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« riconnessioniGhiande , penso »

Ditta

Post n°1861 pubblicato il 03 Gennaio 2012 da ossimora
 

 

Ditta diceva sempre che stava bene , benone , che era felice , ed accompagnava le sue parole con grandi sorrisi ed ammiccamenti delimitati dal suo trucco non strabordante ma pignolo , dalla messa in piega immarcescibile e dall'accuratezza non tanto dell'abbigliamento quanto dalla scelta metodica di stoffe e materiali di pregio . Mi faceva molto ridere ogni volta che si avvicinava e  con un gesto rapido e professionale seppur  apparentemente casuale palpava un tessuto , decretandone con  evidente soddisfazione la  qualità o torcendo il naso verso un'analisi immediata ed altrettanto penetrante  di scarpe ed accessori.

Col tempo e la quotidianità delle frequentazioni , ho imparato che non era così tutto perfetto e lineare nella sua vita e non sempre tutto andava bene . Aumentando la confidenza  e la capacità  di afferrare lampi nel suo volto e lievi increspature nelle sopracciglia disegnate , capii che avrebbe potuto succederle di tutto , cataclismi privati , catastrofi interiori ma che lei mai e poi mai si sarebbe presentata meno che perfetta e sorridente .

Era socializzabile soltanto la soddisfazione , la positività ,tutto il resto , le onde di depressione , i momenti grigi e bui , le preoccupazioni  , abitavano solamente il privato più assoluto  , il sommerso indicibile ed impronunciabile.

Mi capita spesso di ripensare a questo comportamento ... pudore estremo e delicata capacità di leggerezza o assoluta sfiducia nel resto del genere umano ritenuto pericoloso , da tenere alla larga dalla propria debolezza nel dolore , perché  ritenuto  privo di empatia ?

 
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Commenti al Post:
ziryabb
ziryabb il 03/01/12 alle 16:24 via WEB
A mio parere,nel caso del personaggio descritto,si tratta di pudore forse estremo ma non di sfiducia nel genere umano.Altrimenti non condividerebbe la positività.
Tenere alla larga gli altri dalle nostre difficoltà a volte serve per evitare certi sguardi piuttosto curiosi e indiscreti.
(Rispondi)
 
 
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 03/01/12 alle 16:32 via WEB
la positività a volte, non è che uno la condivide attraverso un sorriso (attenzione!) la positività di un sorriso può nascondere un dolore tremebondo che per contraltare si premunisce appunto di un sorriso luminoso. Parlo per esperienza.. Fuori scuola di mio figlio, ero sempre sorridente! la più sorridente di tutti.. TROPPO. (autoanalisi) grazie antonia! l'ho già fatta con una mia amica, ora l'ho messa nero su bianco qui. Spero non ti dispiaccia.. è solo la mia testimonianza, ma credo che siamo esseri imperfetti, ma attraverso l'equilibrio e un certo ordine interiore possiamo dare più a noi stessi e capirci e quindi agli altri. Un bacio. Roby
(Rispondi)
 
 
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 03/01/12 alle 16:33 via WEB
quelli sguardi, tanto arrivano comunque caro Ziryabb.. vuoi o non vuoi, arrivano anche se sei vestita d'oro e con un sorriso a 42 denti. Insisto è una questione di equilibrio.. ma non è facile!
(Rispondi)
 
 
 
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 03/01/12 alle 16:34 via WEB
insomma l'equilibrio e la vera pace e serenità con noi stessi, ci permettono poi di tenerci a bada e quindi tenere a bada gli altri. :-)
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 03/01/12 alle 16:42 via WEB
CIao , mi fa piacere confrontarmi su questa cosa ; la descrizione in effetti era anche un tentativo di chiarimento , forse hai ragione tu , di certo c'è una zona di pudore elevato ,anche un pò di paura e certamente ,riferendomi io ad un ambiente di lavoro un tenere alla larga chi non si vuole coinvolgere.
(Rispondi)
 
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 03/01/12 alle 16:29 via WEB
anche quel che dici tu, ma io ci vedo anche altro (che si ricollega comunque: rinuncia ad essere compresa .. incapacità di uscire da certi condizionamenti, sociali/borghesi, familiari e/o di rivalsa.... mancanza assoluta di amore.. PAURA DI FALLIRE ognuno di noi, può avere delle increspature anche nella felicità, ma si condividono; la mancanza di condivisione e rassegnazione fanno sì che ci si chiuda perchè appunto si rinuncia alla spinta vitale perchè si è messo in conto anzitempo di non poterne uscire.. ed anche la sconfitta di non aver aderito appieno al personaggio perfetto esteriore.
(Rispondi)
 
angiolhgt
angiolhgt il 04/01/12 alle 20:17 via WEB
non so rispondere perchè forse anzichè o...o si tratta di un e..e. Credo forse che un modello educativo doveristico abbia fatto sì che il suo super io schiacciasse sotto i suoi stessi piedi il suo fragile umano io. Rigidità acquisite in una infanzia in collegio o genitori rigidi...ma tu in questo sei più esperta di me ! E poi innato o acquisito? Pudore o timore? Forza apparente per celare una fragilità patologica?
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 04/01/12 alle 23:28 via WEB
Sorrido.IN realtà scrivendo questo ritratto (o meglio La sezione di un ritratto ) pensavo ad una persona che non ha le caratteristiche di rigidità o di controllo , tutti i suoi comportamenti sono fluidi, naturali , in questo momento penso che si fidi soltanto di pochissime ristrette persone , forse e proprio tutto qui.
(Rispondi)
 
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