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« POLI/adozioniUna scuola piena di tempo »

Magmatico

Post n°878 pubblicato il 21 Giugno 2007 da ossimora
 

Che cos'è dunque il tempo?

Se nessuno me lo chiede lo so;

se voglio spiegarlo a chi me lo chiede,

non lo so più.

Sant'Agostino, Confessioni

Sarà l’età,sicuramente è l’età, ma mai come in questo periodo mi trovo a fare i conti col tempo.

 E non parlo di rughe ,zampe di gallina e segni esteriori più o meno ammorbanti di cui obtorto collo ,non mi curo , quanto con il “riconoscimento “stesso del tempo.

Vedo attorno ,percepisco,ascolto ,l'ossessione stessa del tempo che passa.

La  fuga continua della velocità,nel rimandare la vita sempre al poi,il week end ,le vacanze...poi ...poi...poi...

Non conosco orologi. Da sempre. Li detesto anche come oggetto.

Le persone ,colleghi ,amici ,estranei non riesco  guardarle incasellate nel dato anagrafico ,o meglio non riuscivo.

Adesso comincio e la cosa non mi piace per niente .

Sopratutto attorno cominciano a parlarmi troppo del passato (o sono io che adesso...sento...),esercizio che se si esclude qualche tentativo letterario di memoria mi infastidisce assai .

Ho l’impressione di essere stata privilegiata finora a dimenticarmene .

Muovermi “diffusamente” ,senza tenere conto dei pesi e delle possibili distanze o assonanze che il tempo stesso determina,in una distesa nella quale viaggiare .

Un bel ,sano magma  indistinto,un blob senza appuntamenti e scadenze improrogabili . 

Vorrei continuare,voglio continuare.Ci lavorerò.

 
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mpvitruvio
mpvitruvio il 21/06/07 alle 10:23 via WEB
da http://www.mpvitruvio.blogspot.com/........“maxi-lezione” di sicurezza stradale per gli alunni del Vitruvio di Castellammare di Stabia (Na). In realtà, presso il “Supercinema” della città delle acque, si è tenuto il convegno conclusivo del progetto “Strade Amare, strade da amare- campagna sulla sicurezza stradale”. Il percorso formativo, ideato dal prof. Antonio Sicignano e coordinato dal dirigente scolastico, dott. Sebastiano Piccolo, consisteva in una serie di conferenze tenute da personale esperto e qualificato a vario titolo. In particolare sono intervenuti nei vari incontri previsti: il dott. Diego Marmo, Procuratore Generale presso il tribunale di Torre Annunziata, la dott.ssa Stefania Trotta, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Torre Annunziata, il dott. Luigi Riello, magistrato già componente del C.S.M., il dott. Giovanni De Angelis, dirigente del tribunale di Gragnano, il dott. Luigi Petrillo, dirigente del commissariato P.S. di Castellammare, la dott.ssa Valeria Moffa, vicequestore della polizia stradale di Napoli, il cap. Giuseppe Mazzullo, comandante dei Carabinieri di Castellammare, il sen. Luigi Bobbio, relatore della legge sulla confisca dei ciclomotori, l’on. avv. Sergio Cola, relatore della legge sulla patente a punti, con i suoi giovani collaboratori l’avv. Andrea Imperato ed il p. avv. Gaspare Jucan Sicignano. Tuttavia il fiore all’occhiello del progetto era proprio il convegno conclusivo, in cui i ragazzi hanno potuto ascoltare le tragiche testimonianze del Maggiore dei Carabinieri Giuseppe Mari, padre di Catello noto calciatore deceduto lo scorso anno a causa di un incidente stradale, e di Alessio Tavecchio da Monza, ragazzo disabile per una caduta dalla moto e presidente dell'omonima fondazione, oltre che autore del libro "Cronaca di una gurigione in-possibile". In una gremita sala del “Supercinema”, davvero toccante si è rivelato l’intervento del Maggiore Giuseppe Mari, che ha esordito con espressioni, molto commoventi: «quando ti muore un figlio, ti muore l’anima e preferiresti che i fiori al cimitero fossero gli altri a portarli a te», ed ancora: «ai genitori consiglio di non aver paura di essere petulanti, insistete con i ragazzi in frasi del tipo “metti il casco”, “metti la cintura” e “vai piano”, io questa mattina sono in veste di genitore, un genitore sfortunato». Sempre all’insegna delle raccomandazioni si è espresso Alessio Tavecchio aggiungendo un particolare agghiacciante alla sua tragica storia: «io sono caduto con la moto su una buca non sufficientemente segnalata, ad una velocità di 50 Km all’ora. I comuni, le provincie e le regioni dovrebbero avere maggiore attenzione alla struttura del manto stradale ed tutti quei pericoli ad esso connessi, perché dopo è sempre troppo tardi». Infine, dopo un breve saluto di tutti i relatori del progetto, il preside del Vitruvio ha ringraziato gli stessi, omaggiandoli con un quadretto ricordo dell’evento, e ricordando che «al Vitruvio chi si presenta senza casco a scuola non entra».
 
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