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RITI NON TRITI

Post n°1649 pubblicato il 27 Gennaio 2010 da ossimora
 

§

Teresa Vergalli

classe 1927 Partigiana - combattente

Perchè il giorno della memoria  oggi

       (autoritratto allo specchio con la rolleiflex @Teresa Vergalli)

A cosa serve la memoria? A non dimenticare le chiavi di casa, come dice Ascanio Celestini, ma anche a comprendere il presente ammaestrati dal passato.

Io vorrei che la memoria ci servisse da guida per il futuro. Se ci scottiamo al ferro da stiro impariamo a non toccarlo. Il dolore patito ci insegna a evitarlo per il futuro.

Perchè non avviene altrettanto per la storia? La memoria dei dolori di una guerra dovrebbe insegnare all’umanità ad evitare in tutti i modi che quella tragedia si ripeta.
E’ sempre questo che cerco di dire ai ragazzi delle scuole quando li incontro per i loro programmi di approfondimento.

In questa “giornata della memoria” ricordiamo innanzitutto il genocidio degli ebrei, perchè a loro si è pensato quando si è deciso di istituirla. Eppure se ne vogliamo trarre l’insegnamento necessario, non si può fare a meno di allargare lo sguardo alle troppe tragedie analoghe che hanno oscurato tanta parte del secolo passato. Ed anche all’oggi.

Sembra incredibile la dimenticanza. Chi si è ricordato più dello sterminio degli armeni? Hitler pensava proprio che, dopo lui vincitore, la memoria dei campi di sterminio sarebbe caduta nello stesso oblio.
Le tappe della guerra razziale nazifascista sono fatte di tante “stazioni”, una vera via crucis della storia. Si inizia con lo sterminio dei disabili o presunti pazzi, poi degli omosessuali e degli zingari. Da subito e sempre c’è l’annientamento anche fisico dei dissidenti politici. Per gli ebrei e per gli omosessuali l’odio razziale dei nazisti e dei fascisti ha trovato purtroppo forza maggiore perchè si è innestato su pregiudizi e rancori antichi, ancor oggi duri a morire.

Che l’insegnamento non sia arrivato ai popoli è dimostrato dalle tragedie che in tutto il mondo sono avvenute ancora dopo il 1945. Pensiamo ai Balcani, all’Africa, all’Asia e a tutto ciò che ci viene taciuto.
Tanta smemoratezza ha precisi colpevoli. Colpe politiche e culturali.I governi o i tiranni che compiono delitti di massa dopo, da vincitori, cancellano la memoria di ciò che è stato, scrivono la storia a loro modo, hanno il potere di far dimenticare. Anche le vittime hanno quasi sempre la voglia di dimenticare e le non vittime si scansano, non vogliono essere coinvolte nemmeno nel racconto dei dolori altrui. Il doloroso pudore delle vittime aiuta i colpevoli a sottrarsi al giudizio. Il fastidio di quelli che “uffa che barba questi ebrei, uffa che barba questi partigiani” sono di fatto complici dei vari armadi della vergogna.

Per questo mi sembra tanto più meritevole lo sforzo dei testimoni e degli studiosi per salvare e trasmettere la memoria. Guardiamoci tutti dal pensare che questa giornata sia un rituale momento di retorica. Facciamone una preziosa occasione di consapevolezza. La libertà e la democrazia che, almeno per noi fortunati, è scaturita da quella tragedia, ci consentono di evitare il pericolo della dimenticanza.Proprio dalla libertà e dalla democrazia ci deve venire l’insegnamento per salvarci da quella gigantesca scottatura che è molto più profonda del banale casalingo ferro da stiro.

 

 

 
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angiolhgt
angiolhgt il 28/01/10 alle 15:40 via WEB
una generazione di tedeschi, i loro figli, i nipoti ora e poi ..per l'eternità marchiati dal segno infame distintivo del male. Il male è una questione che appartiene all'umanità e, se l'ebraismo è una religione storicizzata (le feste religiose sono eventi della storia scritta del popolo ebraico), altre visioni del mondo lo vedono non come fatto solo da ricordare ma come essenza da combattere....come si fa da quasi mezzo secolo in palestina!, dove il male lancia sassi contro i carriarmati e si imbottisce di plastico per produrre/combattere altro male. Nessun accanimento terapeutico contro il male se non si è in grado di dare un esempio. Combatterlo sino all'estremo con l'arma del bene o al limite dele armi non del ricordo mediatico del passato che può anche apparire pretestuoso e strumentale. La cultura cristiana conosce la pietà del perdono e dell' oblio misericordioso, invece sta scritto..le colpe dei padri ricadranno sui figli..(vero! se inteso che il male originario è morbo ereditario per tutti gli uomini) Non mi piace questa ricelebrazione mediatica mirata, non ne abbiamo bisogno perchè tutti i santi giorni il male ci appare in ottima salute seppur combattuto efficacenente dai nostri marins. Sono d'accordo per istituire la Festa del male come un altro primo maggio di sangue, ma deve essere la festa di tutta l'umanità che lo combatte per far trionfare il bene, senza vittime/carnefici in particolare che non siano l'Uomo stesso. Non nego l'efferatezza ma il suo uso.
 
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