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Credente.

Post n°372 pubblicato il 15 Giugno 2019 da lontano.lontano
 
Foto di lontano.lontano

Credènte agg. e s. m. e f. [part. pres. di credere].
-1. Che o chi professa una fede religiosa, in partic. la religione cattolica: le persone c.; è c. ma non praticante; tutti i c.; la moltitudine dei c.; è un sincero, un fervido c., è una c. Convinta.
Non credente, chiunque rifiuti consapevolmente Dio e ogni religione considerati come l'ostacolo principale all'affermazione dell'uomo o come il risultato di una superstizione; il termine comprende quindi, spec. al plur., non soltanto chi non professa la vera fede, ma in genere gli atei, gli agnostici, gli indifferenti verso qualsiasi fede e credenza religiosa.2. estens.
Che o chi ha fede in un'idea, in una dottrina sociale, politica e sim.


Questo è quello che ho trovato sui vocabolari cercando detta parola.
A mio parere, hanno significato solo le definizioni che dicono di una forma verbale e quella di un aggettivo.
Sostantivarlo, sempre a mio parere, ha una valenza interpretativa del tutto fuori luogo.
Credente è colui il quale crede, e la cosa finisce, o dovrebbe, finire li; fare riferimenti a divinità di qualsivoglia specie o fedi religiose è una forzatura subdola e sospetta.
Si dovrebbe sempre specificare ciò in cui si crede per fornire a chi ci ascolta un riferimento esatto e certo, non si è solo credenti e basta ma, si crede in qualcosa e, pertanto, la materia dovrebbe esser precisata.
Non sono attualmente credente e non sono "un" credente, tanto per allinearmi al comune pensare, perché è da quando hanno capito che potevano riempire il mio cervello di qualcosa che era nell'interesse altrui e non nel mio, che mi hanno indotto a credere ma, quel tempo ormai è finito.
Mi hanno costretto a credere alle cose più assurde, a falsità talmente grossolane che ritengo tutto ciò una grande offesa alla mia modesta intelligenza.
Mi hanno preso in giro facendomi diventare un "credente" e non un "pensante".
Mi hanno fatto credere a tutto senza esclusione di colpi, senza pietà e senza vergogna, hanno fatto di me, per quel poco tempo, anche se sempre troppo, senza
mia colpa alcuna, ho concesso loro, un cervello automatico.
Come dico dal giorno in cui ho la piena facoltà mentale, "Non voglio credere, voglio pensare, riflettere e, semmai appoggiare o avversare una tesi".
Che sia un dio o un uomo, la scienza o la presunzione dogmatica di chi la rappresenta, che sia un'autorità imposta dall'alto o dei canali mediatici asserviti, nessuno riuscirà a farmi recedere da questa mia posizione.
Posso credere in alcuni valori, posso anche avere una fede come quella di tifoso e posso ammettere che ognuno possa avere la propria, a patto che questa, abbia una valenza psicologica che consenta, a chi la professa, di trarne dei benefici a quel livello.
Non ritengo però accettabile avere una fede derivante da falsità perché credere in qualcosa di falso non procura benefici ma solo drammatiche illusioni.
Credente è una forma verbale, è colui che crede in qualcosa, qualsiasi cosa, Dio non c'entra e se non c'entra, non venga nominato invano.


 

 
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