C'est la Vie

tra il (poco) sacro e il (molto) profano

In Veneto, ma anche in altre regioni, si processa la befana.

E’ colpevole, si stabilisce.

E la  si brucia in un falò.
Qualcuno brinda a vin brulè.

Per alcuni rappresenta la natura ormai spoglia.

Per altri incarna tutti i mali di un passato recente.

Ma , 40 anni fa,   a me, bambina,  spiaceva pensare a  'sta vecchiarella malvestita e arcigna  messa sul rogo.

E’ povera, la Befana, diceva mamma.
Noi non chiedevamo doni ma la sera sul camino s’appendeva lo stesso la calza che la mattina trovavamo gonfia di lecca lecca , caramelle mou e mandarini.
A turno ci toccava recitare la poesia: un dovere a cui se potevo delegavo.
Ricordo spezzoni di questa:

*** E si accosta pian pianino
[….]  alle calzette
[…] nel camino
e,ridendo, mette e mette.

Fuori soffia tramontana
e vien giù la neve bianca,
[...] la Befana
non ha freddo e mai si stanca.***

Fra folklore, feste in piazza e saldi fiacchi avete ricordi  di filastrocche  che recitavate o di tradizioni che  vivevate nel giorno dell’ Epifania che ogni festa porta via?

Buona Epifania!

                                               spezzoni di un vecchio post, riadattati.