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L'era dei rimpatri.

Post n°7 pubblicato il 08 Maggio 2009 da Antares_89
 
Foto di Antares_89

E' cominciata, infine, l'era dei respingimenti. Ribattezzata 'svolta storica' dal ministro dell'Interno Maroni, l'operazione prevede che le carrette del mare, intercettate prima che entrino nelle nostre acque territoriali, siano bloccate e riportate al luogo di partenza, in Libia. L'inizio ufficiale della nuova prassi ieri, quando tre barconi, contenenti 227 persone di cui 40 donne, sono stati soccorsi in acque maltesi da alcune motovedette italiane. Ricevuto il nulla osta dalla Libia, i natanti sono stati riportati dove erano partiti. Convocata una conferenza stampa al Viminale, Maroni ha annunciato la sua soddisfazione. Ha dichiarato che l'evento sarà ripetuto ogni volta che una barca di clandestini sfuggirà al controllo dei preposti libici, ed ha auspicato che il modello da noi inaugurato sarà seguito anche da tutti gli altri Paesi europei, per un generale calo degli sbarchi e una progressiva scomparsa del traffico di esseri umani nel Canale di Sicilia. Il ministro ha poi aggiornato sulla situazione dell'accordo fra Italia e Libia per i pattugliamenti congiunti: siglato nel 2007 e in attesa di conferma, diventerà operativo il 14 del mese, con la partenza delle navi. Ovviamente, poiché secondo Gheddafi l'Italia sarà sempre debitrice verso la Libia (in fondo dobbiamo farci perdonare per avergli costruito strade e acquedotti, no?), le motovedette, sei, gliele regaleremo noi, insieme al piacevole omaggio di un radar satellitare per il controllo del confine sahariano del Paese. In cambio loro saranno così gentili da provare a impedire che i clandestini partano alla volta della Sicilia. A monitorare la situazione sarà proprio il ministro, che arriverà entro due settimane insieme al collega libico Bonnici e al commissario europeo per la Giustizia e Libertà Barrot. Le critiche alla 'svolta storica', però, non sono mancate. Guterres, Alto Commissario Unhcr, si è dichiarato preoccupato per la mancanza di trasparenza dell'episodio, e ha affermato che il principio internazionale di non respingimento debba continuare a essere rispettato, soprattutto nei confronti di Paesi come la Libia, che non ha aderito alla Convenzione sui rifugiati del '51. Insorta la sinistra italiana, con le proteste di Zaccaria (PD), Ferrero (Prc) e Radicali (strano che Pannella non abbia cominciato un altro sciopero della fame...). Polemiche infondate, ha rassicurato Maroni, confermando come l'Italia sia pienamente in linea con i trattati internazionali, giacché gli immigrati non erano ancora in acque italiane. Critica anche la CEI, che ha ricordato come la Libia non abbia firmato la Dichiarazione fondamentale dei diritti dell'Uomo, ma è evidente che l'Italia non può occuparsi di quello che succede in tutti i Paesi del mondo. Plauso, invece, dal Presidente del Senato Schifani, che gioisce della raggiunta intesa fra Italia e Libia, e dal Vicepresidente della Commissione europea Tajani, per cui è un buon segnale la decisione della Libia di riprendere i clandestini partiti dalle sue coste. Un segnale che, in effetti, confesso mi ha stupito, anche se sicuramente non è disinteressato. Non stupiscono, invece, le critiche dei comunisti e dell'Unione Europea, per la quale attaccare l'Italia è un gradevole hobby. Poco importa che Grecia e Spagna, che con noi condividono migliaia chilometri di coste mediterranee, adottino metodi assai più violenti e spicci per risolvere il problema immigrati. Non ricordo una sollevazione di questo genere, nazionale e internazionale, quando Zapatero ha concesso alle sue navi di sparare ai barconi. Chissà, forse per solidarietà politica, o semplicemente perché si fa sempre un po' fatica a riconoscere i criminali di sinistra come, effettivamente, criminali. Oppure il motivo è che al governo c'è Berlusconi, quindi qualsiasi cosa faccia è sbagliata e da fascista, figuriamoci, poi, quando l'artefice è un leghista come Maroni. Sembrano non capire, le varie organizzazioni umanitarie e internazionali, che l'Italia ha già abbastanza problemi a gestire gli immigrati che la popolano, e non ha certo bisogno di diventare la terra promessa per ogni rifugiato. E' triste che ancora oggi, nell'anno di grazia 2009, esistano Paesi che non sottoscrivono le convenzioni sui diritti umani, ma questo non può e non deve essere un problema del nostro governo. Se in Libia non esistono diritti umani, i cittadini libici dovrebbero forse sentirsi in diritto di emigrare in massa in Italia? Mi auguro di no. Mi dispiace essere in disaccordo con la CEI, ma in questo caso i loro argomenti sono insostenibili nella politica reale. Se alla sinistra è rimasto un minimo di dignità non userà le dichiarazioni della CEI per la sue assurde polemiche contro il governo, dato che, normalmente, ogni volta che Bagnasco apre bocca viene subissato di critiche. Ma oltre alla dignità, in questo caso, alla sinistra servirebbe anche coerenza, e non sono certo sicuro che la possieda. Anche perché le critiche feroci al modo adottato dal Governo per gestire il problema clandestini vengono proprio da chi ne è il diretto responsabile. Quale sarà, infatti, il motivo se la stragrande maggioranza dei clandestini provenienti dall'Africa arriva in Italia, che non è certo l'unico paese europeo con uno sbocco sul Mediterraneo? Non sarà forse a causa delle leggi assurde introdotte dai governi di sinistra in nome di un distorto principio di solidale tolleranza verso gli immigrati, che permette anche ai clandestini di vivere tranquillamente da 'invisibili' nel nostro Paese? E la polemica si aggira anche intorno all'introduzione del reato di clandestinità, cui, chiaramente, la sinistra si oppone. Io, quando ho scoperto che essere clandestini non è un reato, sono rimasto francamente allibito. Secondo me una condizione d'illegalità e di non allineamento alla legge come quella di clandestino deve essere reato. Altrimenti perché un immigrato dovrebbe regolarizzare la propria posizione? Tanto non viene comunque incarcerato... Ed è inutile insistere sui richiedenti asilo. Con la scusa che potrebbero esserci richiedenti asilo viene fatto sbarcare chiunque, che presto fa perdere le proprie tracce con tanti saluti. La proposta del ministro Maroni non è di sparare a tutti i clandestini e di affondare tutti i barconi, ma di introdurre un metodo sicuro di regolamentazione per rallentare il flusso di immigrati. Un flusso che, grazie al buonismo di sinistra, fino a ieri era incontrollabile. Se si scoprirà che la Libia tratta male i suoi ospiti saranno problemi di Gheddafi: per una volta l'ONU non se la prenderà con l'Italia e farà qualcosa di utile. La svolta c'è stata, e secondo me è stato un evento positivo. E se, come auspicato da Maroni, il metodo sarà adottato anche da altri Paesi, questa ne sarà la conferma.

 
 
 
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