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Post n°423 pubblicato il 25 Marzo 2006 da ossimora
Le persone arroganti,pesanti,monocordi,ironiche mai (se ci provano poi è ancora peggio...),supponenti,che si avvoltolano su poche stereotipate idee e ne fanno una questione vitale, autoincensandosi e sentendosi perennemente nel giusto sono patetiche e oltremodo noiose,indi da lasciar perdere. Ammorbano. Ringrazio il fato o chi per lui di essere totalmente e anche pericolosamente dubitosa e flessibile ,incostante e destrutturata,fluttuante ed in permanente ricerca. Poi ,peggio del peggio chi difende i suoi egoistici ,minimali interessi ammantandosi di qualsiasi bieca ideologia permetta loro di farlo...sprecano fior di menzogne ,dimenticano dati reali e inconfutabili ,mescolano un po’ di storia passata nel frullino della superficialità e della malafede ,un pizzico di astio acrimonioso ,tanti luoghi comuni e voilà…il piatto ben ripetitivo è servito. La categoria in questione in genere è zerbino coi potenti e tracotante con coloro che non capiscono . Servono bene come aggiustamento e verifica semmai..per mettersi a punto...e continuare a riconoscersi. Che ignominia e che noia mortale.
Commenti al Post:
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inthemoodforlove1 il 25/03/06 alle 19:58 via WEB
quelli che comprano solo se costa caro, oh yeahhhh...... quelli che nemmeno lo tolgono, il cartellino del prezzo, così tutti vedono quanto son stati fregati, oh yeahhhh.......
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ossimora il 25/03/06 alle 22:43 via WEB
...quelli come il cardinal Ruini e tutti i suoi accoliti...
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inthemoodforlove1 il 25/03/06 alle 19:59 via WEB
.....tanto non ti banna!!!!!! sei il suo passapoirto verso la democrazia, oh yeahhhh.....
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inthemoodforlove1 il 25/03/06 alle 19:59 via WEB
.....ma tanto ti vogliamo bene lo stesso, oh yeahhhhhh...... e buona serata.
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ossimora il 25/03/06 alle 22:01 via WEB
Ehi ehi...buona seratilla!!!!
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magdalene57 il 25/03/06 alle 20:09 via WEB
mi sa che ce l'hai su con qualche persona... persone che ammorbano...mi piace ..perchè ammorbano li per lì sembra una bella parola, morbida, carla, avvolgente...poi, quando scopri che cos'è... t'accasci al suolo... buona serata Antonia
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ossimora il 25/03/06 alle 21:58 via WEB
Con nessuno in particolare e con un certo atteggiamento in generale ,una sorta di pretesa "superiorità",che si pone in maniera presuntuosa e spesso offensiva...ma niente di serio...va tutto bene!!!Ammorba ...è vero è una parola morbidosa.Ciao margy A.
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FlOwLyWaTeR il 25/03/06 alle 20:33 via WEB
"...Servono bene come aggiustamento e verifica semmai..." e se questo genere di esseri umani venisse a mancare...come si potrebbe dimostrare la propria superiorità a noi stessi?
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ossimora il 25/03/06 alle 22:00 via WEB
io non ho affatto parlato di superiorità,il concetto stesso di superiorità è assolutamente non interessante .Riconoscersi nel senso ad esempio di non tollerare l'arroganza,la violenza verbale e non.
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magdalene57 il 25/03/06 alle 23:11 via WEB
certo che è depresso... vorrei ben vedere....
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ossimora il 25/03/06 alle 23:17 via WEB
uffa quest'Inter ci farà morire!
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ossimora il 25/03/06 alle 23:36 via WEB
che roba brutta...e il milan...bleath...
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TerzaPaginaPress il 25/03/06 alle 23:21 via WEB
L'albero vola nell'uccello che l'abbandona
Ci sono nomi che non riesco a mantenere impressi nella memoria - come fossero una faccia odiosa - ma senza ragione di demerito apparente. Eduardo Galeano è uno di questi. La prima segnalazione me la fece, a suo tempo, qualcuno dei cui suggerimenti mi fido, eppure cadde nel vuoto; alla seconda ho finalmente capitolato e ringrazio il cielo per questo. Perché ignorare che esista uno scrittore come Galeano è semplicemente - mi verrebbe da dire ora - immorale.
Scrivere è pericoloso, come fare l'amore quando lo si fa come si deve.
Galeano è nato nel '40 a Montevideo, è stato giornalista e direttore di un quotidiano nazionale fino a quando, in seguito al golpe militare del '73, è stato arrestato e poi espulso dal suo paese. Ha vissuto in esilio fino al 1985, anno in cui è terminata la dittatura in Uruguay. Di alcuni dei suoi libri è stata a lungo proibita la vendita in molti paesi sudamericani. Ché anche leggere può rappresentare un pericolo, in certi luoghi e in certi periodi della storia.
Racconto a Héctor che sto cercando di scrivere per fissare le piccole certezze che si conquistano poco a poco, prima che se le porti via la ventata del dubbio.
Posso dire adesso di non aver saputo poi molto del Sudamerica e della sua storia e della sua cultura, prima di aver letto Galeano; così come non si può credere che tutto ciò che non abbiamo vissuto occupi lo spazio di una manciata di sinapsi mancate. E allora ben venga qualcuno a ricordarci che il mondo che non conosciamo è immensamente più grande di quello intrappolato dentro le nostre reti neuronali. Che ci piaccia o meno.
Quante volte sono stato un dittatore? Quante volte ho proibito, a coloro che amavo di più, la libertà e la parola? Di quante persone mi sono sentito il padrone? Chi non riproduce, dentro di sé, il mondo che lo genera? Chi è immune dal confondere suo fratello con un rivale e la donna che ama con la propria ombra?
Il Sudamerica di cui parla Galeano è tutt'altra cosa rispetto a quello che è stato sdoganato e che, opportunamente filtrato, è arrivato fino a noi, alla mia generazione, quantomeno. E' infarcito di ricordi nitidi, impietosi, una carrellata di volti noti (il Che, Allende, Perón) e meno noti, di cui Galeano dà un ritratto fedele. A volte venato di nostalgia, altre volte affiora tra le sue righe il disprezzo tenuto a freno dalla lucidità e dall'intelligenza. O forse da una muta riconoscenza al destino per essere ancora in vita.
Il torturatore è un funzionario. Il dittatore è un funzionario. Burocrati armati, che perdono il loro impiego se non eseguono con efficienza il loro compito. Non sono mostri straordinari. Non gli regaleremo una simile grandezza.
Tra tutte le storie che Galeano racconta, ci sono cose che a leggerle non ti pare possibile. L'irrealtà del reale che ben conosce Slavoj Zizek. L'incredulità che ci paralizza nelle piccole cose, ma dilatata in un tempo più ampio.
Tra vent'anni racconterò a mio figlio le cose di adesso. Gli parlerò degli amici morti e imprigionati e di com'era dura la vita nei nostri paesi, e voglio che lui mi guardi negli occhi e non mi creda e mi dica che mento.
Altre che sono poesia pura, di una dolcezza infinita. Sono le parti che, in fondo, rendono ancora più amaro tutto il resto.
Come il pane alla bocca, come l'acqua alla terra, magari io ti potessi servire a qualcosa. Che i tuoi piedi camminino sui miei piedi. Stai in me come il legno nel bastone.
E aneddoti che non conoscevi, storie che si incrostano alla tua memoria di lettore e non sempre ti è chiaro il perché. Come quella di una statua che - credo ancora oggi - si trova in una piazza di Kiev. In ricordo di una partita giocata in Ucraina, durante l'occupazione nazista, tra la squadra nazionale delle forze armate e la Dinamo Kiev, formata da operai. Tra un tempo e l'altro, il comandante delle truppe di occupazione scese negli spogliatoi ad avvisare i giocatori ucraini , in vantaggio per 2 a 1: se vincete, vi fuciliamo. Al quarto gol della squadra locale venne giù lo stadio, la gente sugli spalti era come impazzita. I giocatori della Dinamo Kiev furono fucilati con indosso le divise, sull'orlo di un burrone.
Chi mi conosce bene sa cosa penso del calcio; eppure questa, tra tutte quelle raccontate in Giorni e notti d'amore e di guerra, è forse la storia che ricordo con più precisione. A testimoniare come la memoria sia il più inafferrabile dei misteri. Per questo bisogna scriverne.
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ossimora il 25/03/06 alle 23:28 via WEB
dura da leggere,seppur Galeano è un'ottimo consiglio di lettura Ciao
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pelino55 il 25/03/06 alle 23:31 via WEB
Bell'intervento, complimenti. Anch'io apprezzo molto Galeano.
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