ONCOPNEUMOLOGIA – Selpercatinib nel cancro al polmone positivo per la fusione di RET: raggiunto l’endpoint primario di miglioramento della sopravvivenza libera da progressione

Eli Lilly

Lo studio LIBRETTO-431 è stato disegnato per rispondere a un’importante domanda sul trattamento iniziale per le persone con tumore al polmone non-a-piccole cellule in fase avanzata, positivo per la fusione RET. I risultati hanno indicato che Selpercatinib ( Retevmo ) dovrebbe essere considerato un primo standard di cura

Sono stati presentati i risultati di uno studio della terapia mirata con Selpercatinib ( Retevmo ), rispetto all’attuale standard di cura di prima linea in alcuni pazienti affetti da carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) in fase avanzata.

Lo studio di fase 3 LIBRETTO-431 ha valutato Selpercatinib rispetto alla chemioterapia a base di Platino più Pemetrexed con o senza Pembrolizumab ( Keytruda ) come trattamento iniziale per gli adulti con tumore NSCLC positivo per la fusione RET, avanzato o metastatico.

Un’analisi ad interim di efficacia pre-specificata ha mostrato che lo studio ha raggiunto il suo endpoint primario: il trattamento con Selpercatinib ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente significativo riguardo alla sopravvivenza libera da progressione.

LIBRETTO-431 è il primo studio randomizzato a confrontare la sicurezza e l’efficacia di una terapia mirata con un inibitore PD-1 più chemioterapia nei pazienti oncologici portatori di uno specifico biomarcatore.

Si stima che ogni anno a 2,2 milioni di persone in tutto il mondo venga diagnosticato un cancro ai polmoni. Il tumore NSCLC rappresenta fino all’85% di tutte le diagnosi di cancro al polmone negli Stati Uniti, di cui circa il 50% ha biomarcatori a cui corrisponde una terapia.

Questo studio ha sottolineato l’importanza di test genomici tempestivi e completi per informare le decisioni terapeutiche iniziali per tutti i pazienti con tumore NSCLC.

Lo stato RET – come EGFR, ALK e altri nella famiglia dei driver oncogeni del cancro del polmone – dovrebbe essere ricercato prima di iniziare la terapia antitumorale.

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MUTAZIONE KRAS G12C: Sotorasib nel trattamento del carcinoma polmonare non-a-piccole cellule & del carcinoma colorettale

Amgen.2

SOTORASIB ( LUMAKRAS ) NEL TRATTAMENTO DEL CARCINOMA POLMONARE NON-A-PICCOLE CELLULE & DEL CARCINOMA COLORETTALE

A) Nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule avanzato ( NSCLC ) con mutazione KRAS G12C, Sotorasib ha dimostrato un ritardo nella progressione del sistema nervoso centrale ( SNC ), una più lunga sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) del SNC e un più elevato tasso di risposta obiettiva ( ORR ) intracranica rispetto a Docetaxel nell’analisi post-hoc dello studio di fase 3 CodeBreaK 200

B) La combinazione Sotorasib più Panitumumab e FOLFIRI ha mostrato un tasso ORR del 55% nel carcinoma colorettale ( CRC ) metastatico con mutazione KRAS G12C, trattato in precedenza, nello studio di fase 1B CodeBreaK 101

 

Nel corso del Congresso ASCO ( American Society of Clinical Oncology ) 2023 sono stati presentati nuovi dati dal Programma di sperimentazione clinica CodeBreaK, il programma di sviluppo globale più completo nei pazienti con tumori con mutazione KRAS G12C.

La ricerca presentata ha fornito ulteriori elementi a sostegno dell’efficacia di Sotorasib ( Lumakras / Lumykras ) nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule avanzato ( NSCLC ) e nel carcinoma colorettale metastatico ( mCRC ).

 A) Sotorasib & Miglioramento dell’attività cerebrale nei pazienti con tumore polmonare non-a-piccole cellule in fase avanzata 

Sono stati presentati i dati di un’analisi post-hoc dello studio globale di fase 3 CodeBreaK 200 che ha riguardato pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC )avanzato e con lesioni del sistema nervoso centrale ( SNC ) trattate / stabili al basale, come valutato da un revisione centrale indipendente in cieco ( BICR ).

In questa analisi utilizzando la valutazione della risposta RANO-BM, Sotorasib ha ritardato il tempo alla progressione della malattia a livello del sistema nervoso centrale, e ha prolungato la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) del sistema nervoso centrale rispetto a Docetaxel.

Inoltre, il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) a livello del SNC ( una valutazione della riduzione del tumore a livello cerebrale dopo il trattamento ) è stato più del doppio ( 33,3% vs 15,4% ) nei pazienti trattati con Sotorasib ( n= 18 ) rispetto a Docetaxel ( n= 13 ).

Il profilo di sicurezza in questa analisi è risultato simile a quello della popolazione complessiva di CodeBreaK 200.

Le metastasi a livello cerebrale sono una complicanza comune del tumore NSCLC avanzato con mutazione KRAS G12C, che si verifica in circa il 30-40% dei pazienti. In questa analisi post-hoc di CodeBreaK 200, Sotorasib ha ritardato la sopravvivenza libera da progressione a livello cerebrale di oltre 5 mesi. Sotorasib esercita un potenziale beneficio clinicamente significativo come seconda linea per i pazienti con tumori NSCLC e mutazioni KRAS G12C.

B) Dati incoraggianti per Sotorasib associato a Panitumumab e FOLFIRI nel carcinoma colorettale metastatico

I dati dello studio di fase 1B CodeBreaK 101 – i primi risultati riportati per la combinazione di Sotorasib con Panitumumab ( Vectibix ) e FOLFIRI – hanno mostrato sicurezza ed efficacia incoraggianti nel carcinoma colorettale ( CRC ) metastatico con mutazione KRAS G12C, precedentemente trattato. Tra i 42 pazienti valutabili per la risposta, il tasso di risposta obiettivo confermato è stato del 55% ( IC 95%: 38,7, 70,2 ) e il tasso di controllo della malattia ( DCR ) è stato del 93% ( IC 95%: 80,5, 98,5 ), con risposte osservate indipendentemente dal numero di precedenti linee di terapia e indipendentemente dalla progressione della precedente terapia a base di Irinotecan. La combinazione Sotorasib più Panitumumab e FOLFIRI ha riportato eventi avversi coerenti con quelli attesi per le terapie in studio.

Fonte: AMGEN 2023

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MORTE ANDREA PURGATORI – Il Giallo della Morte di Andrea Purgatori. Un errore diagnostico ? Cancro al polmone con metastasi cerebrali ?

 

 

Purgatori Andrea

PER LA MORTE DI ANDREA PURGATORI SONO STATI INDAGATI IL PROF GUALDI E UN TECNICO – IL DUBBIO, COME DENUNCIA LA FAMIGLIA, È CHE AL GIORNALISTA SAREBBERO STATE DIAGNOSTICATE METASTASI AL CERVELLO CHE POTREBBERO NON ESSERCI MAI STATE. IL SOSPETTO SAREBBE CONFERMATO DAI RESPONSI FIRMATI DA MEDICI E PROFESSORI UNIVERSITARI – LO SCONTRO TRA DOTTORI SULLE METASTASI AL CERVELLO. UNO DEI 2 DICE: “CURE SBAGLIATE MA LE CONSEGUENZE TERAPEUTICHE NON HANNO INCISO SULLA PROGNOSI” – PER CAPIRE SE FOSSERO PRESENTI METASTASI AL CERVELLO, LA PROCURA HA DECISO CHE… ( Dagospia )

A ricostruire gli ultimi mesi di Purgatori e la sequenza delle diagnosi e delle cure presso alcune cliniche della capitale è il quotidiano il Domani. Tutto inizia il 24 aprile, nemmeno tre mesi fa: Purgatori, descritto come molto attento al suo stato di salute, “si ricovera nella clinica privata Villa Margherita“. Si sente stanco e si sottopone ad alcuni controlli. Da lì emergono valori delle analisi sballate, “riscontrati da una tac e una biopsia”. Da Villa Margherita i risultati vengono inviati “in una famosa clinica sull’Aurelia, la Casa di Cura Pio XI“. Siamo ai primi di maggio: a formulare una pesantissima “diagnosi di tumore al polmone con metastasi diffuse agli organi vicini e al cervello” è “il professor Gianfranco Gualdi, responsabile della radiologia e riconosciuto esperto della materia”. Per il medico la situazione è molto grave e richiede un intervento immediato: a quel punto Purgatori, che prosegue normalmente la propria vita individuale e professionale e si sente bene, viene “dirottato in una terza clinica dove sulla base della diagnosi decidono di iniziare immediatamente cicli di radioterapia ad altissimo dosaggio”. Eppure lui si sente bene, tanto da stupire i medici per la discrepanza tra il suo quadro clinico (“che corrisponde a quello di un malato terminale con un’aspettativa di vita non superiore ai sei mesi“) e le sue condizioni.
Purgatori cerca un centro d’eccellenza per la radioterapia, che conferma la diagnosi e la cura precedentemente stabiliti. Lui continua anche a lavorare, nel frattempo, e registra una puntata della sua trasmissione “Atlantide” il 17 maggio. Pochi giorni dopo le sue condizioni peggiorano: i farmaci lo rendono affaticato e confuso, ma nella prima clinica dove era stato diagnosticato il cancro in fase avanzata spiegano che la terapia sta funzionando. L’equipe medica che lo segue infatti, spiega che le metastasi si sono ridotte. E di molto. Un presunto miglioramento clinico che non trova riscontro nelle condizioni del paziente, che precipitano. Non beve, non mangia, non riesce più a svolgere una vita autonoma come prima. A quel punto scatta un nuovo ricovero a giugno, sempre a Villa Margherita. E lì c’è una nuova tac, dalla quale emerge un’altra verità clinica: non c’è nessuna metastasi al cervello, soltanto alcune ischemie cerebrali.

Ma nonostante la diagnosi sia completamente diversa da quella che ha portato Purgatori a intraprendere la radioterapia, per i medici è coerente col il quadro clinico del paziente. Alla tac segue “due giorni dopo anche una risonanza magnetica al cervello esaminata dal neuroradiologo Alessandro Bozzao, professore ordinario della Sapienza”: l’accertamento “esclude la presenza di metastasi”. Anche in questo caso l’esito dell’esame è di segno opposto rispetto alla diagnosi iniziale, tanto da volere ripetere nuovamente l’esame “incrociandolo con quello eseguito alla Pio XI, prima di emettere il suo verdetto: non solo le metastasi non ci sono, ma non ci sarebbero mai state”. “I famigliari – scrive Il Domani – apprenderebbero pure di «una tremenda lite tra Gualdi e Bozzao», che però resta sulla sua posizione: tutti i radiogrammi effettuati fin dall’inizio confermano la sola diagnosi di ischemia cerebrale, una patologia forse curabile”.

A quel punto il giornalista torna a casa, ma le sue condizioni peggiorano: l’8 luglio viene portato in ambulanza all’Umberto I. Le sue condizioni “sono gravissime”. I famigliari, in ospedale, parlano con un radiologo “che in quei momenti concitati si preoccupa di confermare alla famiglia la presenza delle famose metastasi al cervello”. Si tratta di un medico che oltre a lavorare nell’ospedale romano, collaborava con Gualdi alla Pio XI ed «era uno dei firmatari del referto del giorno 8 maggio da cui era partita la diagnosi». Undici giorni dopo il ricovero, il 19 luglio, Andrea Purgatori muore. ( Tratto da Il Fatto Quotidiano )

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ASCO23 PODCAST – Studio TROPION-Lung02: Deruxtecan associato a Pembrolizumab nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule in fase avanzata

Daiichi Sankyo

REPORT DAL CONGRESSO DELL’ASCO ( AMERICAN SOCIETY OF CLINICAL ONCOLOGY ) 2023

PODCAST – STUDIO TROPION-Lung02: Datopotamab deruxtecan ( Dato-DXd ) associato a un inibitore del checkpoint immunitario ( Pembrolizumab ) nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule in fase avanzata

 

Studio TROPION-Lung02

Quasi tutti i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato sperimentano una progressione della malattia dopo la terapia iniziale, sottolineando la necessità di nuovi approcci terapeutici. TROPION-Lung02 è il primo studio a valutare la combinazione di un coniugato anticorpo-farmaco diretto contro TROP2 e un inibitore del checkpoint immunitario ( Pembrolizumab ) con o senza chemioterapia al Platino in questa popolazione di pazienti. I risultati hanno evidenziato il potenziale delle combinazioni di Datopotamab deruxtecan ( Dato-DXd ) di migliorare gli esiti in questi pazienti, che potrebbero rappresentare una nuova opzione terapeutica oltre all’immunoterapia.

TROPION-Lung02 Trial

Nearly all patients with advanced non-small cell lung cancer experience disease progression following initial therapy, underscoring the need for novel therapeutic approaches across treatment lines. TROPION-Lung02 is the first trial to evaluate the combination of a TROP2 directed antibody drug conjugate and an immune checkpoint inhibitor ( Pembrolizumab ) with or without Platinum chemotherapy in patients with advanced non-small cell lung cancer. These updated results signal the potential for Datopotamab deruxtecan combinations to improve outcomes for patients with non-small cell lung cancer and are a promising development in the pursuit of a new standard treatment option beyond immunotherapy.

 

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Tumore al polmone non-a-piccole cellule: Osimertinib associato alla chemioterapia migliora la sopravvivenza libera da progressione

AstraZeneca

Studio FLAURA2: Osimertinib ( Tagrisso ) associato alla chemioterapia ha prodotto significativi miglioramenti riguardo alla sopravvivenza libera da progressione nel cancro ai polmoni non-a-piccole cellule localmente avanzato o metastatico con mutazione EGFR

Sono stati annunciati i risultati di uno studio di fase 3 che ha valutato Osimertinib ( Tagrisso ) in combinazione con la chemioterapia in alcuni pazienti con carcinoma polmonare.

Lo studio FLAURA2 in fase avanzata ha arruolato 586 pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) localmente avanzato o metastatico con mutazione del recettore del fattore di crescita epidermico ( EGFRm ).

I pazienti sono stati trattati con Osimertinib 80 mg una volta al giorno in compresse orali in combinazione con chemioterapia più Cisplatino o Carboplatino ogni 3 settimane per 4 cicli, seguiti da Osimertinib con Pemetrexed di mantenimento ogni 3 settimane.

La combinazione ha dimostrato forti miglioramenti nella sopravvivenza libera da progressione rispetto al solo Osimertinib.

I risultati di sicurezza sono stati coerenti con i profili stabiliti di ciascun medicinale.

Lo studio è in corso e continuerà a valutare l’endpoint secondario della sopravvivenza globale ( OS ).

Si stima che ogni anno a 2,2 milioni di persone in tutto il mondo venga diagnosticato un cancro ai polmoni, con il tumore non-a-piccole cellule che rappresenta fino all’85% di tutti i casi di cancro ai polmoni.

Alla maggior parte di tutti i pazienti con tumore NSCLC viene diagnosticata una malattia avanzata e fino al 15% dei pazienti con tumore NSCLC negli Stati Uniti e in Europa ha EGFRm NSCLC.

La combinazione ha anche dimostrato un miglioramento significativo della risposta patologica completa, un doppio endpoint primario, rispetto alla sola chemioterapia, in un’analisi ad interim precedentemente riportata.

Informazioni tratte dalla Letteratura internazionale su Osimertinib & Tagrisso ( Database OncoBase.it )

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Terapia Target: Tabrecta a base di Capmatinib nel tumore al polmone non-a-piccole cellule con mutazione METex14

Novartis Oncology

In molti casi di tumore del polmone non-a-piccole cellule, a seconda delle mutazioni rilevate, è possibile individuare la terapia più adatta. Per questo motivo la profilazione molecolare, il riconoscimento della mutazione e gli approcci terapeutici mirati diventano fondamentali

La mutazione METex14 ricopre una importanza particolare poiché, a differenza di molte delle mutazioni che conosciamo, essa è espressa in buona percentuale anche nei fumatori.

Capmatinib ( Tabrecta ) può rappresentare un’opzione terapeutica per i pazienti con questo tipo di mutazioni che siano in progressione nonostante un trattamento standard di prima linea. Si tratta di pazienti che manifestano un’alta incidenza di metastasi cerebrali contro cui Capmatinib ha mostrato un’azione specifica.

Tabrecta a base di Capmatinib nel cancro al polmone non-a-piccole cellule con mutazione METex14

L’AIFA ( Agenzia Italiana del Farmaco ) ha ammesso alla rimborsabilità Tabrecta ( Capmatinib ), un nuovo farmaco orale indicato per i pazienti con carcinoma al polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) con mutazione METex14, in progressione dopo un trattamento con un inibitore di checkpoint immunitario e/o una chemioterapia a base di Platino.

Questo è il primo trattamento mirato per le persone affette da tumore NSCLC METex14.

L’efficacia e la tollerabilità di Capmatinib sono state valutate nello studio multicentrico, in aperto, di fase II GEOMETRY MONO-1 che ha arruolato pazienti con tumore NSCLC con disregolazione di MET in 7 coorti di trattamento, alle quali i pazienti sono stati assegnati sulla base della linea di terapia e del tipo di alterazione di MET.

I risultati dello studio hanno fatto registrare un tasso di risposta obiettiva del 44% dei casi e di sopravvivenza complessiva mediana ( mOS ) di 14,85 mesi. Inoltre, i dati di real world hanno messo in luce una sopravvivenza complessiva ( OS ) di 17,2 mesi.

Il tumore al polmone non-a-piccole cellule rappresenta circa l’80-85% di tutti i carcinomi polmonari e nel 2022, in Italia, ha fatto registrare circa 44.000 diagnosi e circa 34.000 decessi.

Il tumore polmonare è una patologia silenziosa che non dà sintomi evidenti nelle fasi precoci e che quindi nella maggior parte dei casi viene diagnosticata in fase tardiva, quando è già in una fase localmente avanzata ( stadio IIIb ) o metastatica ( stadio IV ).

Circa la metà dei pazienti che sviluppano tumore NSCLC può presentare mutazioni genetiche. In particolare, il 3-4% presenta la skipping dell’esone 14 di MET ( METex14 ) che determina la perdita della trascrizione di una parte del gene, in genere mutualmente esclusiva rispetto alle altre mutazioni note. A causa di questa mutazione le cellule tumorali producono una forma anomala della proteina MET.

La mutazione METex14 favorisce la crescita e la proliferazione tumorale e rappresenta un fattore prognostico negativo, a cui si aggiunge l’età avanzata della popolazione coinvolta: infatti l’età mediana alla diagnosi è di 73,7 anni contro i 64,2 anni della popolazione che non presenta questa mutazione.

Inoltre, i pazienti con mutazione METex14 sviluppano una forma aggressiva di malattia e manifestano una alta incidenza di metastasi cerebrali o ossee, alle quali si associa una bassa sopravvivenza e un alto impatto sulla qualità di vita.

Fonte: Novartis, 2023

 

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Cancro al polmone non-a-piccole cellule operabile: benefici dal trattamento a base di Durvalumab nel setting neoadiuvante e adiuvante

AstraZeneca

Carcinoma polmonare non-a-piccole cellule operabile: l’impiego di Durvalumab ( Imfinzi ) nel setting neoadiuvante e adiuvante aumenta la sopravvivenza priva di eventi

Schema terapeutico dello studio AEGEAN:
Setting neoadiuvante: Durvalumab + chemioterapia
Setting adiuvante: Durvalumab

Risultati promettenti sono stati osservati con Durvalumab ( Imfinzi ) somministrato prima e dopo l’intervento chirurgico nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) resecabile in fase iniziale.

I risultati intermedi dello studio di fase 3 AEGEAN, che sta valutando l’inibitore PD-L1 in combinazione con la chemioterapia nel setting neoadiuvante prima dell’intervento chirurgico e come monoterapia dopo l’intervento chirurgico ( setting adiuvante ), hanno mostrato una riduzione del 32% il rischio di recidiva, progressione della malattia o morte.

La combinazione aveva anche dimostrato un miglioramento significativo della risposta patologica completa ( pCR ), rispetto alla sola chemioterapia, in un’analisi ad interim precedentemente riportata.

Lo studio AEGEAN continuerà come previsto per valutare gli endpoint secondari chiave, tra cui la sopravvivenza libera da malattia ( DFS ) e la sopravvivenza globale ( OS ).

A livello mondiale, circa 2.2 milioni di persone riceve diagnosi di cancro ai polmoni annualmente, con il tumore del polmone non-a-piccole cellule a rappresentare fino all’85% dei casi.

Mentre circa il 25-30% dei pazienti ha diagnosi abbastanza precoce da permettere un intervento chirurgico con intento curativo, la maggior parte alla fine svilupperà una recidiva nonostante la resezione completa del tumore e la chemioterapia adiuvante.

Durvalumab è un anticorpo monoclonale umano che si lega alla proteina PD-L1 e ne blocca l’interazione con le proteine PD-1 e CD80, contrastando le tattiche di evasione immunitaria del tumore e rilasciando l’inibizione delle risposte immunitarie.

Imfinzi è già approvato in ambito curativo per alcuni pazienti con tumore NSCLC non-resecabile, nonché per il trattamento del carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso.

Oltre alle sue indicazioni nel cancro del polmone, Imfinzi detiene anche approvazioni nel cancro del tratto biliare localmente avanzato o metastatico, nel carcinoma epatocellulare non-resecabile e nel cancro alla vescica in fase avanzata precedentemente trattato.

Fonte: American Association for Cancer Research ( AACR ) Meeting, 2023

Lo studio di fase 3 AEGEAN ha mostrato che il regime basato su Durvalumab ( Imfinzi ) ha migliorato significativamente i risultati nel carcinoma polmonare resecabile, confermando ulteriormente l’importanza della diagnosi precoce e il trattamento del carcinoma polmonare nei primi stadi della malattia dove i pazienti hanno il più alto potenziale di guarigione.

Secondo John Heymach, oncologo presso MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas ( Stati Uniti ), molti pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) resecabile sperimentano recidiva della malattia. L’aggiunta di Durvalumab alla chemioterapia sia prima che dopo l’intervento chirurgico ha il potenziale per diventare una terapia di riferimento che può alterare il decorso della malattia oncologica, aumentando significativamente il potenziale di cura.

 

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L’anticorpo monoclonale anti-PD-L1 Durvalumab ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza nei pazienti con cancro ai polmoni non-a-piccole cellule

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” Trattare i pazienti precocemente con Durvalumab sia prima che dopo l’intervento chirurgico offre un vantaggio significativo nel tumore al polmone non-a-piccole cellule resecabile. I risultati dello studio AEGEAN stanno fornendo prove convincenti che questo nuovo regime può portare a risultati migliori in questo contesto con intenti curativi “ John Heymach, MD Anderson Cancer Center – Texas University ( U.S )

Durvalumab ( Imfinzi ) in combinazione con la chemioterapia nel setting neoadiuvante è stato associato a un significativo miglioramento della sopravvivenza libera da eventi ( EFS ) in alcuni pazienti con carcinoma polmonare.

Lo studio di fase 3, AEGEAN, ha confrontato pazienti resecabili, in fase iniziale, con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) trattati con la combinazione di Durvalumab prima dell’intervento chirurgico e in monoterapia dopo l’intervento chirurgico, con pazienti trattati solo con chemioterapia prima dell’intervento.

I risultati di un’analisi ad interim pianificata hanno mostrato che il regime di trattamento basato su Durvalumab ha aumentato significativamente il tempo in cui i pazienti vivono senza che la malattia si ripresenti o progredisca.

Durvalumab è risultato anche ben tollerato e non ci sono stati nuovi problemi di sicurezza prima e dopo l’intervento chirurgico.

Lo studio continuerà come previsto per valutare gli endpoint secondari chiave come la sopravvivenza libera da malattia ( PFS ) e la sopravvivenza globale ( OS ).

Il cancro del polmone è la principale causa di morte per tumore tra uomini e donne, rappresentando circa un quinto di tutti i decessi per cancro.

A circa 2,2 milioni di persone viene diagnosticato un cancro ai polmoni ogni anno in tutto il mondo, con l’80-85% diagnosticato con tumore NSCLC, la forma più comune di cancro ai polmoni.

Imfinzi è già utilizzato per il tumore al polmone non-a-piccole cellule, così come per i tumori della vescica e delle vie biliari.

Il farmaco è anche in fase di sperimentazione come trattamento singolo e in combinazione con altri trattamenti antitumorali per pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule, carcinoma polmonare non-a-piccole cellule, carcinoma della vescica, diversi tumori gastrointestinali, carcinoma ovarico, carcinoma endometriale e altri tumori solidi.

Fonte: AstraZeneca, 2023

 

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Novità nella terapia del cancro del polmone non-a-piccole cellule in stadio avanzato RET-positivo: Gavreto

OncoPneumologia

La Commissione Europea ha approvato Gavreto ( Pralsetinib ) di Roche. L’ok si basa sui risultati dello studio ARROW, in cui il farmaco ha mostrato una risposta duratura

Pralseltinib ( Gavreto ) nel tumore al polmone non -a-piccole cellule ( NSCLC ) avanzato positivo alla fusione di RET, insieme ad Alectinib ( Alecensa ) nel tumore NSCLC avanzato ALK-positivo ed Entrectinib ( Rozlytrek ) nel tumore NSCLC avanzato ROS1-positivo, fa parte del crescente portfolio di trattamenti di precisione di Roche.

Questi farmaci nel loro insieme rappresentano delle opzioni terapeutiche personalizzate per quasi un paziente su dieci con tumore NSCLC avanzato.

I test diagnostici volti all’identificazione delle fusioni di RET, rappresentano il modo più efficace per identificare pazienti con tumore NSCLC avanzato eleggibili per il trattamento con la nuova terapia target Pralsetinib.

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