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« Messaggio #739Messaggio #741 »

Bufale

Post n°740 pubblicato il 12 Gennaio 2007 da ossimora
 

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X è una bambina delicata e sensibile.

Fin  troppo ,piccola...

La sensibilità di ognuno è il suo genio deve aver detto qualcuno… ma i tempi sono quello che sono e la continua e reiterata esposizione dei peggiori orrori operata dalle  più accessibili fonti mediatiche  (leggi tv-giornaletti ) votate alla permanente ricerca di scoop e informazione  mostruosa, genera  sempre più spesso reazioni di turbamento o peggio di vero e proprio disagio.

In primis sui bambini.

Stamattina X è arrivata strana e quando le ho chiesto cosa avesse mi ha detto:

”Sai che rubano gli occhi ai morti?”

Ho capito immediatamente a che cosa si riferisse ,avevo visto proprio ieri la copertina dell’Espresso con quelle parole testuali in prima pagina che devono essere rimbalzate pari pari in televisione .

Lei si è tenuta dentro questa cosa senza capire.

Ho  cercato di parlare a lei ed agli altri  dell’accaduto, evitando,per quanto possibile,  la ricerca dell’orrore ,focalizzando il discorso sul trapianto ,sulla donazione degli organi ,cercando di portare ad un discorso almeno più articolato,che superasse l’orrido a vantaggio di un’analisi a tutto tondo.

Non voglio entrare nel merito della questione,leggendo gli articoli sull'accadimento pare proprio oltre tutto che la notizia non sia vera ma scaturita da un servizio di sorveglianza messo in atto ,che ha portato alla deduzione che la cosa sarebbe , forse ,potuta accadere.

In ogni caso quel titolo è acerebrato e molto più scandaloso dei vari culi di bellocce.

Io credo davvero che ci sia bisogno da parte di tutti di una riflessione sull'uso ed il frequente abuso di questa reiterata vetrina del pessimo.

Sono stata abbonata a lungo all'Espresso ma  sono contenta di non esserlo più .

 
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ossimora
ossimora il 13/01/07 alle 11:17 via WEB
La vera novità è dunque che sappiamo. Che vediamo. Che sentiamo. E su questo dovrebbe svilupparsi la vera discussione. Perché se è vero, anzi è quasi ovvio, che una coscienza diffusa del male, una rappresentazione non censurata e non moralistica dei delitti, fanno parte dei diritti di una società matura, e che sono in genere le dittature a oscurare le cronaca nera; è anche vero che ciò che chiamiamo "informazione" è anche, e al tempo stesso, un gigantesco spettacolo e un mercato mondiale immenso (veicolo fondamentale della pubblicità). L'attrazione per le storie fosche e crudeli, fin dai primordi della cultura orale e scritta, è una delle componenti forti della psicologia popolare. Ma siamo sicuri che l'impatto enorme e oramai incontrollato del delitto nell'informazione di massa, il proliferare di veri e propri format televisivi attorno ai fatti di sangue, il pullulare di "esperti" e criminologhi e opinionisti che paiono interessati a ingigantire i fatti anche per ingigantire il loro potere professionale e i loro cachet; siamo sicuri, dicevo, che tutto questo obbedisca solo al dovere di cronaca, al bisogno di conoscenza e di trasparenza, insomma ai diritti dell'opinione pubblica? Oppure l'opinione pubblica, se interpellata, preferirebbe qualche zoomata in meno sulle macchie di sangue, e qualche notizia in più sui retroscena delle guerre, sui crimini "puliti" dell'economia e della politica? Forse, ecco: la "notizia" che la bestialità, tra gli uomini, è sempre esistita, e in forme ugualmente abominevoli, potrebbe aiutare tutti, giornalisti e opinione pubblica, venditori e acquirenti della merce informazione, a calmierare leggermente il mercato del nero. Molti delitti sono remake di orrori già accaduti. Non è obbligatorio, ogni volta, presentarli come il delitto del secolo: ogni secolo, purtroppo, ne sciorina tanti quanti basterebbero a disgustare perfino il più efferato e morboso dei pubblici paganti. (13 gennaio 2007) Torna su
 
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