte la fascinazione che suscita in ogni essere umano. La violenza affascina perché è l’altro lato dell’unica cosa che l’umanità ha in comune con Dio: la capacità di creare. La creazione richiede talento mentre la violenza no, ma entrambe portano allo stesso risultato: la trasformazione di un materiale neutro, un eccitamento al limite dell’orgasmo, un’idea di potenza. Se c’è qualcosa di vergognoso nel perpetrare la violenza, che la pone agli antipodi rispetto all’euforia semireligiosa che dà produrre un’opera d’arte, può essere facilmente riabilitato dal fine esaltante di cui essa dovrebbe essere solo il mezzo (la costruzione di una società migliore, ad esempio). Quando il perpetratore della violenza indossa un’uniforme – quella della polizia di Stato o di una forza paramilitare – la violenza è completamente giustificata e assume i connotati della santità. Quello che è stato fatto ad Aldo Moro ha provocato, nei perpetratori, euforia e vergogna per quella stessa euforia, ma la vergogna è svanita nell’ideale dell’obiettivo politico“.

Breve considerazione: se Alex viene risanato grazie a un lavaggio del cervello plateale, noi, con mezzi più sottili ma per altri versi più invasivi, stiamo subendo la stessa sorte: è palese come la riprogrammazione dei nostri cervelli abbia ridotto al lumicino lo spirito critico individuale.