ABUSIVISMO, CONDONO E CROLLI UNA PRASSI TUTTA ITALIANA

casamicciola

Per quanto siano comprensibili le prese di posizione dei sindaci ischitani all’indomani del terremoto di martedì sera che, malgrado la magnitudo medio-bassa del 4° della scala Richter, ha causato, soprattutto a Casamicciola alta e Lacco Ameno, crolli, vittime, feriti e sfollati (260), per i quali i crolli non sono da attribuirsi all’abusivismo edilizio che, stando ai media, sarebbe imperante sull’isola, bensì alla vetustà degli edifici crollati, fin dalle prime ore i tecnici giunti sul luogo del disastro hanno parlato di strutture costruite con materiali scadenti. Se a questo si aggiunge che la casa crollata sotto le cui macerie hanno rischiato di morire sepolti vivi tre fratellini sarebbe stata ampliata in maniera non conforme tanto da preoccupare gli stessi vicini per la stabilità, è evidente che, seppure l’isola non fosse il paradiso dell’abusivismo edilizio descritto dalle cronache di questi giorni, sulla questione edilizia isolana ci sarebbe comunque qualcosa che non funziona. Non a caso perfino il Ministro Del Rio ha ammesso che una scossa del 4° dovrebbe provocare solo paura. Mentre la Procura di Napoli sta valutando la possibilità di aprire un fascicolo contro ignoti per disastro colposo e omicidio colposo multiplo.

In contrapposizione alla posizione difensivista dei sindaci ischitani, la manifestazione del 2010, sempre a Casamicciola, di 300 persone che non si fecero scrupoli di lanciare pietre contro le forze dell’ordine pur di evitare l’abbattimento di una villetta abusiva.

Ma la vicenda di Ischia è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi in cui si evince quanto l’abusivismo edilizio sia di prassi nel nostro paese in virtù che ad ogni abuso, o quasi, corrisponde nel tempo un condono che per lo stato vuol dire entrata di soldi.

Ecco, più che essere il paese degli abusi, siamo il paese dei condoni. Ed è questa la vera vergogna.

Quel che mi piacerebbe sapere è se anche negli altri paesi occidentali esiste un simile fenomeno. O se il condono e i suoi derivati sono esclusiva usanza italiana.

Se una persona commette un reato, è giusto che venga sanzionata in base alla legge. Punto.

La consapevolezza che commettendo un abuso, successivamente esso sarà condonato mediante un’ammenda pecuniaria, anziché scoraggiare, induce i più irriducibili a commetterlo. Soprattutto se esso è finalizzato a scopo di lucro o comunque a rendere più agevole il proprio vivere e quello dei familiari.

Il problema lo si potrebbe arginare alla fonte imponendo ai proprietari degli stabili abusivi l’obbligo, all’atto in cui presenteranno le richieste per gli allacciamenti delle varie utenze, di presentare un certificato rilasciato dal comune che accerti la regolarità dello stabile. Senza di esso non sarà possibile usufruire di alcun servizio. E dunque la casa non avrà ragione d’esistere.

Volendo essere ulteriormente inflessibili, basterebbe che i vigili urbani, vigilando per il territorio di loro appartenenza, notando la presenza di una struttura insolita in un’area precedentemente sgombra o non adibita a uso edile, approfondiscano quello che sta avvenendo, denunciandone la presenza alle autorità competenti.

A riguardo tuttora ci si domanda come sia stato possibile che nel corso degli anni a Napoli sorgesse un intero quartiere abusivo, Pianura, i cui edifici, palazzi interi, hanno poi usufruito dei vari condoni che si sono succeduti nel tempo.

Probabilmente se chi di dovere facesse al meglio il proprio lavoro, tanti scempi si eviterebbero. E soprattutto si eviterebbero tante tragedie.

Ascoltare il Presidente della Regione Campania De Luca prima schierarsi contro gli abbattimenti degli immobili abusivi voluti dal governo, giustificandoli come “abusivismo di necessità”; successivamente attribuire all’abusivismo le cause dei crolli e delle vittime di Casamicciola, lascia alquanto perplessi. Un abuso è un abuso, dunque è un reato. Che io sappia, non esiste nessuna legge che regolamenti gli abusi. Dunque una gerarchia dei reati.

Come sempre accade quando si verifica una tragedia annunciata, anche nel caso del terremoto di Ischia è iniziato lo scaricabarile di responsabilità.

Se sull’isola ci si fosse premurati di attuare un’opera di prevenzione in considerazione della natura vulcanica del territorio, controllando la stabilità degli edifici, imponendo il rafforzamento di quelli non a norma o antichi come la chiesa crollata risalente al 1800 e la casa ristrutturata abusivamente implosa sui tre bambini, probabilmente ora staremmo parlando d’altro.

Un’ultima considerazione: da tempo si parla del rischio eruzione del supervulcano dei Campi Flegrei ritenuto dagli esperti più pericoloso del Vesuvio per l’estensione del cratere. Dopo quanto avvenuto a Ischia non sarebbe il caso che le autorità dei comuni flegrei attuino una campagna di controllo sui vari edifici, pubblici e privati, per valutare la stabilità di quelli vecchi, se edificati con norme antisismiche quelli recenti?

Non vorremmo che un domani anche a Pozzuoli, Quarto, Baia, Bacoli, Monte di Procida per una scossa di bassa entità dovremmo registrare crolli e piangere morti. Assistendo anche in quel caso all’increscioso rimpallo di responsabilità!

TERREMOTO A ISCHIA E LACRIME DI COCCODRILLO

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Diciamocelo senza inutili giri di parole, tutti, o quasi tutti, non appena abbiamo appreso l’entità del terremoto che ieri sera, poco prima delle 21, ha scosso l’isola di Ischia, mietendo vittime – al momento 2 morti – , feriti, distruzione e sfollati, soprattutto a Casamicciola famosa per il terremoto che il 28 luglio del 1883 la rase completamente al suolo uccidendo oltre duemila persone tra cui la famiglia del filosofo Benedetto Croce, abbiamo fatto un comune pensiero: come è possibile che un terremoto del 4° grado della scala Richter possa provocare una simile devastazione?

Tale atroce dubbio è avallato dalle dichiarazione degli esperti per i quali è “allucinante che si continui a morire per sismi di questa entità”, Francesco Peduto, Presidente del Consiglio nazionale dei geologi.

La replica del cittadino comune all’affermazione/denuncia degli esperti è: “semplice, siamo in Italia, paese dove, nei fatti, è ignoto il significato del vocabolo prevenzione”. Non certo quello di abusivismo di necessità che il Presidente della Campania De Luca vorrebbe condonare in barba a quanto previsto dal governo che invece le case abusive le vorrebbe demolire.

Seppure è prematuro definire abusivi gli edifici crollati a Ischia, dalle immagine e dalle foto trasmesse in televisione o postate sui vari social, a un primo sguardo, è evidente che si tratta di costruzione nuove venute giù come burro.

Di conseguenza il loro sgretolarsi o lesionarsi all’atto della scossa di ieri sera, inizialmente sottostimata al livello di 3,6° Richter e successivamente rivista a 4°, testimonierebbe che nella loro edificazione o ristrutturazione – nel caso degli alberghi lesionati si potrebbe ipotizzare un ampliamento non conforme, finalizzato a costruire ulteriori camere in cui ospitare turisti a scopo di lucro – molto probabilmente non furono seguiti tutti i crismi antisismici previsti dalla legge. Seppure Ischia sia territorio a alto rischio sismico trovandosi nella caldera dei campi flegrei che preoccupa gli esperti più del Vesuvio.

Nello stesso tempo il cittadino si domanda se anche in questo caso, come avvenne per il terremoto dell’Aquila, qualche imprenditore abbia gioito pensando agli affari che ne ricaverà dalla ricostruzione.

In quest’ultimo caso però l’entusiasmo dovrebbe essere frenato da quanto sta avvenendo nelle zone del centro Italia colpite dal terremoto giusto un anno fa, dove, malgrado gli impegni assunti prima da Renzi e poi da Gentiloni, la ricostruzione va a rilento, per non dire che è praticamente ferma, come ammise il commissario Vasco Errani. Senza contare che dopo oltre otto anni dal terremoto, la città dell’Aquila è ancora un cantiere a cielo aperto.

Ritardi che, ottimisticamente parlando, potrebbero essere conseguenza di una certosina azione di controllo da parte delle autorità per evitare di assegnare a imprese in odore mafia i lavori della ricostruzione. Ma che, molto più realisticamente, agli occhi del cittadino sono l’ennesima conferma dell’inefficienza dei politici nostrani i quali, a parole, sono in grado di cambiare il mondo.

Peccato che puntualmente si smentiscano da soli con i fatti!

Le vittime e i crolli provocati dal terremoto di ieri vanno a accrescere ulteriormente il carico di responsabilità delle autorità locali e nazionali le quali, anziché preoccuparsi di prevenire i disastri con adeguate politiche a tutela del territorio e della sicurezza dei cittadini, pensano a condonare edifici costruiti abusivamente.

Forse perché condonare porta voti. Demolire o bloccare i lavori, no!

 

CARPE DIEM

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Il rientro dalle vacanze è sempre un piccolo trauma, soprattutto se le ferie sono state particolarmente rilassanti, riflessive, allegre, appassionate. Ma prima di tutto trascorse in piacevole compagnia.

Mai come quest’anno tutto ciò non mi è mancato. Trascorse ormai da diversi anni a Raggiolo, un paesino in provincia di Arezzo, arroccato ai piedi del Pratomagno nel casentino toscano, le ferie di quest’anno già in partenza avevano un sapore particolare: lo scorso anno, di questi tempi, eravamo alle prese con un artrite settica contratta da Alessandro, il mio secondogenito, a seguito di un intervento al ginocchio che ci tenne sulle spine per tutta l’estate. Quindi, già solo il fatto di poter partire senza preoccupazioni – con i ragazzi rispettivamente impegnati a lavoro, come barman Alessandro; con lo studio, il lavoro e la ragazza Lorenzo, il primogenito – era il massimo che potessi desiderare.

Se a ciò associo la piacevole compagnia di mia moglie, alla quale s’è aggiunta dall’inizio della seconda settimana di vacanze quella di mia sorella con il marito, già solo per questo le ferie di quest’anno possono definirsi belle.

Tuttavia alcuni fatti di cronaca che hanno insanguinato questo mese di agosto – la morte del ventitreenne fiorentino in una discoteca di Lloret de Mar in Costa Brava, durante un litigio con tre giovani ceceni; l’attentato a Barcellona e quello in Finlandia a opera di terroristi islamici con un bilancio complessivo di oltre 20 morti e un centinaio di feriti – non possono lasciare nell’animo di un uomo e di un padre una ferita che, per quanto rimarginerà del tutto senza troppa fatica grazie al trascorrere del tempo, sarà sempre ravvivata dallo spiacevole ricordo della telefonata del 30 luglio con la quale un amico mi comunicava del malore che aveva colto in allenamento un runner puteolano di mia conoscenza. Un vero top runner, dal portamento atletico invidiabile conseguenza di uno stile di vita sano.

Se avessimo dovuto stilare una statistica tra i presunti soggetti a rischio, nessuno lo avrebbe inserito nemmeno all’ultimo posto. E invece…

Fin dall’inizio che stramazzò al suolo davanti a tutti fu chiaro che le sue condizioni erano critiche. Purtroppo oggi, in tarda mattinata, è giunta la notizia che non ce l’ha fatta, che il suo cuore s’è fermato per sempre.

È in questi momenti che ti rendi conto di quanto devi reputarti fortunato allorché la vita ti offre la possibilità di condividere scampoli di serenità e allegria con le persone a te più care. Così come quanto debba reputarti fortunato nell’avere dei figli che si industriano concretamente per costruirsi il proprio futuro.

In un istante la vita del giovane fiorentino aggredito in discoteca, delle vittime degli attentati in Spagna e in Finlandia, del povero runner si sono spente o modificate in maniera drammatica per sempre.

È in questi momenti che percepisci concretamente quanto labile sia il confine tra la vita e la morte. Ed è allora che, seppure con la consapevolezza che non deve trattarsi di un mero pretesto per sentirti autorizzato a fare i tuoi comodi in barba alle regole del saper vivere mancando di rispetto agli altri, realizzi che, forse, nella vita l’unica regola che davvero vale la pena rispettare per essere felici o poco meno è riflessa nel motto latino Carpe Diem, cogli l’attimo.

Tutto il resto sono chiacchiere che trovano il tempo che trovano.

 

LA BOSCHI NON QUERELA DE BORTOLI E I DUBBI AUMENTANO

boschi de bortoli capitolo due.

Apprendere che, contrariamente a quanto lei stessa aveva dichiarato, Maria Elena Boschi non querelerà Ferruccio De Bortoli reo di aver scritto nel suo ultimo libro POTERI FORTI(ma non troppo) quella che secondo lei sarebbe una menzogna – ossia che, all’epoca in cui la Boschi, attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ricopriva il ruolo di Ministro delle Riforme, si interessò in prima persona, malgrado non rientrasse nelle proprie competenze e alimentasse un immane conflitto di interessi, che UNICREDIT rilevasse Banca Etruria, di cui il suo papà era vicepresidente, per trarla dalle difficoltà ben note, interpellando direttamente l’allora ad della banca Federico Ghizzoni – mi suscita un forte senso di ilarità mista a indignazione in quanto  una volta di più un singolo episodio dimostrerebbe l’inadeguatezza dell’attuale classe dirigente alla guida del paese.

Mi spiego. Se la Boschi avesse davvero querelato De Bortoli, per difendersi, il giornalista sarebbe stato costretto a mostrare in tribunale le prove della veridicità di quanto asserito nel libro incriminato. Viceversa tutto rimarrà avvolto nel mistero. Seppure la mancata querela alimenta forte i dubbi che tra la Boschi e l’ex direttore del Corriere della Sera,  a mentire non sarebbe stato quest’ultimo.

Può consentirsi il paese un simile dubbio? No, se fossimo un paese normale, dove chi ricopre incarichi pubblici è tenuto a un atteggiamento irreprensibile affinché nei cittadini non sorga il dubbio di essere governati da una masnada di chiacchieroni che si riempiono la bocca di belle parole ma che poi, nei fatti, lascerebbero alquanto a desiderare. Magari con la complicità dei media che, invece di fungere da guardiani del potere, se ne rivelano nella gran parte servi, tendendo a tacitare o a minimizzare atteggiamenti o asserzioni che se un politico li compisse o le asserisse in qualunque altra nazione cosiddetta civile e democratica sarebbe costretto a dimettersi, uscendone con le ossa rotte.

Invece da noi la notizia, a parte qualche giornale reazionario come il Fatto che stamattina la dava in prima pagina e la sviluppava in un ampio articolo a pagina 3, è relegate nelle pagine interne in articoletti di poche righe che difficilmente attraggono l’attenzione del lettore.

Tenuto conto che quando scoppiò il caso Banca Etruria, rispondendo in Parlamento a un’interpellanza parlamentare delle opposizione che l’accusavano di essersi interessata in prima persona della vicenda Banca Etruria, la Boschi giurò il contrario, sarebbe stato interessante sapere se l’allora Ministro offese o no il Parlamento e le istituzioni tutte mentendo spudoratamente.

L’avremmo certamente saputo se la Boschi avesse querelato De Bortoli.

Senza la querela niente verità. Solo un pensiero comune nelle menti dei cittadini che non depone certamente a favore della Boschi. Ma così come non si possono fare processi alle intenzioni, non si possono accusare le persone se le intenzioni di colpevolezza non sono avallate dalle prove!