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IL PESCATORE DI SOGNI

Nell’attesa che l’emergenza sanitaria passi e potremo finalmente tornare – si spera – alla vita di sempre, con un gruppo di amici ci ritroviamo periodicamente in chat per discutere di argomenti vari: oggi la discussione verteva sul SOGNO. Di seguito un mio racconto inedito in cui affronto il tema.

Da quando era andato in pensione, tutte le sere caricava in auto l’occorrente per la pesca e raggiungeva la spiaggia nell’attimo cui il crepuscolo all’orizzonte si infiammava di arancio nell’estremo saluto alla vita.

Quando arrivava sul litorale, sceso in spiaggia, sistemava la sediolina a ridosso della riva, impugnava la canna da pesca, si sedeva e pescava tutta la notte. Terminava allorché i primi riverberi dell’aurora rischiaravano le tenebre.

Quando rientrava a casa, mentre attraversava l’atrio del palazzo in cui abitava, ad accoglierlo trovava sempre il portinaio che gli si avvicinava con aria sardonica; sbirciava nel secchio vuoto e sussurrava: “Anche oggi niente, eh?”

“Come niente? Non vede quanti ittico-oniricos ho pescato questa notte?” rispondeva puntualmente, levando il secchio colmo d’acqua in modo che l’uomo vi guardasse dentro.

Convinto che il pensionato avesse perso qualche rotella, il portinaio l’assecondava, dicendo:

“Come no, se non fa attenzione, mi imbratta il pavimento di pesci!”

Quella scena andò avanti fino a che il pensionato non trapassò.

Il giorno del funerale, il mesto corteo che partì dal palazzo era composto da poche persone. Tuttavia, man mano che attraversava il paese, uno dopo l’altro i cittadini vi si accodavano, seppure non sapessero chi fosse il defunto e, soprattutto, perché lo facessero. Era come se una calamita li attraesse a sé imponendogli di accompagnare il feretro nell’ultimo viaggio. […]

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IL PESCATORE DI SOGNIultima modifica: 2020-06-17T09:34:04+02:00da kayfakayfa