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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.
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Messaggi di Febbraio 2020
Post n°1696 pubblicato il 07 Febbraio 2020 da lascrivana
Sanremando qua è là ho attraversato mari è città mi sono soffermata sulle antichità rappresentate dalla notorietà Al festival della canzone sono approdata per dare ai protagonisti una rapida occhiata mi è bastato poco per poter capire che la canzone Italiana è andata a farsi benedire Quest’anno non avevo ancora avuto modo di vedere Sanremo. Da quel poco che ho visto lo trovo spettacolare. Singolare nella scelta dei costumi e della scenografia; tra l’altro presentato da due ospiti a me particolarmente graditi. È inutile fare i nomi, sono i visi che da anni invadono le tv locali – Fiorello e Amadeus. Magnifica interpretazione di cantanti che hanno scelto d’introdurre il vecchio con il nuovo; ma anche una piacevole sorpresa ritrovare i vecchi cantanti che hanno fatto la storia di Sanremo. Sanremo, hanno scelto la città ideale per questa manifestazione mondiale: la città dei fiori, e dove ogni anno se ne vanno fior di quattrini per il festival della canzone Italiana.
Una nota molto particolare la voglio dedicare ad Achille Lauro. Una canzone interpretata in maniera esemplare. Un “Me ne frego” davvero ben vestito (se così si può definire). Ha completato la sua canzone mostrando al mondo la sua verità NUDA e cruda. Con nonchalance ha esibito la sua natura velata da una foglia preziosamente intessuta. Ha affermato pubblicamente di presentare costumi storici, ed è giusto che abbia iniziato da Adamo.
E' vero che ha scritto di aver rappresentato il San Francesco dipinto da Michelangelo con la natura stampata sul corpo, ma io penso che sia più Adamo che abbia voluto rappresentare, ha persino tatuato il serpente! |
Post n°1695 pubblicato il 06 Febbraio 2020 da lascrivana
Stamani sono andata in giro per sbrigare pratiche; mi sono partita digiuna all'alba, e sono rientrata per l'ora di pranzo. Intirizzita dal freddo, aspettavo l'apertura della struttura per poter essere tra i primi a fare i prelievi. State tranquilli, non sono in fin di vita: solo controlli periodici. Mentre aspettavo, intorno a me si era riunito un gruppetto gremito di persone che protestavano contro la malasanità. Donde evitare di essere tirata in ballo inutilmente, mi sono spostata di lato per poter osservare meglio la curiosa scenetta che mi si prospettava davanti. Nulla di nuovo in quello che stava accadendo; la storia si ripete ogni qualvolta devo fare la fila per prestazioni sanitarie. Gli anni sono passati, ma nulla è cambiato. Le mie figlie sono cresciute, e parte dei miei genitori sono morti; di conseguenza ho meno motivi per frequentare certi luoghi. Non è mai stato piacevole fare queste gite obbligatorie per ottenere dei diritti. Ore di attesa piacevolmente colorate da battibecchi e recriminazioni: piccoli podii s'innalzano precari per dare voce a cittadini protestanti. In quel momento nessun funzionario politico si trova nei paraggi; le file d'attesa a loro sono risparmiate. In ogni caso c'è sempre una parte e la contraparte. Come in ogni discussione che si rispetti ci sono i vari schieramenti; così si va avanti fino a che non iniziano le prestazioni. Alla fine tutti si salutano con una sonora pacca sulla spalla, scusandosi per essersi tediati con le solite tiretere, e si avanti ognuno per la propria strada. |
Post n°1694 pubblicato il 05 Febbraio 2020 da lascrivana
M'incuriosiscono quelle persone che credono di avermi inquadrata basandosi solo sull'apparenza. Purtroppo curo poco la mia immagine. Non che m'importi più di tanto; appartengo a quel tipo di donna che ha altro per la testa, oltre che quello di stare a curare ogni dettaglio del suo corpo affinché sia perfetto. Spesso uso la mia immagine come il travestimento di un inviato speciale solo per scrutare l'effetto che ha sulle persone; e sul mio umore anche. Badate bene che non è che lo faccio apposta, ma quando capita cerco di guardarne il lato positivo. Fondamentalmente sono molto selettiva nelle compagnie: lascio che siano sempre gli altri a scegliermi. Ho sempre avuto timore nell'essere invadente; ma più che altro non ho mai voluto apparire. Eppure capita che nonostante cerchi di rendermi invisibile, in un modo o nell'altro la mia personalità emerge prorompente per occupare il podio. Badate bene che non è sempre per parlarne bene: spesso sono solo motivo di futili pettegolezzi -che tra l'altro si spengono subito innanzi alla mia indifferenza. Cosa sono e cosa sono stata, non sembra esssere solo un problema mio: spesso e volentieri appartiene più a chi mi circonda. Anche quando si cerca di escludermi divento argomento di discussione. Difficilmente mi difendo rispondendo alle provocazioni; mi limito ad osservare cercando di capire cosa gli frulla in testa e il perché di tanta ostinazione nel tentarmi. Perché scrivo di questo stamani? Semplice perché ho voglia di affrontare un argomento leggero, futile, banale ... magari solo per camuffare un esperienza dolorosa, o per raggirare la morte ignorandola. La ignoro perché non è un elemento di discussione; essa chiude un ciclo che inizia con la nascita: dolorosa al parto e devastante alla conclusione. Cosa sono, e cosa rappresento lo so oggi ... oggi che sono viva e mi preoccupo di banalità che mi rendono vulnerabile e umana, piena di vitalità nonostante la mia espressione funerea. Piena di risorse, nonostante la mia banalità. Non scommetteresti mai su una che appare così, ma qualcuno più audace lo ha fatto.Non so se ho rappresentato una vincita o se ne sia pentito: ma la sua scelta mi ha riempito d'orgoglio. Principalmente sono io quella che scommette su stessa. Come un militare mi esercito ogni giorno per migliorare i miei punti strategici. Sono quell'isola sconosciuta che deve essere circumnavigata per essere scoperta. Misuro le mie forze occupandomi degli altri; miglioro la mia scrittura addentrandomi nella lettura del pensiero altrui. Ogni narrazione ha un suo punto di forza e d'intrigo: e io mi concentro solo su quello. Lo stesso vale per le persone che mi circondano: focalizzo il loro lato emergente per vederle solo nell'aspetto che preferisco.
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Post n°1693 pubblicato il 01 Febbraio 2020 da lascrivana
Vogliamo parlare dell’esperienza di riascoltare una narrazione come da bambina. Eh sì! Da bambina l’ascoltavo da un piccolo mangiadischi di quarantacinque giri, ora da un audio book. Devo dire che è una piacevole esperienza. Una narrazione che mi accompagna durante le faccende domestiche; mentre mi trucco, mi lavo, cucino. L’unica differenza è che non riesci ad immedesimarti come nella lettura; tuttavia è in grado di regalarti la stessa suspense. Riscopro con piacere di aver conservato ancora quella passione di lasciarmi travolgere dalla lettura, cosa che credevo aver dimenticato. Ti ho amato … ho tanto desiderato che questo sentimento non abbandonasse mai il mio pensiero. Mi hai stupito sin dalla più tenera età; ti ho cercato nella spettacolarità di un tramonto, nello splendore di un cielo ammantato di stelle. Ho amato l’amore. Lo amo ancora? Si certo … se metto la musica che mi ricorda quanto fosse bello innamorarsi riesco ancora a percepire gli stessi brividi; alcuni ricordi ancora oggi mi fanno accapponare la pelle. L’amore dei sogni è un amore diverso da quello della realtà; indispensabile un po’ meno, ma altrettanto appagante. Non stupitevi di quello che scrivo, ma ogni scrittore e poeta lievita il sentimento più di quanto lo sia nella realtà. Sicuramente questo fa sì che ogni nuova esperienza sia ancora più forte di quanto lo sia per qualcun altro. L’immaginazione la colora con tinte dai colori sgargianti; così come la pioggia di magia che precede ogni incontro. Sapevo bene che il desiderio che aveva riempito le mie giornate, non avrebbe mai potuto essere compensato nella realtà. Nel sogno ogni dettaglio appariva perfetto; e ogni evento era controllato dalla mia fantasia. Nella realtà non è possibile questo, a gestire le circostanze si è sempre in due; e l’altro non è mai come lo abbiamo immaginato. Insomma per farla breve, quando ritorno qui su libero community a scrivere, una parte di quella magia che mi ha fatto superare i momenti più tristi e vuoti della mia vita, la ritrovo ad accogliermi con la stessa intensità. Quando nel reale la vita diventa dolorosa, come la bimba protagonista del “Labirinto del fauno”, mi trovo a ricostruirmi una stanza di fantasia per rendere il tutto più sopportabile. L’indifferenza non mi è nota; non riesco facilmente a scrollarmi la sofferenza delle persone che mi stanno vicino; l’unica maniera che ho per combatterla è questa: immergermi nel magico mondo della fantasia.
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Inviato da: tanmik
il 29/02/2024 alle 05:50
Inviato da: tanmik
il 29/02/2024 alle 05:50
Inviato da: cassetta2
il 21/02/2024 alle 08:52
Inviato da: tanmik
il 15/02/2024 alle 04:08
Inviato da: tanmik
il 15/02/2024 alle 04:08