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Il Visitatore. Dio fa visita a Freud

Post n°316 pubblicato il 09 Gennaio 2016 da Cherrysl
 

Oggi vi voglio proporre una bellissima opera teatrale, molto coinvolgente.

Il visitatore è una commedia di E'ric-Emmanuel Schmitt rappresentata per la prima a volta a Parigi nel 1993

Il testo è stato poi tradotto e rappresentato in 15 lingue e in oltre 25 paesi. In Italia è stato messa in scena nella stagione '95/'96 da Turi Ferro e Kim Rossi Stuart per la regia di Antonio Calenda. Nel 2013 il testo è stata rimesso in scena da Alessandro Haber e Alessio Boni e ora in tour nei teatri italiani.

 

In quest'opera si svolge il dialogo fra Sigmund Freud e un misterioso visitatore, che compare all'improvviso. La trama si inquadra nell'aprile del 1938, l' Austria è annessa alla Germania del Reich, Vienna è ormai occupata dalle truppe della Gestapo fanno da sottofondo a un ipotetico dialogo fra il Dott. Freud e il visitatore.

Il dott. Freud indeciso se partire da quella situazione irreale, o restare a contrastare i nuovi signori del mondo (i nazisti), è torturato da un tumore alla gola, in preda a una crisi esistenziale, intreccia un dialogo serrato con lo sconosciuto visitatore che a poco a poco svelerà la sua identità e i suoi intenti.

Nel salotto del famosissimo dr. Freud c'è nientemeno che Dio, calato nei panni di un misterioso e inquietante visitatore introdottosi nella sua casa, che s'inginocchia, si abbassa e si fa umile al cospetto di quell'uomo. Lo tiene stretto mentre questi parla dei suoi dubbi; lo guarda dal basso verso l'alto, con tenerezza e determinazione.

 Perché, quell'inquietante signore comparso all'improvviso a fare visita al padre della psicanalisi, è un pazzo che dice di essere Dio in persona? O è Dio, che gioca a sembrare un pazzo? O è veramente uno squilibrato scappato dal manicomio? E' forse un matto che può permettersi di dire verità scomode. Sono quelle che, fino a allora, ha continuato a porre al suo interlocutore, il razionale e ateo dichiarato, Freud, col quale ingaggia un corpo a corpo verbale, un duello di opinioni, di pensieri, di concetti, che sollevano dubbi, riflessioni, ripensamenti. Sull'esistenza di Dio. Sul Bene e sul Male. Sull'amore, la religione, la libertà, la storia, il senso della vita. Insomma, sui massimi sistemi.

E inevitabilmente ci coinvolge, patteggiando ora per l'uno, ora per l'altro nell'identificarci dalla parte di chi crede o di chi è scettico, di chi si ostina a negare l'esistenza di Dio e di chi invece si lascia andare ad ammetterne la presenza, a sentirne il bisogno struggente. Tutto questo si svolge dentro la cornice storica della tragedia del nazismo. Tutto in una sera. Quella del 22 aprile 1938.

 

 

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