Il successo di pubblico e di critica che sta riscuotendo LA MAGIA DEL NATALE A POZZUOLI, il villaggio natalizio allestito sul Rione Terra dal 7 dicembre al 6 gennaio, è la conferma che la gente, soprattutto in un momento così difficile tra pandemia, guerra in Ucraina e crisi economica, sente la necessità di eventi che per un attimo l’allontanino dalla quotidianità, consentendole di immergersi in un’atmosfera surreale carica di magiche suggestioni e romantiche nostalgie.

“LA MAGIA DEL NATALE A POZZUOLI”: LA SCOMMESSA VINCENTE PER IL RILANCIO DELLA CITTA’

Il successo di pubblico e di critica che sta riscuotendo LA MAGIA DEL NATALE A POZZUOLI, il villaggio natalizio allestito sul Rione Terra dal 7 dicembre al 6 gennaio, è la conferma che la gente, soprattutto in un momento così difficile tra pandemia, guerra in Ucraina e crisi economica, sente la necessità di eventi che per un attimo l’allontanino dalla quotidianità, consentendole di immergersi in un’atmosfera surreale carica di magiche suggestioni e romantiche nostalgie.

 

L’idea di allestire un mercatino di Natale e la casa di Babbo Natale in quelle che un tempo furono le botteghe o i bassi dell’antica Rocca, concedendo ai visitatori la possibilità di visitare in serata, previa prenotazione, gli scavi della Rocca o di partecipare agli eventi programmati, si sta rivelando un’idea vincente. […]

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it

Si dice che “un uomo senza lavoro è un uomo senza dignità”. Non sono d’accordo. Avendo perso il lavoro poco più di tre anni fa, mi sento in diritto di affermare che la dignità la si può perdere anche lavorando, tenendo un comportamento privo delle elementari regole umane e sociali.

Un uomo senza lavoro è un fantasma sociale che non può permettersi nemmeno una pizza.

Si dice che “un uomo senza lavoro è un uomo senza dignità”. Non sono d’accordo. Avendo perso il lavoro poco più di tre anni fa, mi sento in diritto di affermare che la dignità la si può perdere anche lavorando, tenendo un comportamento privo delle elementari regole umane e sociali.

Un uomo senza lavoro, invece, per la società è come se non esistesse, è come se fosse morto, in quanto non è nella condizione di potersi permettere nemmeno un caffè o una pizza, certamente non da Briatore, da solo o con gli amici – sempreché questi ultimi non si allontanino da lui nel momento in cui perde il lavoro -, di acquistare il giornale o semplicemente di concedersi una passeggiata senza l’assillante pensiero di non avere in tasca nemmeno i soldi per pagarsi il tram.

In questa società in cui ciò che realmente conta sono i numeri, in primis quelli del conto corrente, un uomo senza lavoro, e dunque privo di reddito, è una sorta di fantasma: tanti sanno che esiste ma in pochi riescono a vederlo. […]

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it

Dopo aver portato a termine senza tanti patemi la Napoli-Pompei, prima di stabilire se fosse il caso o meno di iscrivermi alla maratona di Napoli che si sarebbe corsa a febbraio del 2014, mi iscrissi alla Coast to Coast/Sorrento-Amalfi di metà dicembre: 32 km di cui oltre 20 lungo i tornanti e i saliscendi della costiera amalfitana.

Coast to Coast/Sorrento-Amalfi, una sconfinata emozione

Dopo aver portato a termine senza tanti patemi la Napoli-Pompei, prima di stabilire se fosse il caso o meno di iscrivermi alla maratona di Napoli che si sarebbe corsa a febbraio del 2014, mi iscrissi alla Coast to Coast/Sorrento-Amalfi di metà dicembre: 32 km di cui oltre 20 lungo i tornanti e i saliscendi della costiera amalfitana.

Finora quella resta in assoluto la gara più bella a cui abbia partecipato. Bella non tanto per lo scenario mozzafiato in cui si svolse – quando sei in gara, soprattutto in una tosta come la Coast To Coast, concentrato come sei a gestire le energie per non rischiare di restare a secco di benzina prima dell’arrivo, del panorama te ne preoccupi relativamente – quanto per le emozioni che mi regalò.

Ancora oggi quando ripenso a quei 32 km mi coglie una profonda emozione.

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it

Videoracconto trasmesso a Palazzo Migliaresi la mattina di sabato 5 marzo, nell’ambito della manifestazione “Le donne del Rione Terra – Storie di folklore puteolano” per i 52 anni dello sgombero del Rione Terra di Pozzuoli e in occasione della Festa della Donna. Il racconto è un omaggio alle donne di Pozzuoli. L’evento è stato organizzato da Acli Dicearchia, dal maestro Antonio Isabettini e con il patrocinio morale del Comune di Pozzuoli, nell’ambito del progetto della Commissione Pari Opportunità.

Ncopp’ ‘a Terra

Videoracconto trasmesso a Palazzo Migliaresi la mattina di sabato 5 marzo, nell’ambito della manifestazione “Le donne del Rione Terra – Storie di folklore puteolano” per i 52 anni dello sgombero del Rione Terra di Pozzuoli e in occasione della Festa della Donna. Il racconto è un omaggio alle donne di Pozzuoli. L’evento è stato organizzato da Acli Dicearchia, dal maestro Antonio Isabettini e con il patrocinio morale del Comune di Pozzuoli, nell’ambito del progetto della Commissione Pari Opportunità.

PER VEDEDERE IL VIDEORACCONTO CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it

Fino all’ultimo gli organizzatori hanno confidato nella clemenza di Giove Pluvio per scongiurare le previsioni che per il fine settimana davano pioggia. Alla fine la loro fiducia nella divinità è stata premiata e la Festa della Castagnatura organizzata a Raggiolo/AR sabato 30 e domenica 31 ottobre si è svolta senza intoppi, facendo registrare un successo di pubblico al di là delle più rosee previsioni a conferma di quanto la gente fosse alla ricerca di “normalità” dopo quasi due anni di restrizioni dovute alla pandemia.

Raggiolo: grande successo per la Festa della Castagnatura

Fino all’ultimo gli organizzatori hanno confidato nella clemenza di Giove Pluvio per scongiurare le previsioni che per il fine settimana davano pioggia. Alla fine la loro fiducia nella divinità è stata premiata e la Festa della Castagnatura organizzata a Raggiolo/AR sabato 30 e domenica 31 ottobre si è svolta senza intoppi, facendo registrare un successo di pubblico al di là delle più rosee previsioni a conferma di quanto la gente fosse alla ricerca di “normalità” dopo quasi due anni di restrizioni dovute alla pandemia.

Il classico clima autunnale di montagna – il cielo pallido rendeva i colori sbiaditi infondendo un che di misterioso al paesaggio, il manto di foglie secche e gusci di castagne ricopriva le strade e i sentieri scricchiolando ogni volta che veniva calpestato dai visitatori, la temperatura fresca, il fumo dei camini e delle stufe che usciva dai comignoli delle case tracciando il cielo con dense scie che svanivano al vento –  ha reso la giusta atmosfera per lo svolgimento dell’evento organizzato dalla Brigata di Raggiolo dallo scorso ottobre presieduta da Francesco Franceschini succeduto a Paolo Schiatti. […]

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it

Dopo la cancellazione dello scorso anno a causa del Covid, sabato 30 e domenica 31 ottobre, grazie all’impegno della Brigata, Raggiolo, tipico borgo medievale abbarbicato sulle pendici del Pratomagno nel Casentino Toscano in provincia di Arezzo, torna a riproporre la Festa della Castagnatura, uno degli eventi più caratteristici della propria tradizione popolare in cui si celebra la castagna, il frutto che nel corso del tempo ha sfamato intere generazioni di raggiolatti che non solo la mangiavano ma ne traevano la farina per fare pane e polenta.

Tutti a Raggiolo per la Festa della Castagnatura

Dopo la cancellazione dello scorso anno a causa del Covid, sabato 30 e domenica 31 ottobre, grazie all’impegno della Brigata, Raggiolo, tipico borgo medievale abbarbicato sulle pendici del Pratomagno nel Casentino Toscano in provincia di Arezzo, torna a riproporre la Festa della Castagnatura, uno degli eventi più caratteristici della propria tradizione popolare in cui si celebra la castagna, il frutto che nel corso del tempo ha sfamato intere generazioni di raggiolatti che non solo la mangiavano ma ne traevano la farina per fare pane e polenta. […]

PER LEGGERE L VERSIONE INTEGRALE CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it

Due settimane fa ci ha improvvisamente lasciati Gioia, la gattina randagia che adottammo – sarebbe più corretto dire “ci adottò” visto che i gatti scelgono loro il padrone. Una scomparsa improvvisa che ha lasciato un vuoto che nessuno immaginava fosse così intenso al punto da apparire quasi incolmabile.

Probabilmente molti, leggendomi, penseranno che stia esagerando. Se davvero così fosse, costoro sappiano che non li biasimo perché il primo a stupirsene sono io stesso.

Gioia la micetta bellella

Due settimane fa ci ha improvvisamente lasciati Gioia, la gattina randagia che adottammo – sarebbe più corretto dire “ci adottò” visto che i gatti scelgono loro il padrone. Una scomparsa improvvisa che ha lasciato un vuoto che nessuno immaginava fosse così intenso al punto da apparire quasi incolmabile.

Probabilmente molti, leggendomi, penseranno che stia esagerando. Se davvero così fosse, costoro sappiano che non li biasimo perché il primo a stupirsene sono io stesso.

Da che ero bambino, fino all’età di oltre vent’anni, ho vissuto in casa prima con un cane e un gatto e poi con un altro cane. Quindi vivere con un animale domestico per me è un’abitudine, eppure la scomparsa di Gioia mi ha profondamente turbato come invece non fu quella degli altri.

Forse perché mentre loro morirono di vecchiaia, Gioia è scomparsa all’improvviso nel giro di quattro giorni a causa di un linfoma che le aveva perforato la cistifellea procurandole un travaso di bile, come scoprimmo quando fummo costretti a ricoverarla di urgenza in un ospedale per animali.

Dal primo istante che a fine settembre di 6 anni fa fece la sua comparsa sul balcone di casa perché la sfamassimo – a prendersi cura di lei fu mia moglie – Gioia diventò subito un membro della famiglia e tale è stata e sarà per sempre.

Mai fummo sfiorati dal pensiero, soprattutto d’estate quando partivamo per le vacanza, di lasciarla da sola tanto era abituata a stare in strada. Ovunque andassimo, se in casa non c’era qualcuno che si occupasse di lei, la caricavamo nel trasportino e la portavamo con noi. […]

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it

Come in ogni territorio, anche nei Campi flegrei risiedono realtà artistiche/culturali che a testa alta ne difendono e diffondono il nome e il vessillo a livello nazionale. Una di queste è sicuramente la poetessa/scrittrice Annamaria Varriale: dopo aver vinto a ottobre dello scorso anno il premio di poesia “L’amore: arte e sentimento” a San Giorgio sul Sannio/BN e a luglio “L’Ischia Poetry Slam” – meritandosi l’accesso alla finale di Milano della prossima settimana -, domenica 5 settembre, nella splendida cornice di Acciaroli, è risultata tra i vincitori per la sezione poesia alla seconda edizione del Premio Speciale Angelo Vassallo Sindaco Pescatore con la poesia ADDII DI GABBIANI.

La poetessa Annamaria Varriale si afferma al premio speciale di poesia Angelo Vassallo

Come in ogni territorio, anche nei Campi flegrei risiedono realtà artistiche/culturali che a testa alta ne difendono e diffondono il nome e il vessillo a livello nazionale. Una di queste è sicuramente la poetessa/scrittrice Annamaria Varriale: dopo aver vinto a ottobre dello scorso anno il premio di poesia “L’amore: arte e sentimento” a San Giorgio sul Sannio/BN e a luglio “L’Ischia Poetry Slam” – meritandosi l’accesso alla finale di Milano della prossima settimana -, domenica 5 settembre, nella splendida cornice di Acciaroli, è risultata tra i vincitori per la sezione poesia alla seconda edizione del Premio Speciale Angelo Vassallo Sindaco Pescatore con la poesia ADDII DI GABBIANI. […]

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it

Puteolano doc, con ben ventinove maratone all’attivo nel palmares – lo scorso anno sarebbero diventate trenta se, causa covid, non avessero annullato quella di New York a cui spera di partecipare quest’anno – Ciro Marotta quest’estate ha percorso il tratto italiano della Via Francisca del Lucomagno che da Lavena Ponte Tresa in provincia di Varese, dopo nove tappe, arriva a Pavia. I suoi compagni di viaggio sono stati: Neven Adzaip, guida del Spiritual Tour, il tour operator specializzato in questo settore; Concetta Maddaluno, Marco Rocchi, Deborah Paris, Gianluca Persichetti, Vincenzo Foti, Domenica Fusi, Daria Lamera. Al gruppo per i primi tre giorni si è unita Ilaria Notari inviata di Varese News che lo ha intervistato

“Zio Ciro”, un pellegrino puteolano sulla Via Francisca

Puteolano doc, con ben ventinove maratone all’attivo nel palmares – lo scorso anno sarebbero diventate trenta se, causa covid, non avessero annullato quella di New York a cui spera di partecipare quest’anno – Ciro Marotta quest’estate ha percorso il tratto italiano della Via Francisca del Lucomagno che da Lavena Ponte Tresa in provincia di Varese, dopo nove tappe, arriva a Pavia. I suoi compagni di viaggio sono stati: Neven Adzaip, guida del Spiritual Tour, il tour operator specializzato in questo settore; Concetta Maddaluno, Marco Rocchi, Deborah Paris, Gianluca Persichetti, Vincenzo Foti, Domenica Fusi, Daria Lamera. Al gruppo per i primi tre giorni si è unita Ilaria Notari inviata di Varese News che lo ha intervistato (video dell’intervista).

Per farmi raccontare la sua esperienza, ci diamo appuntamento al ristorante l’Akademia sul Lago di Lucrino. […]

PER LEGGERE L’INTERVISTA CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it

Quando, poco più di un mese fa,   si incendiarono le gradinate in legno dell’anfiteatro Flavio, in tanti non ce ne stupimmo: nel corso degli anni ripetute erano state le denunce per lo stato di abbandono e degrado in cui versavano, e in alcuni casi ancora versano, molti siti archeologici di Pozzuoli.

Rinascimento puteolano: la necropoli del Ponte Copin torna a rivedere le stelle.

Quando, poco più di un mese fa,   si incendiarono le gradinate in legno dell’anfiteatro Flavio, in tanti non ce ne stupimmo: nel corso degli anni ripetute erano state le denunce per lo stato di abbandono e degrado in cui versavano, e in alcuni casi ancora versano, molti siti archeologici di Pozzuoli.

Tra questi spiccava la necropoli romana del Ponte Copin, meglio noto come “ponte azzurro”. Aperta al pubblico più di vent’anni fa, non si è mai capito perché fosse stata repentinamente chiusa e abbandonata a se stessa tanto da consentire alla vegetazione di inghiottirla fino a nasconderla nemmeno fossimo nella foresta amazzonica.

Chiunque chiedesse chiarimenti ai rappresentanti delle istituzioni locali del perché un sito di tale bellezza e dimensioni, che in qualunque altro posto sarebbe stato tutelato, valorizzato e sfruttato per incrementare il turismo e arricchire la comunità, doveva subire una simile umiliazione, si sentiva rispondere: “la gestione del patrimonio archeologico non compete al Comune ma alla soprintendenza!”

Seppure quella spiegazione lasciasse più di un dubbio – a seguito dell’incendio dell’anfiteatro, facendo delle ricerche in rete, si è scoperto che esistono delle leggi che consentono agli enti locali di intervenire direttamente nella tutela e gestione dei beni culturali situati sul proprio territorio -, si confidava che, prima o poi, quell’immenso patrimonio, trovasse la propria valorizzazione. […]

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it