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Appunti di lettura 2024

Post n°2359 pubblicato il 05 Marzo 2024 da ossimora


Tangerinn - Emanuela Anechoum - Recensione libro


N:24
Emanuela Anechum
Tangerinn
edizioni  e/o 

"Tangerinn" è il nome che Omar, migrante arrivato dal Marocco , ha dato al suo bar situato vicino alla spiaggia , in Calabria , vicino al mare dal quale arrivano continuamente nuovi migranti.
 Mina è la figlia di Omar e di Berta la madre italiana che vive chiusa in un mondo tutto suo . Anche Mina decide di emigrare  come il padre ma verso Londra in cerca di una sua identità , nel tentativo sempre molto "costruito" di crearsi una personalità cosmopolita , infondo però Londra , gli inglesi , il cibo , il clima , le mode , gli atteggiamenti non le piacciono davvero , sembra un' osservatrice , una studiosa delle persone  mai partecipe infondo. 
Quando il padre muore torna in Calabria dove ritrova le persone della sua vita , la sorella Aisha che è diventata musulmana praticante , porta l'hjab , gestisce il bar e fa volontariato sostenendo ed aiutando i nuovi arrivi dal mare. 
La madre è attonita dalla morte del marito , non si alza quasi più dal letto e naviga in un'assenza che è la sua essenza. 
Ci sono poi la nonna materna e la sua badante polacca .
In attesa di riallacciare dei legami e di gettare le ceneri del padre nel Mediterraneo Mina  conosce Nazim , un ragazzo turco che lavora nelle navi che salvano le persone e ripercorre la vita del padre , nella sua vita in Marocco , fra i tanti fratelli , la miseria e la spinta ed il bisogno di collaborare, riuscendo ad arrivare  grazie anche ad un caro amico di Tangeri in un'Europa ostile e desiderata , nella parte ricca del mondo .
La Francia non gli piace ed arriva in Calabria che riconosce come terra più vicina alla sua sensibilità. 
Due generazioni unite dal bisogno di partire, di essere altrove ; Omar per questioni strettamente economiche , la figlia Mina per una irrequietezza che assume la necessità di affermarsi , di definirsi , di conoscersi attraverso la conoscenza di altri mondi.
 Le tanto esaltate "radici " diventano un'identità sfuggente , mescolata, ibridata di generazione in generazione , ineffabile,  "quando sono lì vorrei essere altrove e viceversa".
Una piacevole costruzione della storia , priva di pietismo sempre ed a tratti originale ed illuminante, mai moralista mai retorica nel parlare di integrazione .
Le radici come sogno sfuggente vaticinato e non sempre però capace di farci ritrovare . 

***

 
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Commenti al Post:
jigendaisuke
jigendaisuke il 05/03/24 alle 18:52 via WEB
Un buon consiglio
(Rispondi)
 
maresogno67
maresogno67 il 09/03/24 alle 18:52 via WEB
Interessante.
ciao, gi
(Rispondi)
 
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