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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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APPUNTI DI LETTURA 2020
Post n°2149 pubblicato il 28 Gennaio 2020 da ossimora
Albert Camus Lo straniero Sulla collana : i NOBEL (Rilettura) Non me lo ricordavo più ! Occorre rileggere e rileggere invece libri come questo : i veri classici che ci parlano di noi stessi , della vita , del suo assurdo e dell'amore che comunque si ha per lei , attraverso le piccole , impalpabili cose della natura ;La luce, l'odore di un pomeriggio , quello di un luogo , un tramonto abituale , il mare. Rileggere "lo straniero" è dimenticare che si svolge in Algeria , che Mersault è uomo degli anni 40 del novecento : sentire che l'esilio intimo da se stessi e dagli altri è universale e contemporaneo e non ha luoghi geografici nè appartenenze temporali. E' un crescendo la scrittura e la narrazione di Camus . Infondo Mersault lavora , partecipa al tran tran di una vita da impiegato , frequenta donne , ha qualche conoscente ; procedendo in una quieta accettazione della realtà senza drammi e senza alcun desiderio di fuga . Un uomo adatto al sole , al mare , alla natura ; molto meno alla società. L'incipit è noto ed è forse l'unica cosa che ricordavo chiaramente dalla mia lettura giovanile : "Oggi la mamma è morta. O forse ieri non so." Mersault partecipa al funerale della madre presso l'ospizio lontano un'ottantina di km dal suo luogo di residenza , costernato più dalla fatica e dall'allontanamento dalle sue abitudini che dal lutto. Torna, fa un bagno , ed incontra Marie , con la quale inizia una storia; lei è gioiosa ma lui è presente ma indifferente , piatto , quando lei gli chiede di sposarsi lui accetta senza entusiasmo , così come non è entusiasta ma indifferente quando gli viene offerto un lavoro a Parigi. Nulla traspare del clima politico dell'epoca ; tutto è lontano ; Mersault non si interessa . I suoi conoscenti Solimano ed il suo cane pulcioso e Raymond lo interessano poco , li ascolta ma resta tutto ben distante . Poi la spiaggia , l'omicidio dell'arabo , il sole , l' accecamento ( la paura?) . Ed inizia la parte del carcere .La seconda parte , più intensa . Claustrofobica . Mersault vede il sole dalle sbarre : la prima parte è inondata di luce e di presente seppur apparentemente piatto , la seconda di noia e buio. Condannato a morte Mersault rifiuta il prete e dio . Tutto è assurdo . Un piccolo uomo comune che vive il senso dell'assurdo dove tutto si equivale . Non un essere spregevole come vorrebbe la corte che lo giudica , prendendone le distanze ma un essere che vive una condizione di estraneità . Come disse Sartre "Mersault è uno dei terribili innocenti ", sono lo scandalo della società perchè non accettano le regole del gioco. La felicità ...lasciar trascorrere fissandole asetticamente le cose:l'uomo che vuole vivere in esilio da se stesso non ha bisogno di passato e di ricordi ; il peso del ricordare è menzognero ...meglio una felicità inconsapevole che una pressante . Lo straniero inizia con la morte (della madre) e finisce con l'attesa della morte nel preservare sempre ed attentamente un torpore abitudinale. "...Bisogna immaginare Mersault felice..." L'avevo letto troppo da ragazzina ...amandolo però in maniera istintiva , ci voleva proprio questa RILETTURA.
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