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Ai cittadini del mondo.

Post n°373 pubblicato il 22 Giugno 2019 da lontano.lontano
 
Foto di lontano.lontano

Va di moda l'espressione: "Essere cittadino del mondo"
Come moltissime, se non tutte le mode, si tratta di cosa che non ha né logica, né ragione.
Lo affermo alla luce di un ragionamento a base giuridica.
Cosa significa la parola cittadino e cosa da essa consegue?
Facciamoci aiutare dall'enciclopedia di internet per riuscire a capirne qualcosa di più.
Un cittadino è un abitante o residente in uno Stato del quale possiede la cittadinanza avendone i conseguenti diritti e i doveri .
Possiamo accettare l'idea che una persona sia abitante di questo mondo ma esserne residenti è cosa del tutto diversa.
Infatti la residenza, secondo il diritto italiano, è il luogo in cui la persona ha la dimora abituale (art. 43, II comma c.c.).
Mi pare poco verosimile che qualcuno disponga della dimora abituale in ogni parte del mondo.
Vediamo ora se l'altro requisito essenziale: La cittadinanza, viene soddisfatto oppure no.
Secondo il diritto, la cittadinanza è il legame della persona con lo Stato di appartenenza: lo stato di cittadinanza è l'insieme dei diritti e dei doveri civili e politici, nei riguardi dello Stato, spettanti al cittadino.
La cittadinanza è, quindi, la condizione giuridica di quanti appartengono ad uno Stato in virtù di un particolare collegamento al suo territorio e da essa discende il godimento dei diritti civili (e politici) e l'assolvimento dei corrispondenti doveri. 
La cittadinanza, quindi, può essere vista sia come uno status del cittadino ma anche come un rapporto giuridico tra cittadino e Stato. 
Le persone che non hanno la cittadinanza di uno Stato sono stranieri se hanno quella di un altro Stato, apolidi se, invece, non hanno alcuna cittadinanza.
Se interpreto correttamente l'ultima frase, chi afferma di esser cittadino del mondo, non sa che invece, ed a tutti gli effetti, è nella condizione di straniero nel mondo o, cosa magari più comoda o per lo stesso auspicabile, un turista del mondo.
Che poi qualcuno eccepisca che lo Stato non sia il mondo, lo considero un modo di usare la dialettica per nascondere l'evidenza.
Sempre sull'enciclopedia, in relazione alla cittadinanza trovo: 
" Tra i diritti ci sono quelli civili come la libertà personale o l'uguaglianza di fronte alla legge, quelli politici come il diritto di voto o la possibilità di ottenere incarichi pubblici, e quelli sociali come il diritto alla salute e al lavoro. 
Tra i doveri c'è la fedeltà allo stato, che in certi paesi può tradursi nel servizio militare obbligatorio."
C'è qualche "cittadino del mondo" che ha prestato servizio militare per un Paese coinvolto in una guerra?
Secondo i doveri che dovrebbe avere verso lo stesso, penso che avrebbe dovuto farlo ma, essendo un cittadino del mondo, paritariamente, avrebbe dovuto anche vestire l'uniforme dell'altro Paese belligerante.
E quando si parla di diritto alla salute, il cittadino del mondo, può esercitarlo in modo del tutto gratuito in ogni stato del mondo?
Non è che in alcuni Paesi occorra pagare o avere a garanzia qualche forma assicurativa per fruire dell'assistenza sanitaria?
Quando si parla di diritti si dovrebbe parlare anche di gratuità perché non è logico pensare che qualcuno possa esercitare un diritto a fronte di spese che non possa effettivamente sostenere.
Altra osservazione che non è cosa da poco, il "cittadino del mondo" esercita il diritto politico di voto in ogni zona della terra?
Si reca, a fronte di ciò, alle urne quante volte in un anno?
E dove il voto non è previsto può considerarsi un "cittadino"?
Ed ancora, essendo una cittadina del mondo, in quanti paesi non può esercitare il diritto di voto a causa di un divieto causato dalla differenza di genere?
Ma per farla, non breve ma brevissima, se uno si sente cittadino del mondo, lo hanno messo al corrente che, per esserlo a tutti gli effetti, dovrebbe fare domanda formale presso gli uffici preposti di ogni singolo Paese?
E qualora volesse effettivamente farlo, è legalmente consentito dalla legislazione di ogni singolo Stato la cittadinanza plurima?
Di questo non sono a conoscenza e mi annoia perder tempo per informarmi perché a me basta esser cittadino italiano, di esserlo del mondo nulla me ne può fregare.
Ci sono frasi ad effetto utili soltanto a mettersi in evidenza ma nel loro contenuto, contengono il nulla.
A parole si può esser cittadini del mondo ma non nei fatti, esattamente come, a parole, si può esser cittadini di Venere, cosa che a me non sarebbe affatto sgradita se, come può far immaginare il nome del pianeta fosse popolato da delle gran belle figliole.

 

 

 
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