paradossalmente io sono favorevole alle liberalizzazioni di bersani. o meglio, non me ne frega un beato accidente dei tassisti, dei commercianti e di tutte le loro consorterie. detto questo, quelo che conta è una cosa completamente diversa. in linea di principio la distinzione tra liberalizzazioni e privatizzazioni è insensata. difatti per liberalizzare devi privatizzare. nello specifico invece i provvedimenti di bersani vanno a modificare alcune protezioni di alcune categorie (la maggior parte delle quali servivano a costituire una sorta di patologica sicurezza sociale in un paese in cui il welfare si basava sui favori). il provvedimento particolare che mi consente di aprire un parrucchiere dove voglio va benone, anche perché era una norma che in pratica nessuno faceva rispettare (esattamente come le tariffe minime per categorie come gli architetti che erano fittizie e la progettazione era GIA' in libero mercato), ma LA GIUSTIFICAZIONE DATA fa intravedere tutto un mondo che significa L'ESATTO OPPOSTO DI QUALSIASI COSA IN QUALSIASI PARTE DEL MONDO E IN QUALSIASI TEMPO POSSA ESSERE DEFINITA SINISTRA. per l'appunto: i cittadini non esistono, esistono i consumatori, i diritti sono quelli di comprare delle merci, il ruolo dello stato o del pubblico è di impedire attriti nella circolazione delle merci. è esattamente contro questa impostazione che TUTTA LA SINISTRA, dalla più pallida alla più esagitata, è nata. la distinzione da fare è questa: tra chi dice ok, colpiamo pure queste categorie che non ci piacciono (e questo mi va benone) e chi ne fa una questione di principio (e questo non mi piace). il principio è appunto che ogni interazione tra esseri umani deve essere regolata dai meccanismi di scambio delle merci, che questi meccanismi sono gli unici POSSIBILI per garantire un accesso effettivo ai beni, servizi, valori d'uso. sia ben chiaro, questa posizione anche va benone, ma deve essere dichiarata per quello che È. quando il partito di bersani va alle elezioni deve dire chiaro e tondo quale è il suo modo di vedere, quali sono i suoi punti di orientamento intellettuale e materiale. entriamo poi nel dettaglio di alcune dichiarazioni improrie: il prezzo della benzina non è alto perché i distributori sono una corporazione, è alto perché le aziende produttrici fanno cartello. punto e basta. dato che non esiste nessun modo per evitare questo cartello, le multe sono ridicole, non si va in galera per quello che ne so, parlare del prezzo che scenderà è ridicolo. sul breve periodo scenderà, forse, ma dopo risalirà. sono le aziende che fanno la maggior parte del prezzo, e fanno cartello. l'autorità antitrust va in giro da lucia annunziata invece di essere preso a calci nel culo. prendiamo la possibilità di allungare la settimana dei parrucchieri. a mio avviso questo significa soltanto imporre a chi ci lavora un aumento di orario a parità di salario. grande battaglia e progresso per la sinistra. veniamo al concetto di consumatore. in una economia di mercato tutti siamo consumatori. sono consumatore io, montezemolo, te e il disoccupato napoletano. ergo, essere consumatori NON SIGNIFICA UN CAZZO (nel senso letterale della teoria dell'informazione?). quello che il riformismo novecentesco ci aveva lasciato, ovvero la sottrazione di alcune cose alla circolazione delle merci (una parte della sanità, le pensioni e poche altre cose), ora viene considerata una vera bestemmia da riparare. una distorsione del mercato. quando bersani e i suoi sostenitori parlano di consumatori, mai di cittadini, intendono proprio questo: è una distorsione da correggere il fatto che alcuni beni siano disponibili in forma diversa dalla merce. la visione che traspare è quella dello stato minimo che significa una sola cosa: lo stato sociale deve essere cancellato e sostituito dalla carità pubblica (per chi se lo merita, perché chi non si comporta bene può essere escluso). in tutta franchezza berlusconi, come argometava da qualche parte jospeh halevi, era un neoliberista che non disdegnava affatto la spesa pubblica per fare gli affaracci della sua gente, mentre l'"intellettualità" del partito democratico è PIÙ liberista di berlusconi, crede davvero nel ruolo salvifico del mercato.
venendo poi alla concorrenza sui trasporti trovo tutto molto surreale. su una tratta ferroviaria passano tot treni, e mai nello stesso momento. se la societòà pippo fa la corsa delle 10.00 la società caio fa quella dell 11.00. la concorrenza è praticamente impossibile in quanto non possono esistere due società che ti offrono due servizi paragonabili. il discorso a mio avviso dovrebbe finire qui. se non che ci sarebbe da fare una precisazione. il fatto di avere una rete ferroviaria PRIMA era una specie di diritto per cui CHIUNQUE in QUALSIASI PARTE teoricamente avrebbe avuto lo stesso diritto a spostarsi anche senza avere una macchina (teoricamente, ovvio che non era davvero così), ORA questa possibilità non è NEMMENO TEORICAMENTE proponibile. per chiarire: io abito in una città che non è remunerativa per nessuna compagnia privata e so che mai nessuno, nemmeno nella più remota possibilità, investirà per fornire un servizio ferroviario almeno PARAGONABILE a quello che serve chesso' modena. prima, teoricamente, avevo un diritto uguale ad avere un servizio ugale allo stesso prezzo, ora ho il diritto di comprare quello che qualcuno ritiene di potermi fruttuosamente vendermi. certo, ci saranno ALCUNI treni molto efficienti che spianeranno le montagne per portare tizio o caio da roma a milano in un'ora, al prezzo più conveniente, ma i cittadini della mia città non potranno MAI godere di questo bengodi. questa, per la precisione, è la differenza tra la sinistra e la destra. |
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il 12/05/2024 alle 01:23
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