Gli assassini giusti

   A Dresda, nel quartiere di Blasewitz, viveva un antiquario che, per  il libri e le conoscenze che possedeva, nonché per una scarsa inclinazione a lasciarsi impressionare dalle attese del suo tempo, godeva di una reputazione impareggiabile. Non erano solo gli abitanti del posto a rivolgersi a lui, il suo indirizzo era custodito gelosamente ben oltre Lipsia, Berlino o Jena; lettori affamati giungevano a fargli visita persino dalle isole baltiche Rügen e Usedom. Affrontavano ore di treno o in automobile, dormivano su materassini gonfiabili a casa di amici o sopportavano alloggi da pochi soldi soltanto per poter iniziare, alle dieci in punto del giorno successivo, il viaggio esplorativo che, interrotto da una pausa di due ore a mezzogiorno, proseguiva poi fino alle diciotto, talvolta anche fino a notte. […] Altri antiquari disponevano forse di un’offerta più ampia, con più rarità in spazi più estesi. Ma chi arrivava nella Brucknerstraße a Dresda-Blaewitz, spingeva il cancello di accesso al giardino, raggiungeva la porta di casa passando accanto a siepi e bidoni della spazzatura, premeva il malfermo campanello bianco accanto alla targhetta LIBRERIA D’ANTIQUARIATO, pazientava finché la porta si apriva con un clac, saliva gli scalini in arenaria fino al primo piano e finalmente suonava il campanello d’alluminio chiaro con la scritta GIRARE, ambiva a qualcosa di più: appunto a essere ammesso nel regno del celebre antiquario Norbert Paulini […]

   Non era possibile chiarire se i libri abitassero le tre stanze più belle di Norbert Paulini o se fosse lui ad avere preso dimora tra di essi. I libri e l’antiquario vivevano insieme, di giorno e di notte, e siccome davanti alla finestre che davano sulla strada si ergevano degli aceri e sul lato del cortile la casa era protetta da un grande castagno, le ore del giorno e le stagioni si perdevano in una semioscurità che giustificava in qualsiasi momento la luce di una lampada da lettura. Norbert Paulini poteva però diventare anche molto severo e persino spietato se dei visitatori, dopo aver sfogliato un libro, lo riponevano in modo sbagliato o lo lasciavano di traverso sopra gli altri. Teneva con ostinazione, in qualsiasi circostanza, al mantenimento del suo ordine. Solo l’ordine infatti preservava i libri dal rendersi introvabili, ossia dallo scomparire.

   L’ordine era anche alla base del sesto senso di Norbert Paulini. Aveva la dote di scorgere con la coda dell’occhio i cambiamenti nella successione dei dorsi. Se la sequenza era stata violata, lui trovava immediatamente il punto e avrebbe potuto nominare l’autore e il titolo ancora prima che il libro finisse sul suo banco. Talvolta Norbert Paulini aveva già in serbo le raccomandazioni del caso. Per due volte aveva intimato a un ladro, snocciolando l’indicazione bibliografica completa, di cacciare fuori il volume. Alcuni gli attribuivano forze soprannaturali o si guardavano attorno di nascosto cercando specchi misteriosi. Era ovvio ritenere Norbert Paulini un uomo anziano. Chi però non si turbava di fronte ai suoi occhiali dal modello antidiluviano o alla chierica involontaria che brillava sul suo occipite cinta da capelli scuri e ricci, chi non attribuiva le sue spalle larghe e le braccia forti al golf che indossava sotto il grembiule grigioblu, chi non si scandalizzava per la piega dei pantaloni o per le pesanti scarpe ortopediche in cui egli attraversava ogni giorno le stanze, chi non si lasciava confondere neppure dalla sua parlata devota alla lingua scritta e colorita dal dialetto sassone, ma guardava in faccia Norbert Paulini come feci io allora, intravedeva in mezzo a quel travestimento un ragazzo che nessuno poteva immaginarsi, cogliendo che quell’uomo non era mai stato altro né lo sarebbe mai stato.

di Ingo Schulze, tradotto da Stefano Zangrando

Promemoria per le letture a venire. Il libro di Ingo Schulze, appena uscito in Germania, sarà pubblicato da Feltrinelli nel 2021.