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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Bambini
Post n°1091 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da ossimora
********* In questi giorni si è tornato a parlare di bambini e scuola per tre questioni. Nulla di nuovo,almeno non per chi coi bambini ci vive ogni giorno ; è interessante se ne parli. La prima è che a metà secolo le nostre scuole saranno per metà frequentate da alunni stranieri. Ho visto crescere nel corso degli anni questa nuova mescolanza ,l’ho vista arricchirsi di volti,atteggiamenti, anche di problemi ,portatori di nuove acquisizioni di sensibilità e di apprendimenti ma sempre vitali ed arricchenti se affrontate con lo sguardo accogliente ,la disponibilità all’ascolto e l'interesse curioso e divertito. Sono convinta che è un è crescita e progresso “sortirne insieme”. Gli atteggiamenti xenofobi sono certamente anacronistici ,noiosi e dannosi sia per chi li adotta che per chi malauguratamente li subisce. La seconda questione è quella del “bambino perfetto”(presunto tale),raccontato bene da Concita de Gregorio ;quello caricato di aspettative abnormi da famiglie che si concentrano compulsivamente ,prevalentemente sul figlio( spesso unico ),lo pompano di attività le più disparate dal flauto dolce , allo judo ,la piscina e via via straneggiando , fino ai corsi per l’autorealizzazione . Ne rendono maniacale il controllo, cercando di farne un genio anche laddove non ce n’è nessun motivo . A volte la cosa va a morire per morte naturale e pian piano il presunto prototipo rientra nello standard della sua età ,altre volte mi è capitato di assistere a vere e proprie nevrosi anche molto preoccupanti soprattutto in bambini adultizzati a forza e coerciti in standard del tutto innaturali è allora si rischiano fughe ,disturbi vari del comportamento ed aggressività. La terza questione è quella più ineffabile ma assolutamente reale e tangibile;il cosiddetto “bullismo al femminile “;quel bullismo di cui non si parla ma che è assai diffuso e difficilissimo da contrastare perché giocato ad un livello dove il controllo e lo spazio di intervento sono veramente ridotti. Le donne in questo sono piuttosto predisposte. I bigliettini,il gruppo femminile “escludente”una o più compagne;l’attenzione ossessiva al vestito ,alla griffe e la relativa cacciata dal gioco e dalle festicciole di chi non fa parte del clan . E’ terribile percepirlo (e lo si percepisce) perché non si può intervenire che cercando di sciogliere certi abbracci senza poter fare niente di più ,pena la recrudescenza di un certo tipo di omertà e di ulteriore chiusura a riccio. L’immagine è di Elizabeth Fleming.
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