Enric Marco, che mutò la verità in menzogna

   Singolare e truffaldina la storia di Enric Marco, militante antifranchista catalano, appassionato di storia con velleità da scrittore. Nel 1978, in un’intervista al periodico Por Favor, raccontò che nel 1943 era stato arrestato dai nazisti e deportato nel lager di Flossenbürg col numero 6448. Tornò a parlarne, con dovizia di particolari, nel libro Memorie dell’inferno: un’autobiografia come tante se lo storico Benito Bermejo non avesse fiutato l’inganno e scoperto che Marco non era mai stato deportato e che il numero 6448 semplicemente non era mai esistito. Ma com’era stato possibile che tanta gente, persino i sopravvissuti del lager di Flossenbürg, avessero dato credito al rappresentante dei deportati spagnoli? La risposta è nella ricchezza di particolari con cui Marco narrava il vissuto all’interno del lager ma i toni, scevri da ogni forma di riluttanza e anzi a tratti quasi compiaciuti, insospettirono Bermejo che infatti c’aveva visto giusto. Talvolta menzogna e verità sono inscindibili.

In alto: Gustav Klimt, Tragedia