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Tar contro l'ora di religione.

Il nuovo attacco alla Chiesa arriva dal Tar del Lazio, che ha stabilito che l'ora di religione nelle scuole non possa portare crediti, escludendo gli insegnanti di religione dagli scrutini. Immediata la reazione CEI, che definisce "pretestuosa" la sentenza. "L'ora di religione fa parte della cultura italiana", afferma Monsignor Coletti, paventando il rischio di una maggiore diffidenza verso la magistratura. Da Radio Vaticana, Orazio Ruscica, presidente dello Snadir, Sindacato Autonomo degli Insegnanti di Religione, preannuncia un appello contro la decisione: "Noi ci costituiremo in giudizio e impugneremo la decisione della sezione quattro del Tar del Lazio, come già abbiamo fatto nel 2007: anche allora abbiamo fatto ricorso sempre presso questa sezione, che è ostinata; il Consiglio di Stato ha definito 'priva di consistenza' e ha bocciato la decisione della sezione quattro. Ed è la stessa cosa adesso". Centrodestra e UDC si allineano alla Chiesa, con Gasparri che dice basta alla deriva anticattolica e Lupi che vede una "discriminazione oggettiva"; di discriminazione parla anche Pizza, sottosegretario all'Istruzione. Pienamente coinvolto il Ministro dell'Istruzione Gelmini, che annuncia il ricorso al Consiglio di Stato, poiché "la religione cattolica va riconosciuta e tutelata", e, aggiunge, "in Italia vi e' piena libertà di scegliere se frequentare o meno l'insegnamento della religione. Non si comprende perché qualcuno voglia limitare questa libertà". La motivazione del ricorso è spiegata in un'intervista a La Stampa: "L'insegnamento della religione cattolica è definito dal Concordato tra Stato e Chiesa e non può essere rivisto senza rivedere il Concordato. E non mi pare che la cosa sia all'ordine del giorno", afferma; "è una sentenza che discrimina non solo gli insegnanti, ma tutti gli studenti e le famiglie che scelgono di seguire l'ora di religione. E questo non è accettabile". A chi accusa il Governo di sottomettersi al Vaticano replica che il suo Dicastero abbia solo risposto al comportamento del Tar, senza alcun collegamento con la Chiesa. La condanna è bipartisan, poiché anche dal PD giungono critiche: a La Repubblica, Paola Binetti definisce "giusto" il ricorso, annunciando la formazione di un gruppo trasversale che lo sostenga. La volontà è di non lasciare isolata la CEI, dato che "è in atto un processo laicista preoccupante che qualcuno vorrebbe imporre a colpi di sentenza. Io, come altri nel PD, mi schiero in difesa della vita, della famiglia, dell'educazione, capisaldi di tutti i cattolici impegnati in politica, come ha scritto nel 2002 l'allora cardinale Ratzinger". Al contrario, soddisfatte dalla sentenza le associazioni laiche e radicali, che addirittura chiedono l'eliminazione dell'ora di religione. Cauto il PD, che però, per bocca di Grillini, definisce "irrispettoso" l'attacco della CEI. Si smarca Cacciari, che propone l'obbligatorietà dell'ora "fondamentale" di religione. Concorda con il Tar, giacché "una materia facoltativa non può essere ritenuta fondamentale in fase di scrutinio", ma chiede che la religione diventi materia obbligatoria pari alle altre; gli insegnanti, però, devono essere scelti sulla base di concorsi e capacità, come tutti gli altri, e non indicati dalla Curia. L'argomento dell'insegnamento della religione è, come dimostra la varietà di reazioni suscitate, assai controverso. Da una parte si chiedono laicità e parificazione di tutte le religioni, mentre dall'altra si ricorda come la religione cattolica sia alla base della nostra cultura. Un concetto che, evidentemente, Radicali e buona parte della sinistra hanno rimosso. E dire che è abbastanza facile da capire: basta accorgersi di quante città abbiano il nome di un santo, o di quanti monumenti conosciuti in tutto il mondo consistano in chiese e basiliche. Del resto, non deve stupire la decisione del Tar, le cui assurde sentenze sono il palese tentativo di trovarsi al centro dell'attenzione. In merito alle città con nomi di santi, non è da escludere che lo stesso Tar le obblighi a cambiare nome, sostituendolo con uno politicamente corretto. Già, perché non rientra nel politically correct l'ora di religione. È un'evidente discriminazione verso gli studenti non-cattolici, così come, secondo i Radicali, i crocifissi nei luoghi pubblici o le croci nei cimiteri. Poco importa che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani sia cattolica e lo sia sempre stata: basta un flusso migratorio per cancellare la tradizione millenaria nella quale affonda le radici non solo la cultura italiana, ma l'intera cultura occidentale. Grazie a Dio il Governo è intervenuto, e fa piacere sapere che anche nell'opposizione si alzano voci di solidarietà. La memoria della sinistra è proprio corta: non si ricorda neanche del Concordato, che non è stato ancora abolito. La legge, quindi, prevede che la religione sia insegnata da professori scelti dalla Chiesa: non è il Vaticano a imporlo, ma la legge. E non vi è nessuna discriminazione verso gli studenti non-cattolici: nessuno li obbliga, infatti, a non seguire le lezioni di religione. Tanto più che non sono catechismo, ma storia delle religioni: ovviamente sono soprattutto incentrate sul Cattolicesimo, dato che la maggior parte degli studenti è cattolica, ma io stesso, da studente, ho seguito lezioni su Islam ed Ebraismo, a conferma del fatto che l'ora di religione parli di religioni in generale, e non sia un'esaltazione della Fede cattolica a discapito delle altre. Sono gli studenti non-cattolici che liberamente scelgono di non frequentarla. E qui il discorso torna sul tema immigrazione: li abbiamo forse chiamati noi in Italia? Perché dovremmo cambiare le nostre leggi in loro favore, quando nei loro Paesi non solo la religione è insegnata e imposta, ma è anche esaltata, mentre le altre sono dichiarate assolutamente sbagliate e, talvolta, illegali? Evidente come, poi, le posizioni dei Radicali non siano in difesa della laicità, come vorrebbero far credere, ma un subdolo attacco alla sola Chiesa cattolica. Se così non fosse, si opporrebbero anche alla continua costruzione di moschee e alle pretese dei musulmani, che, invece, appoggiano insieme agli alleati del PD e dell'estrema sinistra. La discriminazione esiste, ma sono i cattolici a subirla. Da tempo, infatti, l'attacco alla Chiesa è ininterrotto e violento, e non risparmia nessun carattere della società. Dall'8x1000 si è passati all'ora di religione: si contesta, soprattutto, la scelta degli insegnanti, ora prerogativa della Curia. Secondo i critici è un'intromissione nella scuola pubblica, ma in realtà è normale. Perché il Vaticano dovrebbe permettere a chiunque di parlare della Fede cattolica? È ovvio che gli insegnanti debbano essere in accordo con le posizioni papali, altrimenti potrebbero dare una concezione sbagliata della religione cattolica e della Chiesa: se l'insegnante, pur meritevole professionalmente, fosse un comunista anticlericale è chiaro che l'insegnamento in sé ne risentirebbe gravemente. Il Tar del Lazio, al pari, non ha fatto il proprio mestiere, ma si è semplicemente accodato alle posizioni anticattoliche della sinistra, tentando di infrangere la legge che, al contrario, dovrebbe difendere. Di deriva anticattolica parlano sia Gasparri sia Binetti, e ciò dimostra che non è una questione politica e partitica, ma ideologica. E assolutamente reale.

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Commenti al Post:
aloi34
aloi34 il 15/08/09 alle 17:19 via WEB
Scusa Emanuele. Non è che voglia dare sempre contro. Vorrei solo vedere anche dall'altro versante per un leale confronto e leggo oggi: basta una sentenza del TAR sull’insegnamento della religione cattolica per far gridare allarme a vescovi e politici, e far pensare alla gente meno attrezzata che sia in gioco addirittura la libertà religiosa, invece che le pari condizioni scolastiche per i figli di tutti. Nelle nebbie della polemica intorno alla sentenza emergono sopra le altre alcune affermazioni tanto eccellenti quanto infondate, su cui vale la pena riflettere, se non altro per ricordare che chi parla di difesa dell'insegnamento della religione parla quasi sempre di tutt’altro. Il ministro Gelmini per esempio afferma che “la sentenza del TAR vuole discriminare la religione cattolica” rispetto alle altre materie perché stabilisce che il voto dell’insegnante di religione non ha valore nello scrutinio; a dire il vero, essendo quell’insegnamento facoltativo, è lo stesso ordinamento scolastico a dire che la religione cattolica non è come la matematica o l’italiano. Il Tar si è solamente limitato a ricordare che il voto di una materia facoltativa non può fare media, perché in quel caso a essere discriminato sarebbe chi non se ne avvale, e doverlo far notare proprio al ministro è quasi imbarazzante. Ad aumentare la confusione si è aggiunto anche l’ex ministro Fioroni, affermando che negli scrutini il credito formativo dell’insegnamento della religione cattolica vale come il credito maturato da chi segue per fatti suoi “un corso di danza caraibica”; meno male che non è vero, altrimenti bisognerebbe che il corso di danza caraibica lo pagasse lo Stato con le tasse di tutti, proprio come l’ora di religione, che è retribuita anche da chi sceglie consapevolmente di non seguirla. Persino Fioroni riconoscerà che questo è un vantaggio di partenza, se non altro economico, che manda in malora qualunque pretesa parità. L’ultima cosa fuorviante l’ha detta monsignor Coletti, il responsabile CEI per la pastorale scolastica, sulla natura dell’ora di religione, affermando che "non si tratta di un insegnamento che va a sostenere scelte religiose individuali". Se questo fosse vero, agli insegnanti di religione per entrare in graduatoria non sarebbe necessaria la dichiarazione di idoneità da parte della curia, dichiarazione che – chissà se lo sa il ministro Gelmini - può essere ritirata in qualunque momento sulla base di scelte private dell’insegnante, tipo una convivenza pre matrimoniale, una gravidanza da single o uno screzio qualsiasi con il vescovo diocesano territorialmente competente. Nessun altro insegnante oltre a quello di religione rischia di perdere il posto per le sue scelte private, e visto che la barricata della settimana verte sulla presunta discriminazione, sarebbe bello che qualcuna di queste persone spiegasse come la dovremmo chiamare, questa.
 
 
Antares_89
Antares_89 il 16/08/09 alle 16:57 via WEB
Io non la chiamerei altro che perfetta normalità. E' chiaro che l'insegnamento della religione è atipico, sotto questo aspetto, al confronto con le altre materie. Se una persona deve insegnare la religione cattolica la deve spiegare secondo quanto la Chiesa dice: è, infatti, il Papa che ne stabilisce i principi. Tutto quello che esula dai principi del Papa e della Chiesa di Roma non è più cattolico, e l'insegnamento sarebbe quindi di un'altra religione. Cosa non prevista dal regolamento scolastico. E, per lo stesso motivo, l'insegnante di religione non deve trovarsi in una situazione palesemente contraria ai principi e ai valori che a scuola insegna. Se è un uomo divorziato o una donna che ha abortito a dire che la Chiesa non prevede queste cose, come possono i ragazzi prendere esempio? Sarebbe come se un assassino (non pentito) dicesse di non uccidere. E per questo la scelta deve ricadere nell'ambito della Curia. Poichè, inoltre, come ho detto nel post, un insegnanate, pur bravo, ma radicalmente anticlericale che insegnamento potrebbe dare? Detto questo, è più che evidente che la decisione del Tar altro non è che una provocazione. Anche quando andavo a scuola io non mi davano il voto di religione in decimi, ma era una materia come le altre, e non vedo motivo per escludere l'insegnante di religione dagli scrutini. La decisione è della stessa matrice di quelli che vorrebbero togliere i crocifissi dalle aule pubbliche, poichè potrebbero 'offendere' la sensibilità degli immigrati. Ma stiamo scherzando?? Nessuno li ha chiamati qui, quindi prendono quello che trovano. Perchè dobbiamo cambiare il nostro mondo in funzione di loro? Tantopiù che non vedo perchè un islamico dovrebbe sentirsi offeso da un crocifisso: sa anche lui che qui la maggior parte della persone è cattolica. Sfruttanto l'anticlericalismo di sinistra per ottenere tutti i vantaggi che vogliono. Tornando all'ora di religione, ripeto, nessuno obbliga gli studenti non cattolici ad andare via. Se non vogliono rimanere lo fanno deliberatamente, accettandone implicitamente le conseguenze.
 
   
etnego
etnego il 19/08/09 alle 18:15 via WEB
Ciao Antares, il Concordato firmato nel 1984, al n. 30 recita: «La Repubbblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado. Nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità educativa dei genitori, è garantito a ciascuno il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento». Poche righe chiare dalle quali risulta evidente che l'insegnamento della religione cattolica non è un servizio destinato ai fedeli cattolici, ma una proposta offerta a tutti, proprio perché «i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano». Ma cosa vogliono quegli sciocchi anticlericali?
 
     
Antares_89
Antares_89 il 20/08/09 alle 09:17 via WEB
Il Concordato, come dici, esprime perfettamente il principio della grande, fondamentale importanza che ha avuto, e che ha tuttora, la religione cristiana nella storia non solo italiana, ma anche in quella europea. E' questo che molti atei e anticlericali non vogliono capire né ascoltare. Si basano su uno sbagliato concetto di pluralismo, dimenticando volontariamente che il cattolicesimo è la base della cultura europea. E' questo il motivo, ovviamente, per cui è privilegiata la religione cattolica rispetto alle altre. A parte il fatto che vengono insegnate anche altre religioni, è chiaro che è giusto insegnare agli studenti uno dei pilastri della nostra cultura. E chi non è d'accordo basta che esca dalla classe, o esoneri i figli. Tanto non credo che i soldi pagati agli insegnanti di religione siano tali da ridurre sul lastrico le scuole e le famiglie. Sono pochissimi, considerando le ore degli insegnanti di religione. Il motivo che portano gli scontenti non regge assolutamente, ma sembrano non capirlo. Ciao, Elio. Emanuele.
 
solonelcielo
solonelcielo il 19/08/09 alle 15:40 via WEB
Ciao Antares. Passo di quì invitato da Highlander a darti una occhiata, ma credo che si siamo già incrociati tempo fa, anche se non ricordo l'argomento. Non ho seguito in dettaglio questa nuova storia sull'ora di religione, ma per quanto ne so io c'è una bella confusione già a monte. Premettiamo una verità, di cui bisogna tenerne conto, e poi cerchiamo di chiarire i termini del problema. La verità è che l'ora di religione non ha mai contato praticamente nulla, nè come votazione, nè come insegnamento vero e proprio, sempre schernita dai ragazzi e presa sottogamba dagli stessi insegnanti di religione, il più delle volte, quindi, all'atto pratico, è un problema irrilevante. Ma se è così, credo dipenda proprio dalla confusione, voluta o meno, che c'è a monte. Si vuole che esista l'ora cosiddetta di "religione", ma devono essere insegnanti scelti dalla chiesa a farla, ma allora chiamiamola ora di "cattolicesimo" no? E quindi si insegnasse il cattolicesimo come fanno i catechisti. E questa sarebbe una coerenza. Dopodichè si può anche creare una apposita ora di religione, vista dal punto di vista storico e cognitivo, che però abbraccia tutte le religioni, nessuna eslcusa, e tutte con lo stesso grado di approfondimento, dall'induismo all'islamismo, passando per il buddismo e pure per i testimoni di Geova. Ed è ovvio che un'ora di questo tipo non può essere fatta forzatamente da un insegante cattolico scelto dalla chiesa, ma da una figura che garantisca l'imparzialità su ogni religione, dando la vera cultura necessaria agli studenti. In quesot modo esisterebbero due ore, una di "cattolicesimo", fatta da inseganti scelti dalla chiesa, che garantirebbe la cultura cattolica del nostro paese, ed una di "Religioni" (notare il plurale) o se vogliamo "Storia delle religioni", che garantirebbe la necessaria cultura e apertura verso tutte le religioni del mondo. Ovviamente tutte e due le ore oblbigatorie e concorrenti al voto finale. Non vedo perchè ci debbano essere materie di serie B. Si potrebbe obiettare che un musulmano, induista, o che so io, italiano convertito, figlio di diplomatici di chissà quale paese o immigrato benestante o poveraccio che sia, non accetterebbe di dover essere sottoposto ad un "catechismo" contro la sua religione, ed effettivamente, mettendosi nei suoi panni, o meglio nei panni dei genitori, perchè ai ragazzi ancora non indottrinati secondo me non frega assolutamente di una religione piuttosto che un'altra, e quì ci sarebbe da riflettere sulla necessità di un "catechismo" in tenera età, mettendosi nei panni dei genitori dicevo, sarebbe un rospo abbastanza grosos da ingoiare. Ma ricordando come funziona in certi paesi per esempio islamici, possiamo anche optare per la linea "dura", ovvero che la religione ufficiale e storica e fondante in Italia è quella cattolica, e quindi è così, prendere o lasciare (in questo caso andarsene dall'Italia). E questa sarebbe una scelta che ha una sua coerenza. Se vogliamo andare verso il massimo della corretezza, secondo me si dovrebbe comunque distinguere l'ora di "Storia delle religioni", che dovrebbe rimanere obbligatoria ed insegnata da insegnanti non scelti dalla chiesa, dall'ora di "Religione" in senso streeto, dove però si dividerebbeo gli studenti in base alle religioni delle famiglie, e ad ogni gruppo insegnare la rispettiva religione, con inseganti scelti dalle rispettive chiese. Ed ovviamente mantenere l'obbligatorietà anche di questo tipo di ora e la sua valenza ai fini del voto finale. Personalmente però, tenuto soprattutto conto che per capire profondamente una religione si deve essere maturi, e spesso neanche basta, ma anche tenuto conto del fatto che un insegnamento simile viene fatto molto più profiucuamente direttamente nelle sedi preposte, quindi le parrocchie cattoliche o le moschee musulmane o che so io... io eliminerei del tutto l'ora di "Cattolicesimo" o "Religione" in senso catechistico, e lascerei però quella di "Storia delle religoini", dandole tutta la sua importanza, ovviamente sempre con insegnanti non scelti dalla chiesa e mantenendo la parità tra tutte le religioni, nessuna esclusa. Qual'è quindi il vero problema? Il vero problema è questo vincolo di rispettare il concordato. Per capire se è giusto o meno farlo, dovremmo vedere bene la storia dei rapporti tra stato e chiesa. Ma senza bisogno di farlo, credo che la soluzione da me proposta di creare un gruppo per ogni religione, in base alla religione dei genitori, con insegnanti scelti dalle autorità religiose di ogni rispettiva religione, sia la soluzione che accontenta tutti. E se la chiesa o i laici o i musulmani si oppongono, gatta ci cova. Detto questo, la confusione che c'è oggi è ovvia, data l'ambiguità. Non mi sembra giusto che un'insegnante scelto dalla chiesa pretenda di insegnare solo dal punto di vista storico la religione cristiana, e soprattutto che insegni anche le altre religioni. Che insegni il cattolicesimo, e lo faccia con tutti i canoni, ma lo insegni ai figli dei cattolici, e che si obblighino i figli dei musulmani a studiare la loro ora di religione,ma che non ci sia nessuna materia "facoltativa", che è un modo per lavarsi le mani dal problema, come si è fatto finora. Certo, ci sono pure famiglie atee e agnostiche, ma deve essere dimostrato dall'assenza del battesimo, o dallo "sbattesimo" (o come si dice). Quello è l'unico caso che crea problemi. Perchè di certo non si possono lasciare quei ragazzi senza far nulla, e se quell'ora concorre alla formazione del voto, che voto mettiamo loro? Questo mi sembra il problema che taglia la testa al toro, ovvero che mi fa tendere alla soluzione di mantenere l'ora di Storia delle religioni", ed eliminare quella di "Religione" o "Cattolicesimo" in senso catechistico. Ma non si è più nel concordato. Allora si deve imporre l'ora di "Cattolicesimo" per tutti, nessuno eslcuso, e chi è di un'altra religione o ateo o agnostico ingoierà il rospo. L'importante è che non si pretenda di "confessare" o fare "messe" o addirittura imporre la comunione in quell'ora, ovviamente. Una soluzione corretta, giusta per tutti, impone forzatamente una revisione del concordato. Tutto il resto sono soluzioni parziali ed ambigue, che non accontentano nessuno nè sono salomonicamente giuste. Quindi è pure inutile perderci tempo. Questo è il mio parere. Può darsi che parto da assunti sbagliati, o che mi faccia influenzare da pregiudizi inconsci, o che mi sfugga qualcosa, ma al momento mi pare che il problema e le soluzioni possibili siano nei termini che ho espsto. Un saluto.
 
 
Antares_89
Antares_89 il 20/08/09 alle 09:09 via WEB
Assolutamente non penso che tu parta da posizioni sbagliate o da qualche tipo di pregiudizio inconscio, e, effettivamente, le soluzioni che hai proposto non sono del tutto incondivisibili. Il problema affrontato, come ho detto nel post, è molto complesso, e quello che dici potrebbe essere senza dubbio una possibile soluzione. Il fatto è che non mi sembra giusto che, per le pressioni di una certa parte della popolazione, in minoranza, si debba cambiare una legge che da tanto tempo ci appartiene. Tu dici che le lezioni di religione sono in realtà lezioni di 'cattolicesimo': per me non è così, e il fatto che gli insegnanti siano scelti dalla curia penso si basi sul fatto che molti di loro saranno laureati in teologia. Questo spiegherebbe anche perchè possano parlare di Cristianesimo come di Islam come di Ebraismo. Le lezioni che ascoltavo io non erano certo di catechismo, te lo posso assicurare: per tutte le scuole medie non abbiamo fatto altro che parlare di amicizia, senza neanche avere un libro di religione vero e proprio. Alle superiori abbiamo parlato di religione, ma in termini molto generali. Ci hanno insegnato quanti sono i libri della Bibbia, per dire, e i principali valori del Cristianesimo. Non i dogmi, solo i valori. E sono valori di tolleranza, amore, amicizia e virtù. Valori universali, condivisibili da un cattolico come da un induista come da un musulmano. Non ci hanno insegnato, per esempio, i sette doni dello Spirito Santo. Abbiamo parlato, soprattutto negli ultimi anni, di personaggi che hanno fatto del bene. Erano cristiani, ma le loro opere erano irreprensibili. Abbiamo parlato, in effetti, principalmente di due di loro. Non so se li conosci, poichè erano abitanti della bassa emiliana: Odoardo Focherini e Mamma Nina. Due persone che hanno dedicato la propria vita agli altri. Non vedo davvero cosa ci sia di catechistico in questo. E poi abbiamo parlato, te lo assicuro, anche delle altre principali religioni. E la nostra insegnante era molto preparata, e ci ha insegnato molte cose, che ricordo tuttora. Convengo che sia difficle da accettare che lo Stato paghi insegnanti che parlano di una religione in particolare, ma questo mi sembra spiegabile nei termini del Concordato. Non è un'imposizione della Chiesa, ma il semplice riconoscimento del fatto che la stragrande maggioranza degli studenti delle classi è cattolica. Inoltre, la Storia europea non può prescindere dalla religione, soprattutto da quella cattolica. E' questo, penso, che, al di là di tutto, ha indotto le autorità a introdurre un'ora settimanale (una sola, a fronte delle circa quaranta complessive) che parli di religione. Certo, è quella cattolica, principalmente, ma per i motivi che ti ho detto. Nella mia classe eravamo in ventisette, e una delle studentesse era moldava, quindi ortodossa, e durante quelle lezioni usciva. Secondo me sbagliano, soprattutto perchè gli ortodossi sono cristiani, anche se diversi da noi. Comunque era una sua libertà, che ha sfruttato liberamente. Certo, tu parli di un'ipotetica ora di 'Storia delle religioni', ma non so, sinceramente, se sia applicabile: principalmente perchè le ore settimanali sono poche, e già gli insegnanti sono sottopagati, e non credo, quindi, che ci sia posto per un'altra materia; poi, perchè, come ti ho detto, secondo me molti insegnanti di religione sono laureati in teologia, e quindi esperti di tutte le religioni. Anche se, ovviamente, più esperti di quella cattolica. Ma per il semplice motivo che essa è parte della nostra stoia come di quella europea. Comunque apprezzo sia la calma con cui esponi le tue idee (qualità non comune, quando le posizioni sono diverse) e per la tua spinta creativa. Non fai come molti, che si preoccupano solo di criticare, almeno tu offri soluzioni. E il dialogo costruttivo è la base della politica. Complimenti sinceri! A presto, Emanuele.
 
   
solonelcielo
solonelcielo il 01/09/09 alle 10:46 via WEB
Bene, un punto in comune allora l'abbiamo trovato. Un'ora di reale storia delle religioni, tutte, ben fatta, oblbigatoria per tutti e valida per il voto finale sarebbe giusta. Perchè sottrarre l'ora di religione alle altre materie invece di aggiungerla? Aggiungiamo un'ora in più al calendario. Perchè deve essere la scuola a rimetterci con la crisi? Possibile non esista qualche altro settore meno cruciale per il futuro del paese? Stabiliamo un programma: 1. rivedere la politica dei tagli alle spese evitando di toccare la scuola. 2. in ogni caso riorganizzarla per evitare gli sprechi (e secondo me basterebbe già il punto 2 fatto seriamente per trovare le risorse necessarie). 3. auentiamo il calendario di un'ora, quella di "Storia delle religioni". 4. e quella classica di religione ogni religione se la gestisca come meglio crede. Tu dici che non è nei programmi del Ministero. Io dico che dovrebbe esserci, e che si dovrebbe pressare affinchè ci sia. Mi sembrano punti di programma onesti e fattibili, e se tieni conto che farebbero solo del bene alla cultura di tutti, alla convivenza nel rispetto reciproco di tutte le religioni e la loro conoscenza dal punto di ivsta storico, tutte basi per un futuro di costruttiva collaborazione tra i cittadini, credo ne varrebbe la pena di tentare di portarli avanti come possibile. Tu mi obietti che gli islamici non accetterebbero quest aproposta, e quindi sarebbe il caso di deviare subito per altre soluzioni. Io ti dico che questa è la soluzione igusta, uguale per tutti, che prima di ipotizzare io se non la accetterebbero voglio metterli alla prova, perchè siamo tutti esseri umani, e se le religioni possono essere sbalgiate l'umanità si fa sentire, quando viene proposto qualcosa indubbiamente giusto. E se proprio non accettano, allora finalmente sarebbe palese per tutti il veor pericolo di una simile religione, senza ombra di dubbio, e in questo caso sarebbe meglio evidenziarlo, e difendersi seriamente, piuttosto che trovare soluzioni parziali che scontentano tutti e lasciano che nel tempo una religione pericolosa per la libertà, se così fosse, avanzi. In pratica, mettiamoli davanti alla realtà di una soluzoine giust,a onesta, che soddisfi tutti. Solo allora potremo capire chi sono veramente queste persone. E se non rispettano addirittura una legge che viene incontro a tutti, piuttosto che una legge che preferisca la religione cattolica, rispetto alla quale nessuno potrebbe obiettare in un paese con tradizione cattolica come l'Italia, ma soprattutto evidenziando come loro gestiscono queste diversità a casa loro, allora sì che sarei il primo a scendere in piazza contro di loro, perchè sarebbe evidente il loro progetto contro la libertà di tutti. Ma prima devo metterli alla prova realmente, senza ipotizzare nulla. Perchè se è vero che nei loro paesi prediligono il loro punto di vista, anche noi, con tutta la nostra storia, non possiamo dire di essere stati da meno. E allora vediamo se riusciamo a finirla con questi punti di vista reciprocamente presuntuosi, e troviamo un punto di incontro, paritario, libero, ma mai di sottomissione di uno all'altro, e tenendo ocmunque conto della storia del paese in cui queste leggi si devono applicare, un paese straneiro, dove se son voluti venire a vivere nella maggior parte dei casi è perchè il loro paese non è stato capace di garantire loro un adeguato futuro. No, i costi non aumenterebbero, perchè l'ora di religione "libera", sarebbe contemporanea a tutti, e finanziata dalle rispettive religioni. Le loro comunità non hanno i soldi? Problemi loro. Se i rispettivi fedeli non sono abbastanza sensibilizzati forse quelle religioni non meritano. :-) L'unico problema sarebbe la logistica, le aule. Ma siamo realisti. Quante religioni differenti possono esistere in una classe al massimo? E quanti partecipanti per ognuna? Una o due classi vuote si trovano per quell'ora, se c'è la volontà. Certo che è utopistico quanto propongo, in quato troppo lontano dalla realtà attuale, fatta di ingiustizie, mentre io propongo onestà e giustizia. Tu cosa preferisci, acocntentarti del poco, o lottare sempre e comunque per il massimo? Guardati indietro, alla storia dell'Italia e del mondo. A foza di acocntentarci del poco ci hanno smepre preso in giro, ed io mi sono rotto. Me ne frego se sembra utopistico, io voglio quello, perchè sò che è giusto, e sò pure che è più che fattibile. E il fatto che nessun governo tenti di attualro, ne di sinistra ne di destra, a me fa riflettere molto,moltissimo, caro Emanuele. Mi sono stufato di rincorrerli, di credere alle loro promesse. C?è un trucco, e neanche mi interessa socprirlo, non mi interessano più proprio loro, i politici attuali. Per me sono tutti, e dico tutti, soggetti ai poteri economici. Le idee giuste, onesete, quando ci mettiamo a confrontarci tra noi, escono fuori, guarda caso, e sono realizzabilissime. E allora, perchè stiamo ancora quà a discutere? Stiliamo dei programmi obiettivamente giusti e onesti per i principali problemi attuali, che li troviamo sicuramente, perchè di una cosa sono sicuro, il nostro bene comune è per l'appunto comune, l'umanità, messa alla prova, esce fuori, e ci si ritrova. E allora, troviamo questi benedetti punti in comune, al di fuori da ogni logica di schieramento, e scendiamo in piazza a portarli avanti. Chi potrebbe dire che c'è qualcosa di ingiusto in quei 4 punti? Chi avrebbe il coraggio? Potremmo avere obiezioni solo come la tua ultima, che sembra "utopistico": E perchè? Perhcè il potere attuale, inteso di destra come di sinistra, ne è troppo distante? E chissenefrega! Si avvicinassero loro al igusto, e non noi all'ingiusto. Riprendiamoci la nostra dignità di cittadini popolo sovrano di questo paese! Scusa il ritardo nella risposta, ma ho avuto da fare. Ti invito a riflettere ancora meglio sulla effettiva "utopisticità" di queste proposte, perchè a me non sembra proprio. Le ritieni giuste queste proposte? E allora battiamoci insieme affinchè si realizzino! Mai accetterò un compromesso che faccia del male a qualcuno. A meno che non dimostri lui per primo, di voler tolgiere a me la mia libertà, ma lo deve dimostrare con i fatti, non con supposizioni. Un saluto Emanuele.
 
     
Antares_89
Antares_89 il 01/09/09 alle 16:46 via WEB
Amico mio, certo che ritengo giuste le tue proposte. Non vedo nulla di sbagliato, in nessuna di esse. I problemi di carattere amministrativo, in effetti, sarebbero facilmente risolvibili con, appunto, l'aggiunta di un'ora al calendario scolastico, mentre le aule si potrebbero anche allestire, provvisoriamente, nelle palestre momentaneamente inutilizzate o nelle biblioteche scolastiche. Tutto questo è sinceramente bello da pensare, e i progetti di questo tipo sono apprezzabilissimi. Il fatto che tutto questo mi risulti utopistico non è, in effetti, una critica o un'obiezione. E' un dato di fatto. Poiché, come hai detto, nessun governo, né di destra né di sinistra ha mai avuto il coraggio di riformare in questo senso la scuola. Piuttosto, il problema sono i soldi, che non si trovano. Tant'è che sarà difficile non intaccare il settore scolastico, in questa Legislatura, per trovare risorse economiche. E' assai deprimente. Io sono giovane, e ho ideali. Non voglio smettere di sognare, e come te voglio provare a cambiare finalmente il mondo. E questo sarebbe il primo passo. Ma già qui ci scontriamo con la triste realtà di una politica che ansima sempre alla ricerca di soldi, e che rimanda sempre le riforme e le grandi opere. E, lo dico da elettore di centrodestra, in questo caso c'è par condicio. Una voce fuori dal coro, però, mi sembra stia nascendo: è quella di Magdi Cristiano Allam, fondatore del partito "Protagonisti per l'Europa Cristiana". Sto leggendo il suo ultimo libro, e le sue idee mi sembrano molto promettenti. E non nel senso politico, ma proprio etico e morale. Una moralità laica che anche noi andiamo cercando. Noi cattolici non vogliamo imporre i dogmi della Fede, ma come i laici vogliamo leggi che rispettino il cittadino e l'anima del Paese in cui vive. Il problema dei musulmani, in questo caso, ci vede ancora divisi. Tu dici che bisognerebbe metterli alla prova dei fatti: sottoporgli il programma e le direttive come aut aut. Se accondiscendono bene, altrimenti niente. Ma se non accondiscendono è un grave problema, perchè tutto l'apparato di "Storia delle Religioni" e di ore di religione separate andrebbe a monte. Insieme a tutti i soldi investiti, e ai posti di lavoro creati che andrebbero in fumo. Non sto facendo, ripeto, un processo alle intenzioni: il fatto è che conosco troppo bene i musulmani, e so che, in tema di religione, sono irremovibili. Niente li potrebbe smuovere. Ci si può provare, ma il risultato sarà quello che predico. Sarebbe utile, ne convengo, dimostrare apertamente quanto siano in contrasto con l'integrazione, ma al prezzo di una manovra scolasti9ca che andrebbe a finire in niente. probabilmente dopo avere avuto il consenso governativo, magari dopo anni di pratiche burocratiche. Semplicemente, non credo che valga la pena perdere quesi soldi. Anche con la dimostrazione della violenza spirituale musulmana i comunisti rimarrebbero testardamente sulle loro posizioni, e noi avremmo un' altra, inutile prova della loro chiusura. Inoltre, nel caso accettassero la proposta, dovrebbe sempre essere presente un altro elemento, non musulmano, per controllare che l'ora di religione non si tramuti in un'ora di indottrinamento all'odio religioso. E questo elemento estraneo sarebbe senz'altro rifiutato dai musulmani, quindi, comunque, non se ne farebbe niente. Il problema è davvero molto complesso, forse troppo per il tempo in cui viviamo. Io, però, voglio continuare a sperare in un futuro migliore, e finché ci saranno sognatori come te e me questo sarà, forse, presto possibile. "You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one..." cantava John Lennon: chissà che non avesse ragione. A presto, Emanuele.
 
     
solonelcielo
solonelcielo il 01/09/09 alle 18:26 via WEB
Allora, se ritieni che queste idee sono giuste, c'è già un punto a nostro favore. RIsolviamo un problema alla volta. Vedi, tu dici che sei giovane, ma io alla tua età ero come te, aveov tanti ideali e fiducia nel futuro. Ora, che non sono più tanot giovane, ma neanche tanto vecchio, ho l'esperienza però per capire perchè, dopo alcuni decenni, si stà per certe cose addirittura peggio di prima, e se prendiamo tutta la storia, a parte il progresso tecnologico non è cambiato poi molto dai tempi dei greci o dei romani. Beh, è tutta una vita che mi scervello per cercare di capire il motivo. Credo di aver trovato una strada, ma bisogna provarla per verificarla. Ora veniamo alle tue obiezioni. DIci che nessun governo, ne di destra ne di sinistra, ha avuto il coraggio di riformare in questo senso la scuola. Ma io ti rispondo che non mi sento da meno di nessun governo. Se io e te, e credo molti altri, di qualsiasi parte politica, riconosciamo che queste idee sono giuste ed applicabili, allora dobbiamo lottare per farle applicare. Nessuno l'ha mai fatto? Chissenefrega, c'è sempre una prima volta. Non credere che daot che sei giovane e non stai in posti di governo vali di meno di quei pomposi politici che tutto il giorno si dovrebbero scervellare a trovare soluzoini buone per tutti e invece chissà cosa fanno. No, nn sei da meno, ne tu ne io, e siccome queste soo idee giuste per tutti, voglio che siano realizzate. Sui soldi che non si trovano, ti ripeto, pensaci bene, che non c'è quasi nulla in più da aggiungere. Le risorse attuali vanno all'ora obbligatoria di "Storia delle religioni", mentre quelle per l'ora di religione intesa come catechismo, libri e insegnanti, vengono fornite dalle rispettive comunità religiose. L'effettivo costo aggiuntivo sarebbe esclusivamente quello di tenere aperta la scuola per un'ora in più. Ma si risolverebbe spesso giocando con gli orari in modo da aggiungerla là dove già in altre classi si esce un'ora dopo per vari motivi. Costo aggiuntivo irrisorio quindi. Vista in questo modo, mi sembra che le risorse aggiuntive siano veramente ridotte al minimo. E, come ti ho già espresso, sono sicuro al 100% che bilancio dello stato alla mano la si trova facilmente una voce dalla quale prelevare queste risorse. I soldi: dopo tanti anni che ne ho viste di cotte e di crude al governo, dalla vecchia DC ad oggi, sinceramente non ci credo più a questa balla. I soldi ci sono, ma li dirigono dove vogliono loro. E a noi non lo dicono. Nè quelli di sinistra, nè quelli di destra. Per esempio, già riguardo al terremoto dell'Aquila, avevo proposto, e se vai nel mio blog lo trovi, di ritirare le risorse destinate alle grandi opere per riportarle alla ricostruzione, ma non solo, anche alla messa in sicurezza di tutti gli edifici italiani che si trovano lungo la dorsale "sismica", che è ben evidenziata in quella cartina. Non sappiamo quando, ma sappiamo con certezza che fra un mese, o fra un anno, o fra dieci anni, ci sarà un altro grosso terremoto che ucciderà centinaia o migliaia di persone. E non voglio sentirmi un'altra volta in colpa perchè ho preferito fare il ponte sullo stretto piuttosto che sistemare quegli edifici. A Palermo ci siamo sempre andati finora, e continueremo ad andarci col traghetto, finchè non avremo sistemato le emergenze, la nostra sicurezza. E ce ne sono altre di possibilità di reperire risorse tra le varie voci del bilancio dello stato. Inoltre, ma questo è un discorso più ampio, secondo me questa crisi c'è perchè c'è stata in questi ultimi anni una distribuzione della ricchezza troppo disequilibrata. Ormai ci sono pochissime famiglie che hanno più della metà delle ricchezze italiane, e tutto il resto troppo di meno. Se queste famiglie, invece di investire quelle ricchezze, le lasciano nelle banche, come sta accadendo ora, ecco che arriva la crisi. La ricchezza dovrebbe essere più equamente distribuita, senza creare dei mostri di potenza economica, sia come famiglie, sia come società. Io credo ci sia la possibilità di definire un tetto massimo di ricchezza individuale, o per famiglia o per società o gruppo finanziario, che soddisfi i giusti meriti e le aspettative di chi si è dato da fare e di chi ha l'intelligenza per ottenerle. Io sono per la meritocrazia. Ma bisogna non esagerare. Non ritengo giusto che ci siano famiglie con capitali paragonabili a quelli di un piccolo o addirittura grande stato. Viviamo in una società, dove tutti in teoria collaborano per la vita di questa società. Quindi, anche se hanno dei meriti, quelli che si arricchiscono a dismisura lo possono fare grazie a questa società. Ma se questo vuol dire far soffrire la stessa società, riducendo le risorse per i punti chiave della stessa società, come la sucola, se c'è gente che vive sotto i livelli minimi di povertà, allora no, non ci stò. Non conosco questo Magdi Cristiano Allam, cercherò di informarmi. Che non sia più l'ora della politica, ma dell'etica e della morale, mi sembra ovvio, guardandoci intorno ai nostri giorni. Gli islamici: ti ripeto che sono fiducioso, e non c'è alcun motivo teorico per cui non dovrebbero accettare. Se non lo facessero, non si distruggerebbe nulla. L'ora di storia delle religioni si farebbe lo stesso, da insegnanti "suerpartes", e nessuno potrebbe dire nulla su questo. e per quella di "religione", se i musulmani veramente non l'accettasero, beh, sarebbe un problema loro. E a noi non cambia nulla. O quasi. Ed anche i "comunisti", se ancora esistono, accetterebbero, a parte ovviamente chiunque abbia intenzione di tenerciseparati e magari fomentare odio religioso. Non capisco perchè, se i musulmani non accettano queste idee, non dovremmo applicarle lo stesso. Invece sì. Stessa cosa per i comunisti. Sia gli uni che gli altri, quando la maggior parte della popolazione, comprese le famiglie islamiche, non i loro santoni, è d'accordo, dovrebbero imparare a far silenzio, ed accettare la volontà popolare, nonchà la giustizia e la libertà per tutti. Spiegami praticamente come andrebbe a finire a rotoli una manovra scolastica di tal sorta, se anche qualcuno sia in disaccordo. Una volta che è legge, votata da un parlamento rappresentativo dela volontà degli aventi diritto al voto, nessuno può opporsi. Cosa vuoi che facciano, la riovluzione solo perchè li oblbighiamo a studiare tutte le religioni unicamente dla punto di vista storico? E' già così, in pratica! Quindi non vedo proprio il problema. Sull'indottrinamento all'odio religioso, scusami ma mi sembra esagerato. Senza stare a vedere casi isolati, che ci sono sempre, se ci fosse questo pericolo allora dovremmo comunque vietare anche le moscheee in Italia. No, non credo proprio ci sia questo pericolo. Oppure non ho caito bene ocsa intendi. Io veod semplicemente in quell'ora i ragazzi divisi per religione, ad ognuna il rispettivo insegnante, che si limita a indottrinare secondo la propria religione. Si vive tutti sotto lo stesso tetto, e a parte qualche pazzo radicale, non ce li vedo insegnanti cristiani o musulmani o induisti ad insegnare l'odio religioso, ma anzi li vedo collaborativi e tolleranti. Ho fiducia nell'essere umano. Non ho fiducia nei politici. Tu sei giovane, e vuoi ancora sperare. Io ero come te, e mi sono ritrovato ora, la mia generazione, che sperando, non ha fatto nulla di buono, ma vi ha lasciato questo casino. Non sperare Emanuele. Agisci! E non credere a quanto raccontano in giro. L'essere umano, quello vicino di casa, anche se musulmano vuole le stesse cose che vuoi tu, e se c'è una amicizia, una collaborazione sociale, una consapevolezza, chiunque venisse a dirci di odiarci a vicenda, gli rideremmo in faccia entrambi. Io non voglio più sognare Emanuele. Io voglio scendere in piazza. Io voglio scavalcare i politici, che ormai non mi rappresentnao più, neanche uno di loro. Perchè non sono più capaci dipensare veramente al benessere ocmune, come per esempio stiamo facendo noi due ora. Pensano solo ai loro interessi e alle lotte di parte. Questo è il motivo per cui non si mettono d'accordo sulla soluzione migliore. Lasciamoli stare Emanuele, risolviamoci le cose da noi. Troviamoci un programma comune, vero, buono, onesto, giusto, per tutti, pochi punti ma che rimettano a posto questo paese, che unisca il popolo, di destra e di sinistra, al di sopra di questi schieramenti ormai ridicoli, diffondiamolo, facciamoci sentire, uniamoci a pretendere che sia realizzato, diventiamo maggioranza, scendiamo in piazza, scioperiamo se necessario, ma lottiamo. Io non voglio morire senza averlo fatto. Altrimenti non potrò mai togiermi dalla coscienza questa sensazione di viltà che ho. E' n progetto che ho da tempo, e che inizierò nel mio prossimo post. Dapertutto sento di gente che non ne può più. Ormai i giochi dei politici, di qualsiasi schieramento, sono evidenti. Siamo riamsti soli Emanuele, e quindi bisogna che ci organizziamo da noi. Questo è quello che percepisco ora. E quindi farò qualcosa, a costo di farlo da solo. Non sono un sognatore, non resterò a sognare, non mi faccio intimidire da nessun politico ormai corrotto nell'anima. Ma non sono più tanto giovane, ed il tempo, sperando ad ogni nuovo governo che fosse quello giusto, è passato in un soffo. Ora basta. Ho una cosicenza. E la volgio riscattare. Non voglio morire vile. Un saluto.
 
     
Antares_89
Antares_89 il 02/09/09 alle 09:46 via WEB
Amico mio, non posso non condividere apertamente quello che dici. Sulla scuola le tue idee sono ineccepibili, e vedo che hai risolto brillantemente tutte le obiezione che avevo sollevato. Purtroppo, solo quelle di carattere amministrativo e logistico. Mi dispiace, ma continuo a pensare che i musulmani non accetterebbero una cosa del genere. Non è razzismo religioso, o non fiducia nei tuoi confronti, ma è l'esperienza dei fatti. Se avrai tempo, ti consiglio quattro libri: "La rabbia e l'orgoglio" e "La forza della ragione" di Oriana Fallaci, "Infedele" di Ayaan Hirsi Alì e "Europa Cristiana Libera" di Magdi Cristiano Allam. Ognuno è equivalente all'altro, e spiega come i musulmani, o, megli, l'Islam, sia del tutto incompatibile con la società e il diritto occidentale. Ripeto, non è una bocciatura nei confronti delle tue lodevoli e precise idee, ma un'obiezione che continuo a sostenere. I fatti dimostrano che la religione islamica è una religione di odio, che non ammette la presenza di altre religioni. Che, anzi, combatte apertamente. Sarei pronto a scommettere che sarebbero i soli a fare sorgere problemi, per evitare di essere messi sullo stesso piano degli 'infedeli'. Ma è una scommessa che, temo, non potrà, almeno a breve, avere una risposta. Per ora, amico mio, sono solo i politici a governare. Il brutto, temo, è che sarà sempre così. Noi possiamo sognare un mondo migliore, e la scuola sarebbe il giusto punto di partenza. Magari non sarebbero neanche pochi i politici pronti ad appoggiare questa idea: non sono tutti cattivi. Il problema, però, è davvero un'altro. Tu auspichi una rivoluzione che conduca a un mondo migliore, ed è la stessa che auspico io. Tutti abbiamo delle idee che reputiamo giuste, e che vorremmo mettere in pratica. E il punto di partenza, come hai detto, è scendere in piazza e rovesciare quello che già esiste. Ma prova a pensare alle grandi rivoluzioni della storia, da quella francese a quella russa, da quella cinese a quella iraniana a quella cubana. Alla fine sono sempre i politic a governare, e non è detto che si cambi in meglio. In Francia è seguito il periodo del Terrore, e in Iran, Cina e Cuba, nonchè nel passato URSS vige un regime di polizia, dove il diritto è un optional. Come vedi, tutte le grandi rivoluzioni si mutano in un regime, e non è certo questo che vogliamo. Purtroppo non siamo più nell'Atene ellenica, dove le decisioni erano prese da un'assemblea popolare. Adesso gli Stati sono grandi, e i politici sono necessari. Non vedo vie d'uscita, in questo senso. Ma questo non significa arrendersi o essere vili. Si può manovrare la politica, e fare dei politici strumenti del popolo (come dovrebbero essere, in effetti), e non viceversa. Per questo la tua idea non è sbagliata: se ci organizzassimo e scendessimo in piazza potremmo davvero obbligare i politici ad agire, ed è questo che va fatto. I politic non esistono senza il consenso popolare, ma anche queso è diviso. Le nostre idee sono diverse da quelle, poniamo, del nostro vicino di casa, e questo sarebbe un altro problema. Ma i sogni sono fatti per essere vissuti, e tutti dobbiamo provare ad agire, in qualche modo. Tu prova a proporre al tuo Comune di residenza la tua idea, e io potrei farlo con il mio. Potrebbe essere un primo passo, non credi? Ricambio di cuore il saluto.
 
angeligian
angeligian il 19/08/09 alle 23:16 via WEB
Caro Emanuele, pur essendo questo un argomento che esula del tutto dai miei interessi avendo concluso i miei studi - ahimé - secoli fa, avrei voluto nonostante tutto commentare il tuo come al solito dettagliato e ben scritto post, ma mi sono accorta che avrei espresso esattamente la stessa opinione di aloi34, peraltro senza la stessa competenza. Evito pertanto di ripeterti le stesse cose, soffermandomi magari sul pagamento, a parer mio assolutamente indebito, da parte dello Stato dello stipendio agli insegnanti di religione scelti dalla Chiesa. Dormi bene se ti riesce con questo caldo ...
 
 
Antares_89
Antares_89 il 20/08/09 alle 09:40 via WEB
Angela, capisco che la tua situazione ti imponga di non essere particolarmente d'accordo con l'insegnamento della religione nelle scuole. Riguardo a quello che ha detto aloi, penso che tu abbia letto le mie risposte, e non te le ripeto. Per il semplice fatto dei pagamenti agli insegnanti di religione non credo che sia un grande problema. L'ora di religione è una sola sulle quaranta, circa, settimanali, e non credo che lo stipendio degli insegnanti di religione sia incida molto sul bilancio della scuola, né sulle casse delle famiglie. Forse il problema è solo di principio, in effetti. Buona giornata, amica mia. Io sono fortunato, almeno ho i condizionatori! ^__^ Un abbraccio, Emanuele.
 
lamiapelle
lamiapelle il 20/08/09 alle 14:49 via WEB
ciao Emanuele, ti lascio un saluto. Qui, in vacanza, ho una connessione a tartaruga, ma ho voluto scriverti ugualmente, perchè sei tanto caro...:)
 
 
Antares_89
Antares_89 il 20/08/09 alle 15:23 via WEB
Sei tu tanto cara, amica mia, se anche in vacanza riesci a trovare il tempo di farmi visita, dandomi sempre tanta gioia. Non posso, quindi, che augurarti un bellissimo proseguimento di vacanza, riposante e rilassante. ^__^ A presto, un abbraccio. Emanuele.
 
dreamkeeper
dreamkeeper il 20/08/09 alle 16:18 via WEB
Credo fermamente nell'assoluta laicità della scuola...il catechismo si sta in chiesa...si vuole parlare di religione?...credo si possa fare...ma di tutte le religioni esistenti...cercando di capirne la genesi e i risvolti culturali...altrimenti non serve proprio a nulla se non a perdere un'ora...molto meglio andare a passeggiare...un saluto...Dream
 
 
Antares_89
Antares_89 il 21/08/09 alle 08:36 via WEB
Penso che la scuola sia adesso assolutamente laica, e non classifico certo l'ora di religione come un'ora di catechismo. Non si insegna, nell'ora di religione, ad amare Cristo, e a dire che l'unica vera Fede è quella cattolica, come si farebbe, al contrario, nelle vere ore di catchismo. Nell'ora di religione si parla, semplicemente, di religione. Ma sul piano storico e nozionistico, non spirituale. E, le assicuro, si parla anche delle altre religioni. L'occhio di riguardo è ovviamente per la religione cattolica, ma non per una sorta di razzismo religioso, quanto perchè è sulla Fede cristiana che affonda le sue radici l'intera cultura europea e occidentale (anche se i signori dell'Unione Europea si rifiutano di riconoscerlo). Senza contare che la maggior parte degli studenti è cristiana. E proprio di risvolti culturali e di valori universali si parla nell'ora di religione. Saluti, Emanuele.
 
solonelcielo
solonelcielo il 20/08/09 alle 18:28 via WEB
Mi conforta la tua condivisione sui presupposti. Attento però, non ho detto, o almeno non era mia intenzione, che la lezione di religione mi sembra più di "cattolicesimo", anzi. Ho detto che sarebbe auspicaile che lo sia, per maggiore coerenza, abbinata però ad una ulteriore ora di vera "Storia delle religioni", senza alcuna preferenza. Ma come l'ho vissuta io e come la stanno vivendo i miei figli mi sembra più o meno sempre la stessa, ovvero storia di un pò tutte le religioni principali, con predilezione di quella cattolica ovviamente. Eheheh, vedo ora che hai fatto mezzo commento su un quì pro quò, ma va bene così. Anche le mie ore di religione erano "blande", basate soprattutto su valori universali, comunque con un occhio di riguardo al cristianesimo, siamo perfettamente allineati su questo. Quindi forse è meglio che rileggi il mio commento, che lo so che è lunghetto, ma chiarito il malinteso dovrebbe assumerti un significato diverso ora. Quello che tento di fare, con le mie proposte, è una cosa che sfugge quasi sempre a tutti. Sembra come se si debba essee obbligati a trovare soluzioni parziali, che non accontentano tutti, non si sa perchè, mentre io ritengo che finchè si scelgono soluzioni che accontentano solo qualcuno, e anzi molto spesso scontentano un pò tutti, ci saranno sempre tutte queste stupide diatribe. Il metodo che uso io, quando possibile, è quello di ipotizzare la o le soluzioni che non lasciano nessuno insoddisfatto, o quantomeno distribuiscono equamente l'eventuale fardello da sopportare. In questo caso ripeto che la soluzione ottimale sia quella di una ora seria di "storia delle religioni", a pari merito tutte quante, o eventualmente rapportate alla loro diffusione nel mondo, a prescindere dalla nostra religione, al fine di avere un punto di vista obiettivo su come va il mondo intero. Ogni "capitolo" del libro di testo dovrebbe essere "validato" dalla rispettiva autorità religiosa, al fine di eliminare accuse di parte. L'ora di "Storia delle religioni" deve essere obbligatoria per tutti, in quanto non si fa catechismo, ma si studiano le religioni da un punto di vista esterno. Chi avesse da ridire dimostrerebbe un tentativo, più o meno inconscio, di prevaricazione della propria religione o chiusura mentale rispetto alla cultura. E in più, volendo "strafare", aggiungerei un'ora di "religione" nel senso "catechistico", divisa per le religioni dei genitori degli alunni presenti nella singola scuola. Ad ognuno la sua. L'ora di storia delle religioni, obbligatoria per tutti, contribuisce al voto finale, mentre su quella di "catechismo", comunque obbligatoria, ognuno per la sua religione, se ne può discutere. Dimmi tu chi potrebbe obiettare qualcosa, visto che saremmo tutti contenti, ed ogni alunno si sentirebbe valutato e rispettato per il suo credo, ma anche obbligato ad interessarsi, in nome della cultura, e dal punto di vista storico e nozionistico, al credo degli altri. Aggiungerei quindi saltuariamente qualche interscambio affinchè ognuno possa curiosare nei riti e dogmi delle religioni dei suoi compagni di classe, che non è male neanche questo. Riguardo alle risosre, di personale ed economiche, ecco, quà io non lesinerei assolutamente nulla. L'insegnamento, l'educazione scolastica, è il fondamento di una società. Più alto è il livello medio di cultura e migliore è la società. Credo che su questo siamo tutti d'accordo. Quindi pretenderei che si aumentino le risorse per la scuola per soddisfare questa impostazione, preferendo sottrarle a qualche altra voce di bilancio, meno importante. Sono sicuro che se avessi sottomano il bilancio dello stato, e un giorno la farò questa indagine, tanto è pubblico, da qualche parte lo trovo, le risorse le trovo, se penso all'enorme elenco di voci che possono essere presenti, dalle auto blu alle fondazioni fantasma, e figurati se prendendo un pò quà e un pò là non trovo quanto necessita a questa modifica. Inoltre, riguardo alla ventuale ora di "catechismo", potrebbe anche essere giusto che ogni chiesa fornisca, a sue spese, libri e insegnanti, visto che esula dai compiti canonici dello stato, reperendo le risorse fra i "fedeli" delle rispettive comunità. Si parla tanto di mancanza di fondi, ma sono sicuro che col bilancio davanti, qualcunque amministrazione ci sia, di destra o di sinistra, "noi" comuni mortali la troveremmo facilmente qualche voce da tagliare, rispetto a quella così fondamentale come la scuola. Per questo motivo io contesto sia le soluzioni di "sinistra" che quelle di "destra" adottate sinora, sempre parziali, in un senso o in un altro. Invito anche te a pensare libero da vincoli alla soluzione migliore che accontenti tutti, senza farsi vincolare da ingiusti limiti di bilancio, e poi a confrontarcele. La percezione che ognuno di noi sia considerato, sia la maggioranza che anche le minoranze, secondo me permette di vivere in comunione e collaborazione produttiva tutti quanti. Questo è un bene prezioso che vale un maggiore investimento di fondi. E a noi permetterebbe di fare dei bei post allegri su qualche ameno argomento, invece di ammorbarci con queste soluzioni parziali che spesso ci mettono uno contro l'altro. O no? ;-) Grazie per i complimenti. Se vogliamo andare fino in fondo però, dovresti dirmi se sei d'accordo sul lavorare sul limite delle risorse economiche per creare spirito collaborativo, e fiducia nelle istituzioni, piuttosto che sul trovare soluzioni limitate che scontentano tutti. L'obiettivo finale dovrebbe sempre essere quello di accontentare tutti, compresa quella studentessa moldava, che se avesse avuto la sua ora di "catechismo ortodosso" sono sicuro che avrebbe curiosato anche sull'ora di "catechismo cattolico", oltre che sulle altre religioni. Un saluto Emanuele. Silvio. (non quello ovviamente, eheheh).
 
 
Antares_89
Antares_89 il 21/08/09 alle 08:57 via WEB
Silvio, credo che tu sia riuscito a convincermi. In effetti, sarebbe più che giusto affiancare all'ora di religione tradizionale, un'ora di vera e propria "Storia delle Religioni". Credo che gioverebbe a tutti, raggiungendo l'obiettivo che persegui tu, cioè di accontentare tutti senza scontentare nessuno. I problemi, però, ti assicuro, insorgerebbero. Le ore di lezione sono davvero poche, e infatti l'Italia è agli ultimi posti nell'Unione Europea in fatto di istruzione. E proprio all'istruzione è probabile che facciano tagli, per risanare il bilancio. Potrebbero, certo, essere pagati i libri dalle rispettive comunità religose, ma il problema persisterbbe in fatto di ore di lezione, che sarebbero sottratte alle altre materie. E questo è un problema non da poco. I soldi non sono tutto, e va contato anche l'aspetto delle ore tradizionali di lezione. Che si risolverebbe aumentandole, con una riforma. Che, però, non penso sia nei programmi del Ministero. Quanto all'aspetto culturale che avrebbero le ore di religione che tu proponi, penso che vi sia un altro problema. Non è razzismo religioso il mio, te lo assicuro, ma è la pura realtà, che può essere verificata ogni giorno. A fronte di religione pacifiche, come il Buddhismo, l'Ebraismo e, in parte, l'Induismo, vi è anche l'Islam. Nonostante sia chiamata dai suoi adepti "religione di pace" è tutt'altro. Tu proponi che i programmi dell'ora di storia delle religioni siano stilati da rappresentanti di ogni fede. E io, ci metterei la mano sul fuoco, so che i musulmani creerebbero tensioni. Per loro non è concepibile un'altra religione, e gli altri sono 'impuri' o 'infedeli'. Per questo, so che non accetterebbero un trattamento paritario a quello degli altri, mandando a monte tutto il programma. Forse non sai che, nei loro Paesi, gli islamici insegnano una storia molto diversa da quella che è la vera Storia, con un marcato etnocentrismo religioso, dove gli infedeli sono sempre sottomessi ai musulmani. E questo contrasterebbe, ovviamente, con la tua idea di Storia (vera) delle religioni. Tantopiù che per loro non esiste che la religione: tutto il resto è minoritario, anche la Storia. L'unica soluzione sarebbe affidare loro un'ora in cui si parli solo di Islam: ma ti assicuro che non si parlerebbe di "Storia dell'Islam", quanto dei precetti dell'Islam. Incuranti delle disposizioni scolastiche leggerebbero il Corano, e quelle sì, sarebbero ore di catechismo. E le autorità, come sempre, non farebbero nulla: ovunque le autorità e la legge devono sottostare al volere dei musulmani, anche se contrastano con un qualsiasi regolamento. E' la realtà, e anche questo puoi verificarlo tu stesso. Inoltre, affidare un'ora particolare agli islamici comportarebbe affidarne una anche agli esponenti di tutte le altre religioni, per non creare disuguaglianze. Anche se ci fosse un solo, per esempio, shintoista o sick all'interno della scuola dovrebbe avere la sua lezione personale di "Storia delle religioni". In questo modo le ore totali aumenterebbero, così come i costi. Si dovrebbero comunque creare altre classi a parte, dove insegnare Storia delle religioni, e altre classi dove insegnare ad ognuno la propria religione. Quello che proponi tu è giusto, ma penso, almeno adesso, utopistico. Ripeto, il mio non è razzismo religioso, ma la realtà dei fatti. Condivido le tue idee, ma credo che, per ora, non siano applicabili. Un saluto, Emanuele.
 
ventididestra
ventididestra il 22/08/09 alle 21:09 via WEB
Il grosso problema dei concordati parte dal "risarcimento" offerto dallo Stato italiano che ha invaso (senza dichiarare guerra) lo stato pontificio nel 1860. Sembra oggi assurdo, ma i concordati si sono basati sempre su questa spinosa questione. Per cui il primo concordato prevedeva che i Sacerdoti avevano uno stipendio dallo Stato, il secondo (craxi) ha previsto l'otto per mille (su base volontaria) e confermato l'ora di religione (sempre su base volontaria). Spesso nelle scuole il prof. di religione è una figura importante. Conosce molti alunni (avendo una ora per classe), spesso organizza attività assolutamente non da "catechista", molto spesso la sua parola può descrivere meglio il ragazzo, magari per salvarlo da una bocciatura e non capisco perchè l'alunno che ha seguito con profitto le sue lezioni non debba avere un riconoscimento.
 
 
Antares_89
Antares_89 il 23/08/09 alle 09:58 via WEB
Hai perfettamente ragione! La mia professoressa di religione, al liceo, aveva centinaia di studenti e, nonostante passasse con ogni classe solo un'ora alla settimana si ricordava il nome e il carattere di tutti. Come hai detto, poi, il loro aiuto è molto importante in fase di scrutinio, poiché possono salvare dalla bocciatura studenti che forse non sono all'altezza ma almeno dimostrano di essere creativi e di impegnarsi seriamente. E le attività, sempre come hai detto tu, sono tutt'altro che catechistiche: per tutte le medie inferiori abbiamo parlato semplicemente di amicizia e cose simili. Le critiche vengono solo da una parte politica che non ha idee, ma il cui unico obiettivo è attaccare la Chiesa, in cui vede, come nel perfetto stile marxista, l'"oppio dei popoli". Un concetto anacronistico, che però trova d'accordo tutte le frange ateo-comuniste del Paese. Grazie a Dio il Governo non sembra voler togliere l'apporto dell'insegnante di religione agli scrutini. E mi sembra assolutamente giusto. A presto, amico mio. Emanuele.
 
mcbertan
mcbertan il 25/08/09 alle 16:58 via WEB
ciao antares , grazie di avermi invitato nel blog e ne approfitto subito per entrare nel merito della questione tar del lazio laicità ora di religione prof di religione ecc. Credo che la vicenda in questione debba spingerci a due riflessioni distinte la prima di carattere laico cioè inerente alla laicità dello stato la seconda di carattere istituzionale. tralascio la prima perchè è evidente che da quasi 100 anni cioè dal primo concordato alla riforma gentile proseguendo per quella grande pietra miliare che è la costituzione si capisce che pur non essendoci una religione di stato , lo stato italiano tiene alla sua cultura alle sue radici al senso spirituale come valore parimente presente nella persona. Ciò che però mi preme affrontare è un aspetto che negli ultimi decenni emerge ma che nessun politico affronta e cioè che i tar come le corti di cassazione ed altri gradi di giudizio (penale ed amminsitrativo) stanno di fatto LEGIFERANDO !!! Si stanno cioè sostituendo , attraverso varie sentenze piu o meno condivisibile , al potere legislativo ed esecutivo. Nei paesi di diritto un giudice applica la legge perseguendo il fine della giustizia , non emette una sentenza che va contro lo spirito della legge. Questa volta il tar va contro il concordato ,altre volte va contro le leggi in materia di sicurezza , in materia etica , in materia amministrativa. Ci troviamo quindi un parlamento che legifera , o un governo che emette un decreto legge, e delle corti che bloccano le leggi. E guardate bene che il tar del lazio non è nuovo a giochi di potere di questo tipo.
 
 
Antares_89
Antares_89 il 01/09/09 alle 09:55 via WEB
Siamo sulla stessa lunghezza d'onda, in questo caso, amico mio. Anche io sono rimasto spesso indignato e spiazzato dalla facilità con cui i giudici aggirano la legge. La interpretano a modo loro, riuscendo a emettere sentenze che violano apertamente il diritto civile. Le leggi, come dici, sono una prerogativa del Parlamento, e spero che ci sia un giro di vite in questi casi. La legge deve essere applicata alla lettera, in modo che nessun giudice possa evitare di applicarla, per fini personali. Mi sembra strano, in effetti, che il Governo non abbia fatto ancora nulla per scongiurare questa aperta violazione del diritto statale. Ma, certo, se lo facesse subito la sinistra griderebbe all'imbavagliamento della giustizia e delle leggi ad personam. Non sono certo nuovi a questo tipo di cadute di stile. Quanto alla religione, semplicemente la sinistra vuole guadagnare il voto dei laicisti, e per questo si schiera dalla loro parte sostenendo le richieste loro e delle comunità islamiche. Che, a loro dire, si sentirebbero offese dal crocifisso. Mi auguro che il Ministro dell'Istruzione non si pieghi a quest'ennesimo attacco, e continui a considerare l'ora di religione come un'effettiva ora di lezione. Amico mio, sono io che ringrazio te, davvero, di avermi onorato della tua presenza sul mio blog. Buona giornata, e a presto. Emanuele.
 
solonelcielo
solonelcielo il 02/09/09 alle 12:08 via WEB
Scrivo quaggiù perchè mi sono reso conto che avevo scavallato col commento precedente. Bene bene, sento che qualcosa si muove. Allora, se ho ben capito, anche sul punto delle risorse siamo d'accordo. Mancano un punto e mezzo :-). Sulla tua sfiducia nel mondo islamico ti posso comprendere, ho avuto anche io dei "sentori" di rigidità a volte con alcune persone provenienti da quel mondo. Ma ti ripeto che sono fermamente convinto che le famiglie di islamici, almeno la maggior parte, quelle che ormai vivono la quotidianeità integrati con noi, sarebbero ben felici di accettare quete idee. E se così non fosse, sarebbero problemi loro. Dei quali ne terremmo conto. In ogni caso, il principio di base per me, sia su questo argomento che su altri, resta quello dell'agire. Finchè non si fa questa proposta rimaniamo sulle supposizioni, eventuali pregiudizi, ed eventuali sfiducie. E se seguiamo tutto ciò non faremo mai nulla. Se spesso non sono accettate proposte da parte di altri schieramenti è perchè non sono sufficientemente obiettive, e non si vogliono ocmprendere i reciproci punti di vista. Quando mi sono basato sul dialogo e la vera volontà di raggiungere un obiettivo comune ho quasi sempre trovato corrispondenza dall'altra parte. Ci vuole pazienza, perchè devono essere vinti i naturali, tradizionali, storici pregiudizi accumulati nel tempo, ma tenendone conto si vince. Se ci rifletti sarebbe una legge sicuramente migliorativa dal loro punto di vista rispetto alla legge attuale, non vedo quindi perchè dovrebbero rifiutare. E se rifiutassero, potrebbe essere varata comunque. La legge la trovo giusta, equa, e se la maggioranza dei cittadini italiani fosse d'accordo tutti la dovrebbero accettare. Solo agendo scopriremo se le nostre supposizini, le nostre sicurezze, avevano raione di essere. Io ormai so che nella maggior parte dei casi si tratta di pregiudizi che la mancanza di contatto umano tra le persone ha creato. Ritroviamo quel contatto, e tutte queste rigidità andrannno a farsi fottere. Sul "mezzo punto", io non ho parlato di "rivoluzione". Quella è una parola che immediatamente evoca ciò che ha evocato in te, ovvero rivoluzioni come quella francese, quella russa, che hanno sparso sangue, terrore, e sono state seguite da dittature. No, non voglio una rivoluzione in quel senso. VOglio bensì esattamente e solo quello che hai detto tu alla fine. Scendere in piazza, mostrare che siamo tanti, troppi, tutti, e che vogliamo ciò che è giusto. Ovvero, la nostra felicità, la felicità di tutti. Tu però dici di rivolgersi ai rispetivi comuni. Io ti dico di no, non mi interessa il comune, non spreco le mie energie per qualcosa di locale. Io lo dico a te, Emanuele, e alle persone che incontro. Perchè io non volgio andare a chiedere alle autorità locali. Io voglio che siamo in tanti, tutti, in piazza, visibili, in modo che le autorità, data l'evidenza, si debbano allineare, nazionali o locali che siano. Le nostre idee non sono diverse da quelle del nostro vicino di casa. Se andiamo a cercare le soluzioni migliori per tutti, vedrai che saranno uguali le mie, le tue, e quelle del vicino di casa. Così come stà accadendo ora tra me e te. Se invece ci mettiamo a litigare sulle mezze proposte fatte dalla sinistra o dalla destra o dalla chiesa o da che neso io, certo che stiamo a litigare. Il trucco del potere è tutto quì, divide et impera. Sai perchè sono sicuro di questo? Perchè tutti noi abbiamo più o meno le stesse necessità, e siamo tutti esseri umani, che vogliono vivere tranquilli, e che messi di fronte al dover scegliere tra soluzioni che accontentano ragionevolmente tutti o soluzioni che portano sofferenza a qualcuno, scelgono per forza quelle che accontentano tutti. Il primo passo quindi secondo me è di unirci, stilare un programma comune, applicando per ogni argomento la stessa logica che abbiamo applicato su questo dell'ora di religione, diffonderlo, diventare tanti, e finalmente scendere in piazza. Deve essere estinta la mentalità delle mezze soluzioni, delle divisioni, e deve essere invece mostrato a tutti che esistono le soluzioni che accontentano tutti, e che se i governanti non vogliono attuarle, ci penseremo noi. Questa mentalità deve cominciare a diffondersi, questo è il mio obiettivo. Basta con i compromessi, basta con l'accettare le briciole. Siamo noi il popolo sovrano, abbiamo tutti gli stessi bisogni e desideri, in fondo al cuore, e siamo la maggioranza. E allora, non rimane che unirci ed agire. Stiliamo un programma di base, diffondiamolo, uniamoci intorno ad esso, contiamoci, e quando saremo abbastanza agiremo. In piazza, manifestazioni e scioperi se necessario, in massima tranquillità e non violenza. Questo cercherò di cominciare a fare col prossimo post. E spero che darai un tuo contributo, come ora. Un saluto Emanuele.
 
 
Antares_89
Antares_89 il 03/09/09 alle 09:05 via WEB
Amico mio, penso che quel punto e mezzo di cui parli sia stato colmato. Credo che tu mi abbia davvero convinto di quello che dici, delle tue proposte e delle tue idee. Rimane, a mio avviso, solo il problema della condivisione. In effetti, 'solo' è un eufemismo, poiché il problema è tutt'altro che minimo. Il fatto è che dobbiamo essere organizzati, non possiamo scendere in piazza uno alla volta, ognuno nella propria città. Non conterebbe nulla, e forse ci coprirebbe di ridicolo. Qualche tempo fa, e temo anche ora, imperversava per la rete la costituzione di un'associazione, "Siamovivi". Non vi ho aderito, ovviamente, per l'innegabile spirito comunista e anarchico di cui era impregnata, ma penso che quello sia il metodo giusto. Ad oggi, è internet la massima fonte di comunicazione e di aggregazione, e penso che sia proprio attraverso la rete che possiamo fare sentire la nostra voce. Possiamo esporre le nostre idee, e le bozze del nostro programma, se così lo si può chiamare, e aspettare che gli utenti di Libero ci concedano il nostro appoggio. Dopodichè si potrà cominciare ad aggregarsi in punti comuni, magari nei capoluoghi di provincia, o in altri posti facilmente raggiungibili dai domicili dei singoli aggregati. Nelle città maggiori si potrebbero anche affiggere manifesti, per cogliere l'attenzione anche di quelli che non frequentano il nostro ambiente digitale. L'idea è assolutamente buona, e non vedo perchè non dovrebbe essere accettata. L'unico rischio è che ci considerino solo dei sognatori, e che non valga la pena di aggregarsi a un gruppo senza futuro. Per questo motivo dobbiamo esporre a chiare lettere quello di cui stiamo parlando, e magari trovare un nome che ci identifichi, e che colga l'attenzione di chi vaga per la rete. Un nome non altisonante, ma che rappresenti inequivocabilmente quello di cui siamo promotori. E quando avremo radunato un buon numero di utenti potremo provare a scendere in piazza, e a fare sentire la nostra voce. Mi duole assai ammetterlo, ma nel sito di "Siamovivi" è esposta la foto di un gruppo di persone con uno striscione che li rappresenta. E' l'obiettivo che loro hanno raggiunto, e quello deve essere anche il nostro. L'importante è appianare le divergenze partitiche, e dimostrare che il nostro interesse è solo fare il bene comune, senza alcuna imposizione ideologica. Il mio blog, però, è impostato diversamente dal tuo, e, inoltre, mi sembra che le tue idee siano, per il momento più chiare. Sei stato tu a convincermi, ed è la prova che l'idea è scaturita da te. Per questo potresti cominciare a diffondere il messaggio nei tuoi post, e a iniziare a spiegare agli utenti quello a cui tendiamo. Io mi impegnerò ad apporre il link del tuo blog nel mio spazio, in modo che tutti possano vederlo. Alcuni frequentatori del mio blog rimarranno un pò sconcertati, vedendo il link a un blog non certo di destra, ma vedranno comunque le nostre idee esposte. E come sei riuscito a convincere me sarai capace di convincere anche loro. Non ti sto dando questa responsabilità perchè non ho voglia di impegnarmi, ma perchè non sono sicuro di poter perdeguire l'impegno su internet con costanza. Fra poco, infatti, comincerà l'università, ed io avrò molto meno tempo, purtroppo, da dedicare al web. Secondo me conviene cominciare così, poi vedremo quante persone avremo radunato e ci prepareremo, finalmente, a scendere in piazza e a spiegare il nostro messaggio. Ti ringrazio ancora, amico mio, per essere riuscito a convincermi di una cosa di cui non ero, all'inizio, affatto sostenitore. Non era facile, ma ci sei riuscito. Complimenti davvero! A presto, amico mio. Emanuele.
 
   
solonelcielo
solonelcielo il 07/09/09 alle 12:32 via WEB
Buongiorno Emanuele. Scusa il ritardo, ma ho sempre meno empo da dedicare quì. E quindi sarò pure sintetico, almeno ci provo. :-) Mi fa piacere riscontrare che sembra che abbiamo raggiunto una conclusione comune. Questo dovrebbe confermare, se ripetuto su altri arogmenti e con altre persone, che la mia idea che se si cerca il bene di tutti tra noi, essendo coscienti e superando le proprie e altrui ideologie, con il massimo rispetto, per il semplice obiettivo del bene comune, un accordo lo si trova sempre. Ovvero, non c'è bisogno di ideologie. Possiamo fare da soli. E' ovvio che non ha senso scendere inpiazza da soli. Tranne un senso, che ti ho spiegato ma che ripeto. Se nessuno condividerà quest amia iniziativa, io scenderò comunque in piazza da solo. Perchè lo dovrò fare, perchè devo farlo. Per me. Nient'altor che per me, per potermi dire che almeno io l'ho fatto. E' un punto importantissimo per me questo. Ho dei contatti con SiamoVivi, nulla di chè, solo qualche commento ogni tanto. Loro almeno quà non "spingono" come potrebbero, e quindi hanno poche persone che li seguono. Inoltre la loro autoetichettatura a "sinistra" li limita. Ma sono iscritto anche a FronteVerde, che nonostante dichiari di voler superare le ideologie, fa comunque trasparire origini di destra. Ma se me ne frego di queste etichette, e vado a leggere i contenuti, siamo sempre lì, volendo, i punti in comune li intravedo chiaramente, e possiamo trovare tutti l'unione. Credo che se si percepisse veramente la possibilità di riuscire a combinare qualcosa insieme, magari dopo qualche resistenza tutti metteremmo finalmente da parte le rispettive ideologie per godere della unione e tentare di realizzare il sogno della felicità. La mia idea è di cominciare con un post dove spiego più o meno qunto detto quà, stilo un programma di base, discutibilissimo da chiunque vuole contribuire, e poi, con chi vuole, si comincia a volantinarlo, e quà si va a caccia di altri, passando per profili, spedendo messaggi, pressando le proprie amicizie a partecipare e fare altrettanto, pubblicizzando insomma in tutti i modi questa iniziativa. Non dobbiamo "aspettare" gli utenti, come dici tu. Bisogna andarseli a cercare. Stessa cosa per la piazza. Ad ogni "campagna" avremo dei ritorni, e dovremmo aumentare e perfezionarci. Quando saremo in numero sufficiente manifesteremo. Man mano che ci ingrandirmeo, sempre se avverrà, ci organizzeremo melgio. Se servono strumeit informatici io sviluppo programmi, anche per web, quindi non c'è problema. Quello che voglio cercare di far capire è che dobbiamo partire tutti alla pari, senza particolari conoscenze, ma con la sicurezza e la voglia di acquisirle nel viaggio, e di evolvere insieme, sicuri che è la strada giusta. Senza presunzioni ideologiche, sempre e solo attaccati ai fatti, e al massimo rispetto e fiducia dell'essre umano, dell'altro. Avevo già previsto di partire da me. Quando avrò pubblicato il primo post sul tema ti farò un fischio. Un saluto Emanuele.
 
     
Antares_89
Antares_89 il 07/09/09 alle 18:34 via WEB
Certo, amico mio, probabilmente hai ragione tu. Noi dobbiamo essere calamite intorno a cui stringersi, e non cani da pastore che radunino le pecore. Quindi, in effetti, tutto deve partire da noi. Anche io ho contatti con Fronteverde, anche se non ho mai avuto l'impressione di un suo schieramento politico, ma vedo che gode di grande visibilità. Una cosa secondo me importante sarebbe cercare di coinvolgere il blocco di Fronteverde e quello di Siamovivi. Mi ripugna, lo ammetto, schierarmi dalla loro parte, ma capisco che il consenso di cui godono sia importante per la nostra causa. E se gli uomini che conducono le rispettive fazioni sono persone di buona volontà sarà facile superare le divisioni partitiche per raggiungere l'obiettivo comune. Ripeto, secondo me il punto di partenza sarà il tuo post, dove elencherai i termini programmatici, e che sarà visibile a tutti. In un secondo tempo, poi potresti contattare i responsabili di Fronteverde e di Siamovivi, per informarli dell'iniziativa e provare a aggiungerli alle nostre file. Lo farei anche io, ma con Siamovivi, come puoi immaginare, non sono certo in buoni rapporti. La visibilità eccezionale che da la rete è fondamentale per idee del genere, come conferma il successo del blog di Beppe Grillo. Basterebbe anche solo comparire nella pagina iniziale di Libero per avere l'attenzione (e, sicuramente, l'approvazione) di chi apre internet. Sono convinto che su Libero non vi siano troppi utenti irrecuperabili: dobbiamo fare leva sugli altri per valorizzare il nostro impegno. Quando tutto sarà partito informeremo, come hai detto, i nostri amici e gli amici dei nostri amici. Credo davvero nella tua idea, amico mio. Penso che, se proviamo, dovremmo farcela. E potrebbe rivelarsi qualcosa di davvero importante. Fammi davvero un fischio quando pubblichi il post! ^__^ A presto, Emanuele.
 
     
solonelcielo
solonelcielo il 10/09/09 alle 18:17 via WEB
Attento Emanuele. Già parli di compromessi con chi è già strutturato e visibile, nonstante ti sia avverso come parte, come per esempio Siamo Vivi. E allora perchè non Di Pietro, o Comunione e Liberazione, O i centri sociali, oppure il Fronte Nazionale? No, no, loro sono tutti etichettati. Io non voglio nessuna etichetta. Gente comune, e basta. Nessuna ideologia, solo buon senso, solo umanità. Dobbiamo, devo, rimboccarmi le maniche e far crescere da sola questa iniziativa, senza aiuto di etichette varie. Questo deve essere lo spirito. Se vorranno unirsi, ok. Ma dopo che, se sarà, diventeremo forti. E non sarà facile. E' molto utopico quello che voglio fare. Ma se tu hai percepito questo spirito, e qualche altro pure, ho una speranza. Meno male che sò fischiare alla pecorara. Lo sentirai. A presto Emanuele. ;-)
 
     
Antares_89
Antares_89 il 11/09/09 alle 08:54 via WEB
Sì, direi che, anche in questo caso, hai ragione. Ma quello che volevo dire, probabilmente mi sono espresso male, è che da Fronteverde e Siamovivi potremmo imparare molto in fatto di organizzazione informatica e comunicativa. Possiamo imparare come fare per farci vedere, e per raccogliere nei nostri blog il maggior numero di persone, anche solo per mostrare loro quello che è il nostro intento e quali sono i valori che noi proponiamo. E le persone saranno molte, poiché non abbiamo uno schieramento politico palese, almeno all'interno del nostro progetto, e le nostre idee sono perfettamente condivisibili. Se poi Siamovivi si vorrà aggregare deve impegnarsi a rinunciare, almeno nella partecipazione alla nostra iniziativa, alle sue fondate idee politiche. Se si impegneranno in questo senso li accetteremo, altrimenti sarà il caso di non ammerli. Non possiamo permettere che uno schieramento politico allontani dal nostro progetto chi la pensa diversamente. Che poi qualcuno, all'interno dei nostri sostenitori, abbia idee politiche radicate non deve farlo trasparire: il nostro progetto deve essere trasversale. O, meglio, apartitico. Anche noi abbiamo idee politiche, ma non dobbiamo fare in modo che traspaiano nell'organizzazione dell'iniziativa. Forse quello a cui pensi è un po' utopico, ma hai ragione, ancora una volta. Sei riuscito a convincere me, perché non dovremmo ottenere lo stesso successo con altri. Io, devo dire, nonostante le mie idee apparentemente chiuse, sono più che disposto al dialogo, che, anzi, cerco attivamente, e soprattutto con persone di estrazione politica e ideologica diversa dalla mia. Dobbiamo puntare su queste persone, che, pur avendo idee politiche, non vogliano imporle ad ogni costo, e siano disposti non a compromessi, ma a dialogare, e a perseguire il bene comune. Che è l'anima di quello che vogliamo fare. Fai con calma il tuo post, e stai sicuro che sentirò il tuo fischio! ^__^ A presto, amico mio. Emanuele.
 
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