C'est la Vie

All'amore, ovviamente, non ci sono confini, e la realtà va accettata, ma questo riguarda il fatto personale. Sul piano sociale mi sembra logico che se due persone (di qualsiasi sesso) costituiscono un nucleo legato da comunanze e affetto, la legge li deve considerare come una famiglia (con reversibilità, informazioni mediche, ecc.). Magari può prescrivere che questo legame risulti da un atto. Non so se è opportuno che questo atto si chiami matrimonio, ma ci può stare. Sulla capacità di due persone dello stesso sesso di avere dei figli il discorso è più complesso. Nel caso delle adozioni penso che è assai meglio per un bambino solo avere due adulti dello stesso sesso che lo accudiscono piuttosto che rimanere da solo. La cosa cambia un po' se il bambino (nel caso delle donne) viene al mondo nella coppia, in tal caso non è necessario alcun riconoscimento legale. Tuttavia non si può sconvolgere i piani della natura, che sono anche psicologici. Non ha senso dire che un padre e una madre sono equivalenti a due mammi o a due mamme. Il bambino dovrà sempre essere in grado di riconoscere la sua situazione come differente (non inferiore) da quella comune, che, ritengo, continuerà ad essere prevalente. L'evoluzione ha stabilito che la prole non si avvale semplicemente di due adulti, ma di due genitori di sesso diverso. Questo non vuol dire che il suo affetto non possa essere indirizzato verso di loro. La cultura può certamente modificare il comportamento biologico, ma non lo può annullare. In una popolazione basata sui due sessi secondo me il bambino deve apprendere da due sessi diversi, per acquisire le competenze che gli saranno utili nella vita. Questo è almeno il mio pensiero. Sarò retrogrado, magari, comunque penso che tu, Elena, mi condivida abbastanza....