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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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APPUNTI DI LETTURA 2020
Post n°2160 pubblicato il 01 Aprile 2020 da ossimora
N. 20 La Peste Albert Camus Rilettura nei "Nobel" Periodo di Quarantena , di covid 19. Non riesco a leggere . Il mio cervello non riceve più storie che non siano al presente ; qualche giochetto . Anche i film se sono leggeri , al limite della stupidità va bene altrimenti nulla . Mi infastidiscono persino le pubblicità con le persone che si incontrano , che fanno , ridono. Ed è in questo clima che mi sono rimessa, faticosamente a rileggere "la peste" di Camus che tanto mi era piaciuto in passato ; questa volta ho molto , molto faticato a finirlo e mi è decisamente piaciuto molto meno della mia prima , lontana lettura . Pur ritrovandovi delle singolari coincidenze con quello che stiamo vivendo adesso , con le manifestazioni dei singoli e della società nella sua interezza; dalla sorpresa , all'incredulità , dall'inquietudine al panico . La peste di Orano , narrata da Rieux , un medico separato dalla moglie dalla cinta sanitaria con lui altri personaggi vivono l'angoscia e la paura dell'isolamento. In un'atmosfera cupa, la confessione di Tarrou all'amico medico, lo smarrimento di Rambert mentre cerca il suo amore che ha paura di perdere sono analisi di sfumature dell'animo umano. Scritto negli anni 40- E' una metafora del nazismo , questo male assoluto che cresce , si allarga , evolve ma lascia comunque indifferenti gran parte dei cittadini. Scappare da tutto questo è la risposta. La pandemia non permette nemmeno questa evasione del pensiero. "I flagelli invero sono una cosa comune ma si crede difficilmente ai flagelli quando ti piombano sulla testa .Nel mondo ci sono state in ugual numero pestilenze e guerre e tuttavia pestilenze e guerre colgono gli uomini sempre impreparati " "Come avrebbero pensato ala peste che abolisce il futuro , gli spostamenti e le discussioni? Si credevano liberi e nessuno sarà mai libero sino a quando ci saranno i flagelli" "Sentiva nascere quel breve scoramento che si chiama "inquietudine"- "Abbandonati di giorno in giorno agli ingannevoli giochi del ricordo" "Era appunto il sentimento dell'esilio , quel vuoto che portavamo costantemente in noi , quella precisa emozione ,il desiderio irragionevole di tornare indietro o invece di affrettare il cammino del tempo." Cercare di venire a patti con il tempo. "E ciascuno dovette accettare di vivere giorno per giorno e solo di fronte al cielo" "Soltanto nel momento della sventura ci si abitua alla verità ossia al silenzio . Aspettiamo" "se c'è una cosa che si può desiderare sempre ma ottenere talvolta è l'affetto umano"
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