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« IL sindacalistaObsolescenze2 »

Obsolescenze(?)

Post n°1189 pubblicato il 20 Aprile 2008 da ossimora
 

In questi giorni nei quali bizzeffe di analisi più o meno fantasiose sul voto di domenica si sprecano ovunque mi leggo anche i trionfanti giornali di destra ;in generale c'è un linguaggio che non mi piace e che fatico a tollerare ma più spesso gli articoli mi sembrano pezzi di satira...provare per credere.

...Disabituato com’era a battagliare entro paletti precostituiti e forte di una certezza vittoriosa fin dall’inizio, il Cavaliere non ha dato nè poteva dare il meglio di sè, come immagine, sol che si pensi al look: maglioncini neri, camicia blu notte, doppiopetto d’ordinanza, via la cravatta “Marinella”, su i foulard come il Cumenda d’antan, un po’ gagà un po’ stropicciato, con le occhiaie vistose e le stanchezza appena velata dal fard.

Qualcuno ha parlato di “pensionato col basco”, altro che col cilindro delle magie, e c’è del vero. L’impressione era ed è che non si trattasse di una messa in scena preordinata, di un nuovo stile“povero” o “casual” studiato nei minimi dettagli, semmai un ripiego, una momentanea sosta come per sussurrare un confidenziale: je suis comme je suis. L’understatement era subìto con un vago e innaturale impaccio. Perchè dunque ha funzionato anche col “basco da pensionato”? Qui si vuol parlare solo di marketing, lasciando da parte il principale protagonista e sponsor invisibile della vittoria, cioè il disastro del biennio prodiano. Non va mai dimenticata la dimensione carismatica della sua leadership, intesa anche e soprattutto come carisma fisico, come appeal del corpo del leader, con tutto l’apparato in uso, dal trucco alla battuta per azzerare ogni istanza intermedia della politica fra sè e la società. Eppure, questa volta si trattava dell’immagine di un leader più vicino ad un Marlowe sobrio e disincantato, un po’ come l’eroe stanco, sospeso fra due epoche, l’avvenire che trascina via e il passato che rende un po’ prigionieri. Quasi involontariamente, l’immagine s’è metabolizzata fino a compiere una sorta di tragitto in positivo, andando cioè a comporre il senso e il significato dell’indimenticabile slogan di Seguela per il Presidente Mitterrand: una forza tranquilla. Che è l’altra faccia del Berlusconi: un po’ Cav, un po’ Cavour...di Paolo Pillitteri

 
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ossimora
ossimora il 20/04/08 alle 01:40 via WEB
Paolo Pillitteri (Sesto Calende, 5 dicembre 1940) è un politico italiano. Inizia la sua carriera politica nel Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI). Passerà successivamente al Partito Socialista Italiano (PSI), dove instaurerà un ottimo rapporto con Bettino Craxi, di cui diventa poi cognato dopo averne sposato la sorella Rosilde.Diventa sindaco di Milano, succedendo a Carlo Tognoli, dal 1986 al 1992, con una giunta targata PSI, appoggiata dall'esterno dalle forza laico-centriste (PSDI, PRI, PLI) e con l'astensione del PCI.Nel maggio del 1992 riceve un avviso di garanzia per corruzione riguardo a 500 milioni di lire, nel pieno delle indagini dell'inchiesta "Mani pulite", Pillitteri verrà poi condannato a 4 anni e 6 mesi in via definitiva per corruzione. Durante lo scandalo di Tangentopoli rimane proverbiale una sua dichiarazione riguardo al finanziamento illecito: «cretini che non sanno che il mondo va avanti cosi». Nel 2000,mentre scontava la sua condanna, non gli fu concesso dalla procura di Milano di andare ai funerali di Craxi in Tunisia.Parallelamente alla carriera politica, ha collaborato con diversi quotidiani come l'Avanti.Oggi e vicedirettore dell'Opinione.
 
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