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POZZUOLI RICORDA I 50 ANNI DALLO SGOMBERO DEL RIONE TERRA

Di seguito l’articolo pubblicato su QuicampiFlegrei.it

Per quanti amano Pozzuoli e la sua storia, da giovedì 2 luglio sarà visibile sul canale Youtube di LUX IN FABULA un video realizzato dall’associazione presieduta da Claudio Correale per celebrare i cinquant’anni dallo sgombero del Rione Terra. Alla realizzazione del filmato hanno collaborato gli artisti: Vincenzo Aulitto, Nino Caruso, Nunzio Figliolini, Mario Fiori, Antonio Isabettini, Jenzia Burgos, Luigi Guarino, Veronica Longo, Enzo Neri, Lucio Statti, Maria Sabetti, Fernando Pisacane, O-Ring Art Studio, Claudio Correale. […]

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CLEMENTINA GILY, DA CROCE A BRUNO PASSANDO PER LEONARDO: UN VIAGGIO NELLA FILOSOFIA.

Di seguito l’intervista alla professoressa Clementina Gily Reda pubblicata su QuiCampiflegrei.it

Filosofa, ex docente di Estetica della Comunicazione alla Federico II e al Suor Orsola Benincasa, impegnata in svariati settori della comunicazione e dell’arte, Clementina Gily Reda è tra i maggiori esperti su Giordano Bruno del quale ha in corso la pubblicazione di una trilogia con la Stamperia del Valentino. Per anni si è interessata del “gioco” quale elemento formativo per l’uomo pubblicando diversi saggi sull’argomento. Ha fondato e dirige la rivista online wolfline.it

Professoressa la passione per Bruno nasce dai suoi studi filosofici o, viceversa, è stata la passione per il nolano ad avvicinarla alla filosofia?

No, Bruno è arrivato molti anni dopo. I miei primi studi sono stati sulla filosofia italiana, in particolare quella idealista che per altro non era assolutamente di moda: Croce e Gentile. Ero allieva di Raffaello Franchini, un crociano che fu allievo di Croce, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Tenga presente che negli anni 80/90 nessuno parlava di Croce, tranne che negli studi storici, ma nelle fondazioni si parla di un autore generalmente in modo poco critico. Io che invece tendevo a vedere la filosofia di Croce in modo alquanto critico mi sono ritrovata priva di interlocutori: come fanno tanti, e sono felici di farlo, anch’io potevo parlare allo specchio. Poiché a me invece è sempre piaciuto avere una discussione con le persone, ho incominciato a cambiare gli argomenti e tra questi nuovi incontri, Giordano Bruno è diventato dominante.

Lei è considerata tra i maggiori esperti su Bruno: il suo amore per il nolano è cresciuto nel tempo o è stato amore a prima vista?

È stato un amore a prima vista perché Raffaello Franchini aveva scritto nel suo libro sulla dialettica un capitolo su Bruno molto importante, per cui lo conoscevo anche da prima. […]

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GUGLIELMO MOSCHETTI: “THRILLER NAPOLETANO – 18 23 22”

Sabato 20 giugno sul canale Facebook di LUX in Fabula, per la rassegna QUATTRO CHIACCHIERE CON L’AUTORE, lo scrittore Gugliemo Moschetti ha presentato il suo ultimo romanzo THRILLER NAPOLETANO – 18 23 22, edito da INTRA MOENIA, riedizione riveduta e ampliata del precedente MAX  GIALLO NAPOLETANO pubblicato nel lontano 1990.

Thriller Napoletano segue IO SILANO… CHI SONO, a sua volta un poliziesco ma dalla leggera venatura fantascientifica.

Ex poliziotto in pensione con la passione per la scrittura, a causa di quella che lui stesso definisce deformazione professionale, l’autore ama cimentarsi con il genere poliziesco ché gli consente di dare fondo al proprio bagaglio di esperienza professionale accumulata in anni di presidio del territorio a bordo delle volanti. […]

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PALMIRA SCALISE FAZIO, LA POETESSA CALABRESE CHE AMAVA I CAMPI FLEGREI: IL RICORDO DEL FIGLIO ROBERTO

Di seguito il articolo sulla poetessa Palmira Scalise Fazio pubblicato su QuiCampiFlegrei.it

Per anni mi sono onorato dell’amicizia del professor Roberto Fazio (nato a Carlopoli in provincia Catanzaro il 1933 e deceduto a Pozzuoli nel 2007). Fu il mio insegnante di educazione fisica al biennio alla fine degli anni settanta. Anni dopo ci ritrovammo a una festa di amici a casa sua: era il papà della fidanzata, poi divenuta moglie, di un mio carissimo amico. Da allora tra di noi nacque una bella amicizia che si consolidò nel tempo, nonostante ci separasse una notevole differenza di età. Era un piacere andarlo a trovare nella sua splendida villa al Parco Ortodonico per trascorrere qualche ora insieme, conversando di poesia e letteratura, o semplicemente per chiacchierare del più e del meno, sorseggiando un bicchierino di whisky o di tequila.

Quando arrivavo, dopo avermi accolto alla porta con l’immancabile sorriso, mi faceva strada nell’enorme ed elegante studio dalle pareti tappezzate di diplomi pergamenati celebranti il valore poetico della madre, la poetessa Palmira Fazio Scalise (nata a Castagna, Catanzaro nel 1894 e deceduta a Quarto nel 1984). In un angolo, una foto autografata di D’Annunzio con dedica alla madre con cui il vate tenne un breve carteggio quando lei era giovane incoraggiandola nel continuare a scrivere versi.  […]

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IL PESCATORE DI SOGNI

Nell’attesa che l’emergenza sanitaria passi e potremo finalmente tornare – si spera – alla vita di sempre, con un gruppo di amici ci ritroviamo periodicamente in chat per discutere di argomenti vari: oggi la discussione verteva sul SOGNO. Di seguito un mio racconto inedito in cui affronto il tema.

Da quando era andato in pensione, tutte le sere caricava in auto l’occorrente per la pesca e raggiungeva la spiaggia nell’attimo cui il crepuscolo all’orizzonte si infiammava di arancio nell’estremo saluto alla vita.

Quando arrivava sul litorale, sceso in spiaggia, sistemava la sediolina a ridosso della riva, impugnava la canna da pesca, si sedeva e pescava tutta la notte. Terminava allorché i primi riverberi dell’aurora rischiaravano le tenebre.

Quando rientrava a casa, mentre attraversava l’atrio del palazzo in cui abitava, ad accoglierlo trovava sempre il portinaio che gli si avvicinava con aria sardonica; sbirciava nel secchio vuoto e sussurrava: “Anche oggi niente, eh?”

“Come niente? Non vede quanti ittico-oniricos ho pescato questa notte?” rispondeva puntualmente, levando il secchio colmo d’acqua in modo che l’uomo vi guardasse dentro.

Convinto che il pensionato avesse perso qualche rotella, il portinaio l’assecondava, dicendo:

“Come no, se non fa attenzione, mi imbratta il pavimento di pesci!”

Quella scena andò avanti fino a che il pensionato non trapassò.

Il giorno del funerale, il mesto corteo che partì dal palazzo era composto da poche persone. Tuttavia, man mano che attraversava il paese, uno dopo l’altro i cittadini vi si accodavano, seppure non sapessero chi fosse il defunto e, soprattutto, perché lo facessero. Era come se una calamita li attraesse a sé imponendogli di accompagnare il feretro nell’ultimo viaggio. […]

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MARIA MADDALENA, LA SANTA SCOMODA

Di seguito l’articolo su Maria Maddalena pubblicato su quicampiflegrei.it

In questo mio breve scritto che appartiene alla raccolta di racconti e di pensieri RAGGIOLO, UNO SCORCIO DI PARADISO IN TERRA, dedicata a Raggiolo, il borgo nel casentino toscano, in provincia di Arezzo, dove ormai da anni trascorriamo le vacanze estive, sono racchiuse le riflessioni suscitatemi su Maria Maddalena dalla visita che feci alcuni anni fa al Santuario della Verna, ripromettendomi di ampliarle non appena ne avessi modo.

Seppur consapevole che in molti potrebbero suscitare perplessità, decisi di renderle pubbliche considerandole spunto di riflessione  e di approfondimento su temi tuttora controversi legati alla storia della cristianità e, in particolare, alla figura di Maria Maddalena!

Ci sono al mondo luoghi pregni di atmosfera e spiritualità che rapiscono l’anima proiettandola in un ambiente surreale. Uno di questi è sicuramente il Santuario della Verna nel casentino toscano, situato a 1128 mt sul versante meridionale del monte Penna detto anche monte della Verna. Di proprietà del conte Orlando Cattani di Chiusi, nel 1213 fu donato dallo stesso conte a San Francesco e ai suoi compagni in quanto, essendo immerso nella natura rigogliosa e selvaggia, lontano dalla civiltà, era adatto alla contemplazione praticata dai fraticelli: “ Io ho in Toscana uno monte divotissimo il quale si chiama monte della Vernia, lo quale è molto solitario e salvatico ed è troppo bene atto a chi volesse fare penitenza, in luogo rimosso dalle gente, o a chi desidera fare vita solitaria. S’egli ti piacesse, volentieri Io ti donerei a te e a’ tuoi compagni per salute dell’anima mia”.

Sorvolando sull’indiscusso aspetto contemplativo del luogo, che facilmente può alimentare un senso di misticismo perfino in animi refrattari alla meditazione spirituale, credo meriti una considerazione il fatto che la prima celletta in cui San Francesco si ritirava in preghiera lì sul monte era dedicata a Maria Maddalena; figura ambigua nel pantheon cattolico dato che – nonostante fu la prima persona cui Gesù si manifestò subito dopo la resurrezione, riconoscendole in questo modo un ruolo importante rispetto a tutti gli altri apostoli, Pietro incluso – da sempre per la Chiesa di Roma Maria Maddalena è stata oggetto di illazioni o ingiurie al punto che nel 591 papa Gregorio Magno l’identificò nell’adultera salvata da Gesù dalla lapidazione. E seppure nel 1969, dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa ridiscusse, negandola, tale identificazione, a tutt’oggi essa resta viva nell’immaginario collettivo – senza che le autorità ecclesiastiche prendano una posizione netta per riabilitarla pubblicamente agli occhi dei fedeli. Tuttavia recentemente l’autorevole figura di monsignor Ravasi ha sconfessato l’abbinamento Maddalena- prostituta. […]

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CLEMENTINA GILY REDA: LEONARDO–L’ELEGANZA DELL’IO

Di seguito vi propongo la mia recensione al volume LEONARDO – L’ELEGANZA DELL’IO di Clementina Gily Reda, Albatros Edizioni, pubblicata su quicampiflegrei.it

Non tutti i libri sono per tutti: quello di cui ci apprestiamo a parlere rientra in questa categoria.

Diversamente dalla semplicità espositiva e capacità affabulatoria che l’hanno resa e tuttora la rendono apprezzata dagli studenti e dal pubblico presente alle sue conferenze, in questo libro la Gily ha dato fondo al proprio essere studiosa e filosofa enucleando l’arte leonardesca attraverso agganci storici e filosofici che le impongono di esprimersi in quel linguaggio tecnico/accademico che lei stessa ha sempre cercato di evitare in modo da essere comprensibili anche ai non addetti ai lavori.

“Leonardo – L’eleganza dell’Io” di Clementina Gily Reda, edito da Albatros Edizioni è un saggio in cui l’autrice – filosofa tra i maggiori studiosi di Giordano Bruno, ex docente di estetica della comunicazione alla Federico II e al Suor Orsola Benincasa, per anni impegnata nella ricerca sul ruolo formativo del gioco – prendendo spunto dal suo “incontro” con il SALVATOR MUNDI di Leonardo Da Vinci esposto alcuni anni fa al Museo Diocesano di Napoli, attraverso l’ecfrastica – genere letterario del commento delle immagini con parole in uso nelle scuole medievali per educare al ben parlare, senza far disperdere l’allievo nel contenuto, tenendolo attento a grammatica e retorica […] (Clementina Gily Reda, Ecfrastica e Formazione Estetica:  Ottobre 2012, Convitto Nazionale Vittorio Emanuele, Napoli) – partendo dallo sguardo dell’uomo del dipinto da cui non traspare alcun sorriso, diversamente da quello ambiguo e famoso della Gioconda, non solo fa un’analisi tecnica dell’opera, ma ciò le dà modo di intraprendere un articolato studio su quel che rappresentò il Rinascimento – Leonardo, che fu tra i massimi esponenti, visse il periodo centrale; Giordano Bruno, figura a lei tanto cara, fu uno degli ultimi rappresentanti – nella storia dell’umanità soprattutto a livello artistico e architettonico. […]

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CAMBIAMENTO

Nell’attesa che l’emergenza sanitaria passi e potremo finalmente tornare – si spera – alla vita di sempre, con un gruppo di amici ci ritroviamo periodicamente in chat per discutere di argomenti vari: oggi la discussione verteva sul CAMBIAMENTO. Di seguito un mio racconto inedito in cui affronto il tema.

“Chi nasce tondo non morirà mai quadrato” ripeteva sempre mio nonno per affermare che un uomo nella vita difficilmente potrà cambiare modo di fare. A sostegno di questa sua certezza, rafforzava il senso del discorso citando un ulteriore detto a lui caro: “il lupo perde il pelo ma non il vizio”!

A forza di sentirgli ripetere quei motti, a mia volta crebbi maturando la convinzione che davvero un uomo nella vita non potesse mai cambiare. Per cui chi avrebbe avuto la fortuna di nascere genio, lo sarebbe stato a vita, così come chi avrebbe avuto la sventura di nascere con tendenze criminali, sarebbe stato a vita un criminale incallito.

Mai fui sfiorato dall’idea che il cambiamento appartenesse all’evoluzione d’ogni essere vivente per cui, in qualunque momento un uomo lo avesse davvero voluto , avrebbe potuto dare una sterzata in positivo o in negativo alla propria vita.

Man mano che crescevo, quegli aspetti del mio carattere, che agli occhi di tanti erano considerati difetti, per me rappresentavano la carta di identità per cui ne andavo orgoglioso. A quanti, soprattutto le donne, mi accusavano di essere un egoista, un opportunista, un egocentrico rispondevo che quello era il mio modo di essere, non potevo farci nulla.

La sofferenza che arrecavo agli altri con il mio comportamento la reputavo non una mia colpa ma una loro debolezza. Nemmeno per un attimo mi ponevo il problema se non fosse il caso meditassi su me stesso, cercando di individuare eventuali asperità del mio modo di fare, impegnandomi a smussarle al fine di avere un rapporto più armonioso con gli altri.

Quell’atteggiamento di estrema individualità mi portò ad avere successo a livello professionale: in poco tempo, da semplice impiegato, mi ritrovai a ricoprire funzioni dirigenziali. I vertici aziendali mi apprezzavano per la tenacia e la facilità con cui realizzavo gli obiettivi, non creandomi alcun tipo di problema nel fare tabula rasa attorno a me. […]

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