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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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« Janesentomologia »

DIFENDIAMO LA 194

Post n°1975 pubblicato il 05 Maggio 2014 da ossimora
 

Presi appuntamento con la 'tale' che per 20.000 lire sfoderò tutta la sua perizia. Da uno sportello della 
credenza tirò fuori l'attrezzatura: ferro da calza, sonda, speculo. Non vidi altro perché non volevo vedere..... 'Non sentirai molto male, dato che sei appena al secondo mese diceva. Invece io ero quasi di quattro mesi, ma non glielo dissi per paura che si rifiutasse di intervenire. Cominciarono le doglie il mattino dopo alle sei, alle nove non potevo più alzarmi per andare in bagno a cambiarmi perché lasciavo la scia di sangue per terra e mia madre avrebbe potuto scoprire tutto. Dolore, sangue, feto, placenta, terrore.(Ferrara 1975) 

 

 

 


Era il 1978 quando anche in Italia veniva regolamentata la pratica dell'aborto, fino ad allora diffusa clandestinamente ad un livello tale da elevarsi a vera e propria piaga sociale. Perché oltre alla tragedia di una vita stroncata sul nascere c'è la sofferenza di migliaia di ragazze, costrette a stare nell'ombra e a subire l'indifferenza di tutti. Giovani donne lasciate sole, costrette a confidare solo su loro stesse, costrette a rivolgersi alle "mammane". Solo chi poteva andava all'estero, in cliniche specializzate. Per tutte le altre c'erano i ferri da calza, il prezzemolo, i "cucchiai d'oro", con il rischio di morire o la certezza che quella scelta le avrebbe accompagnate per tutta la vita. 


Il 18 maggio 1978 veniva approvata dopo un lungo e travagliato iter la legge per la "tutela sociale della maternità e sull'interruzione di gravidanza", esempio di maestria giuridica, delicato equilibrio tra il rispetto dell'autodeterminazione della donna, il diritto all'obiezione di coscienza, la tutela della salute della madre e del nascituro, argine a derive eugenetiche. Una legge equilibrata, forte e compresa dalla popolazione, capace nel 1981 di resistere agli attacchi di due referendum, che per motivazioni diverse ne proponevano l'abrogazione. 

Oggi a distanza di 30 anni, nonostante le polemiche sempre vive e giustificate, la legge 194 resta cardine delle lotte di civiltà condotte nel nostro paese. Sicuramente resta ancora molto da fare per promuovere condizioni migliori per le giovani madri e per i loro figli.

Ma sull'efficacia di questa legge valgono i numeri diffusi dall'Organizzazione mondiale della sanità, che parlano di una riduzione dal 1982 ad oggi del 47,1% degli aborti, percentuale che sale al 60% se riferita alle sole donne italiane. Niente male per una legge accusata da più parti di promuovere l'aborto libero. 


IERI A ROMA 

 

Migliaia di integralisti no-choice hanno sfilato a Roma per chiedere l'abolizione della legge 194.

Presenti alla marcia "per la vita" anche esponenti politici di estrema destra,(ma va!)  Fratelli d'Italia, Lega Nord, Forza Italia come Giorgia Meloni, Maurizio Gasparri e Mario Borghezio. ( NO COMMENT)


 Ma anche il cardinale Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica. 


Il corteo è arrivato a piazza San Pietro, dove papa Francesco ha elogiato i partecipanti, incoraggiandoli ad "andare avanti".


 

 

 

 

Le immagini , i cartelli , i volti , le divise parlano da sole ,

dopo trenta anni siamo ancora qui.

Non aggiungo altro perchè non voglio diventare troppo feroce . 

 *Occorre essere feroce con sti qua ma non basta 

 
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