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Post N° 221

Post n°221 pubblicato il 24 Novembre 2005 da ossimora
 
Tag: Ester
Foto di ossimora


Se non fossi una donna,

vorrei essere una donna.

E ancora una donna .

Ma se non potessi

vorrei essere un airone

 Beppe Fenoglio

 Da :Il partigiano Johnny


La pioggia sottile che cancella gli sparuti,spirtati raggi del sole ,incoraggia Ester a scostare timidamente le persiane della sua stanza odorosa di malinconia. Colma di pezzi di carta ,segnalibri ammonticchiati,ritagli di cultura degni come una cagna in calore,candele esauste ,una cappelliera beige ricolma di collane ,foulard dai colori abbaglianti,inusitati nel polveroso grigio di giorni senza tempo(lenti),foto dardeggianti fulminei sguardi d’amore,una babele di ordinato affetto,di passione archiviata in ogni singolo oggetto.Ester sparge uno sguardo trasognato attorno,alla ricerca di un attimo di quiete rivoluzionaria che taciti i muscoli tirati come elastico,si rannicchia sul tappeto,avvolta al suo corpo,favorendo il liberatorio oblio di laudano.

In penombra ,le mani di Ester lentamente percorrono gli avvallamenti,le sinuosità della sua morbida carne accogliente ;si inoltrano,impastano,per percepirne di nuovo l’esistenza,provocare sussulti e risvegliare calore e vibrazione ( da mesi ormai evita scrupolosamente di toccarsi respinta dalla sua pelle stessa ,anche nell’acqua protettiva tutela le sue mani con guanti abrasivi per prenderne le distanze)

Sassi di fiume ,lisci,cortecce,il caldo come morbida tenaglia ,nei fianchi il respiro che si gonfia di aromi,fluttuante ,penetra nella corazza di inane pigrizia,le mani avvolte di notte buia serrano le palpebre e punteggiano il seno,il neo ,l’areola si gonfia,palpita rendendo i capezzoli nocciole fragranti,turgidi,irradianti raggi ellittici di eccitazione. Peso di calore,il sospiro crolla dall’albero di silenzio,focolai di assenzio scorrono nelle vene ,il solco dei seni bagnato si inarca come onda.Il ventre di Ester affamato di luce cerca devastazione ,la mano scivola,si ammorbidisce a lambire le cosce laddove la soavità si fa commovente .le dita fra le labbra ,oblio e oblio e oblio,le dita si avvicinano con infiltrazioni di languore ,si abbraccia aggrappata all’essenza ,il dito ostinato risveglia la carne ,formicolio di menta ,gelo di canfora,cosce aperte,spalancate fino alle anche,sonorità umide,entrare e uscire da una nube,si solleva ,diamante freddo sulle spalle ,aria rarefatta.

 Non vede,non sente eppure ha i sensi di una visionaria .

Dita incantatrici,marina muschiosa,lo splendore,colpo di forbice con le gambe;un numero inconsueto di cuori batte nella fronte ;le dita frugano sempre più in fretta ,vischiose esitano attorno alla perla,sfiorano,circondano,si ritraggono.Il collo si tende ,lo sforzo,il sudore;ingordigia ,la lingua come foglia morta ,impossibile sottrarsi a  quel ritmo regolare ed impazzito,un sole da fare splendere (finalmente)alla mercè di forze che penetrano e penetrano vellutati turgori.gocce di miele scivolano suadenti.I polpacci maturano,ammollita in violento sconquasso,momenti convulsi,capogiri luminosi,liquidi brucianti.

Un cerchio nero gira rapidamente ,s’ingrandisce e diventa immenso agli occhi seppur chiusi,un bagliore rapido e tirannico si sprigiona rischiarando la zona.

Ester scorge un orizzonte cieli infiammati  da fusi che ricadono come zaffiri.

Il fuoco si spegne .

Luce bluastra e vellutata ,come seta di camicia (si addolcisce il ricordo dell’uomo che guardava lontano,stava così bene col blu!)prende il suo posto.

Le  sembra di nuotare soave in un pallido chiarore ialino,non permette ai suoi pensieri di riacciuffarla e si addormenta.

A.


 
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