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Post N° 393

Post n°393 pubblicato il 09 Marzo 2006 da ossimora
 
Tag: Lunario


Settimanaccia per il premier …

dopo la più o meno “spontanea”,rinuncia a visitare l’inquilino d’oltre Tevere ,ci si mette pure famiglia cristiana,il settimanale più letto d’Italia a portare alla luce le contraddizioni del cattosilvio cattouomo cattopolitico:Riporto qui il succo del discorso direttamente dalla fonte:
"...resta da domandarsi che cosa rappresenti fra loro il nostro presidente del Consiglio, che non ha nessuna delle caratteristiche personali dei politici "cattolici" come da quasi un secolo (dal Ppi di don Luigi Sturzo) li conosciamo in Italia, e che ha sempre chiesto ai suoi parlamentari di votare "secondo coscienza" nei temi sui quali la Chiesa non ammette, invece, dubbi di coscienza"

Il sole 24 Ore ,riporta un intervista che smentisce il bla bla bla ,sull’economia con l’intervista a Confindustria,”Il programma liberale della CDL è rimasto sulla carta “”per la competitività delle industrie si è fatto poco o nulla”…Napoleone delegittima Montezemolo e va alla carica ma il suo amato Pierfurby dice che ha fatto male…eh eh

Del corriere…

        Persino negli Stati Uniti o in Germania ,(per fare un esempio recente) i grandi quotidiani si esprimono  per         mezzo di        giudizi ed idee quando il proprio paese è chiamato  alle elezioni. Qui in Italia lo fanno anche altri diversi quotidiani non specificamente “di partito”;basta pensare al Foglio o al Giornale o L’indipendente o la Repubblica  del resto…non soltanto l’Unità come il tricofilo magno ha ululato alla luna.Il compito principale dell’informazione“dovrebbe”essere proprio questo ,non certo fare la velina al potere ma sorvegliarlo da un punto di vista privilegiato e quando è necessario ,avvisare i cittadini che c’ è qualcosa che non va .E’ chiaro che l’abitudine al servilismo ininterrotto di giornali e telegiornali irrita un premier che ha massacrato in cinque anni chiunque abbia osato non baciargli i piedi ,facendo e disfacendo,epurando pericolosissimi sovversivi come EnzoBiagi ,Travaglio,Beha,Massimo Fini passando per Santoro e per molti altri meno noti e quindi più indifesi e messi spesso in situazioni assai precarie.Eh eh …non tutto si può zittire (e ci hanno provato…o si anche  col  corrierone…),per una volta un grande quotidiano ,si mette a fare il suo dovere ;tutelare i cittadini tramite il controllo del Potere per valutare cosa sia meglio per i cittadini e non per il potere stesso. Non male.

"Spigolature"

La lista di cd DC-PSI candida come capolista … Pippo Franco …nel  Lazio: dal bagaglino a Palazzo Madama,considerando come lo hanno ridotto c’è una logica.

 Ma ce ne frega qualcosa dei faccia a faccia in QUELLA TV?


 
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magdalene57
magdalene57 il 10/03/06 alle 09:47 via WEB
ti faccio un regalo...della serie "QUALCHE VOLTA SI SCANNANO DA SOLI": ROMA — Ancora tu... Ma non dovevamo non odiarci più? In conferenza stampa, a Francesco Storace la buttano lì: sempre sfortunato con la Mussolini, eh? Pietà! No! Stasera no! Il ministro ha troppi cavoli per la testa e nessuna voglia di ripensare a «quella signora» (come la chiamò in un raro momento di calma), a «quella bugiarda» (come la chiama nei rari momenti di gentilezza) ancora qui a viziargli l'esistenza. Bofonchia: «La Mussolini? Non lo so...». Abbozza: «Sarà la svolta, chennessò...». Sospira: «Ho dimostrato una capacità di sopportazione straordinaria, ma adesso... Comunque ognuno fa la sua strada». Una strada che s'incrocia, un'altra volta: «Durante le Regionali, ci fu il tormentone delle firme — riassume per lui il collega Altero Matteoli —. Ora, addirittura lo spionaggio! Oltre al danno, ecco la beffa». Chi dice donna dice Alessandra, in casa Storace. Una che di questi tempi vuole i colonnelli, ma per ceffonarli. Prima le càpita sottomano quello di Tripoli, Gheddafi, che «se fosse per mio nonno starebbe ancora sul cammello». Adesso tocca a quello di An, l'atteso Epurator, che fosse per lei starebbe ancora praticante al Secolo d'Italia. «Chiedo che il ministro della Salute dia immediate e pubbliche spiegazioni...», gongola di prima mattina la Mussolini, con una soave nota alle agenzie. «Sono sconvolta», incalza a mezza giornata. «Qui si parla tanto di par condicio — calca a sera —, ma in questa brutta storia che ho letto sui giornali, e spero non sia vera, è in gioco la democrazia». I duellanti, un anno dopo. Con una differenza. Che sotto i ceffoni dell'arcinemica, Storace ora va all'angolo, se la prende con «gli sciacalli della politica», svicola: «L'onorevole Mussolini avrà soddisfazione, ma prima devo assolvere a un impegno istituzionale, per lo sviluppo del settore farmaceutico nel nostro Paese...». E con la ducetta d'Alternativa Sociale che mena giù duro («I fatti contestati rischiano di compromettere pesantemente la credibilità dei vertici di An»), si fa ricevere da Berlusconi subito dopo il presidente egiziano Mubarak («Il premier ha fatto nel suo programma una bandiera della trasparenza e mi ha dato garanzie che farà piena luce, ora sono molto più serena»), rispolvera vecchi sospetti («Vedevo spesso davanti a casa mia persone con telecamere o macchine fotografiche, ma pensavo fossero curiosi... Sono sconvolta, mi costituirò parte civile») e infine chiede l'intervento di Ciampi: «Mi aspetto un sussulto, quel che è capitato a me può capitare ad altri... Qui non è Francesco che deve chiarimenti ad Alessandra, è un ministro che deve chiarimenti agl'italiani». Il frondista di Fini e la nipote del Duce. Sfascisti senza pace. È più di un anno che se le danno. Candidati contro, alla presidenza del Lazio. Avvelenati da carte bollate e firme false, scandali elettronici e ricorsi ai giudici. Lui su di lei: signora inutile, quinta colonna dell'Armata Rossa, manipolatrice, fallita, irrilevante e pompata ad arte, carica d'odio... Lei su di lui: Ceausescu, fifone, Vanna Marchi che come Vanna Marchi finirà in prigione, presidente uscente (accompagnato da uno sciò con la manina), Storhacker... Quando comparve persino Ornella Muti tra le false firmatarie della lista mussoliniana: «Accetta con dignità l'esito dell'inchiesta giudiziaria», disse lui. Quando finirono su Raitre a simulare fair play: «E basta con questa pantomima che ci vogliamo bene in tv! — sbottò lei —. Non ci vogliamo bene! È inutile far finta!». Lui che la liquida: «È la nostra Le Pen? E allora noi dobbiamo fare come Chirac: vincere senza Le Pen». Lei che finì sotto inchiesta per esami comprati e si permette di snobbare il diplomato, futuro ministro dei medici: «Io sono laureata in Medicina: e tu?». Lui che le fa gli auguri e lei che gli risponde con gli scongiuri. Lei: ti farò a pezzi. Lui: hai finito d'esistere. Lei che digiuna e lui che ironizza: ti fa solo bene. Lei che non vuole nemmeno stringergli la mano e lui che ostenta dolore: «E pensare che ho nominato suo marito direttore di un'Asl...». Così diversi e così simili, li descrive Eugenio Scalfari: un maschio maschilista contro una donna femminista, «un'ingenua e una vecchia volpe, un uomo di potere e una che il potere non l'ha mai avuto, lui che conosce a perfezione il gioco di sponda e lei che, se subisce un torto, non pensa che alla vendetta». Una volta, Giannelli ha disegnato Benito sulla nuvola che guardava giù e se lo chiedeva: «Ma chi è Storace?». Chissà se le vide anche Lui, le telecamere nascoste. Francesco Battistini 10 marzo 2006
 
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