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Terroristi al G8 di Torino.

Post n°15 pubblicato il 20 Maggio 2009 da Antares_89
 
Foto di Antares_89

Come volevasi dimostrare il G8 delle università, organizzato dal Politecnico di Torino, è passato in secondo piano, lasciando spazio agli scontri di piazza avvenuti in contemporanea. In due giorni i manifestanti hanno distrutto la città, e gli unici feriti sono fra le forze dell'ordine. Il 18, mentre 41 rettori entravano nello storico Castello del Valentino, un centinaio di manifestanti ha cominciato a lanciare uova intonando cori, fino a quando la Polizia ha dovuto effettuare due cariche di alleggerimento per fermare l'escalation di proteste, sempre più violente. Fra i feriti, Eleonora Forenza del Prc, tanto per non lasciare dubbi sugli organizzatori. L'appello al dialogo e all'incontro di Profumo, rettore del Politecnico, è miseramente caduto nel vuoto. "Non accorriamo come servi al primo richiamo dell'imperatore!" hanno gridato i manifestanti, che si sono detti disposti al dialogo solo in cambio della dichiarazione del fallimento "di questo insostenibile G8". Occupato addirittura il laboratorio di Gm Powertrain ("fuori le aziende dall'Università!"), mentre si minacciavano nuovi scontri per il giorno dopo. Che non si sono fatti attendere. Il corteo, 4mila studenti da tutto il mondo, parte alle 11 da Palazzo Nuovo, e, dopo alcuni chilometri di calma apparente, interrotta da attacchi a banche e vetrine e slogan come "Noi la crisi non la paghiamo!" e "Ci bloccano il futuro blocchiamo la città, questa è la risposta dell'Università!", esplode la guerriglia. Verso le 13.20 gli studenti, volti coperti e muniti di caschi, estraggono bastoni ed estintori, mentre una fitta sassaiola comincia a piovere sulle forze dell'ordine. "Noi il G8 non lo vogliamo, noi il G8 lo blocchiamo!", urlano, mentre Polizia e Carabinieri reagiscono con cariche e fumogeni, nel terrore degli abitanti della zona, chiusi in casa insieme ai figli. La marmaglia vuole raggiungere, ovviamente, il Castello sede del summit, e, non riuscendo a sfondare il cordone di agenti in Corso Marconi, prova ad aggirarlo. Ma anche le vie laterali sono presidiate, e diventano teatro di nuovi scontri. Passano venti minuti e gli studenti, sconfitti, fanno ritorno a Palazzo Nuovo, dove si sciolgono. La Polizia raccoglie, oltre a bastoni e pezzi di porfido, anche piccozze, estintori e addirittura un rudimentale ordigno, mentre tutto intorno vi sono auto distrutte, vetrine infrante e cassonetti rovesciati. Il bilancio è di 24 feriti fra le forze dell'ordine e due arresti fra i manifestanti. Plauso agli agenti dal sindaco Chiamparino e dai Presidenti di Camera e Senato, mentre il prefetto Padoin conferma che la Polizia è intervenuta solo quando necessario. Secondo il Ministro Maroni quanto avvenuto era un "attacco premeditato di violenti", mentre per Cicchitto le frange criminali di quegli studenti sono il frutto della cultura terroristica promossa dalla sinistra radicale. Più moderato, ovviamente, Franceschini, che, pur condannando le violenze, parla solo di "gruppi" di provocatori. Forzatamente a margine della notizia il risultato dell'incontro, cioè l'elaborazione di un documento che sarà presentato al 'vero' G8 di luglio a L'Aquila. Chissà se anche in quell'occasione questi terroristi avranno il coraggio di presentarsi. La ragione direbbe no, che magari potrebbero avere rispetto per la devastazione della città e per i morti, ma se la ragione risiedesse nei loro cervelli gli scontri di ieri non ci sarebbero neanche stati. Sicuramente c'era anche qualcuno che pensava di manifestare pacificamente il proprio dissenso, ma la gran parte dei partecipanti era solo interessata allo scontro. Venti pullman e gente da tutto il mondo non si riunisce solo per una quarantina di rettori. Avrei capito (si fa per dire) se fosse stato il G8 dei capi di Stato, ma erano solo rettori universitari. La volontà era di violenza, di scontro fisico, di lotta urbana. Non erano pochi gruppi quelli che hanno assaltato le banche, distrutto le vetrine e attaccato un'agenzia di lavoro interinale. Non erano singoli violenti quelli che hanno aggredito con sassi enormi e mazze le forze dell'ordine. Erano tanti, migliaia, e quello che volevano era solo lo scontro, come dimostrato dallo sprezzante rifiuto dell'offerta di pace del rettore Profumo. E' indubbio che a cominciare la guerriglia siano stati alcuni sobillatori, ma hanno semplicemente acceso la miccia di una bomba preparata da tempo e pronta ad esplodere. Infatti, prima che cominciasse la vero battaglia, poco dopo l'una, il corteo 'pacifico' aveva già danneggiato banche e vetrine, costringendo gli abitanti del luogo e chiudersi in casa terrorizzati. Ma i ribelli, la storia insegna, hanno sempre bisogno di un capo. Nel 1572 Guglielmo d'Orange, nobile olandese, si schierò con i rivoltosi, unendo i Paesi Bassi contro la dominazione imperiale. Chi è stato il Guglielmo d'Orange della situazione? L'ha detto Cicchitto, come riportato prima, e lo conferma il coinvolgimento di Eleonora Forenza del Prc: nonostante la sinistra si discosti dalle violenze, ne sono proprio i dirigenti della sinistra estrema gli artefici, che hanno unito e coordinato gli scontri. Loro hanno permesso tutto questo, scaldando gli animi e fomentando il malcontento di quei giovani. Che, dimostrano gli slogan intonati, non hanno nessuna intenzione di pace, di vita onesta e di giustizia, ma solo sete di violenza e di anarchia. Una frase su tutte, "Un'altra volta, un'altra Onda, voi il fallimento del presente noi l'anomalia del futuro", chiarisce, se mai ce ne fosse bisogno, che quegli studenti si sentono un'anomalia, e tale vogliono rimanere. Non vogliono, come si può credere, giustizia, ma solo anarchia e violenza. E non importa se sono stati sobillati: sono abbastanza grandi da decidere con la propria testa cosa fare. Se non sono maturi da capire che una manifestazione del genere doveva per forza degenerare in guerriglia allora sono, con tutto il (poco) rispetto, dei ritardati. Non c'è nessuna giustificazione, e chi voleva manifestare pacificamente avrebbe dovuto parimenti immaginare, e organizzare un corteo a parte. Certo, se gli agenti avessero un po' più di libertà, magari dissuaderebbero i violenti dall'agire: 24 agenti feriti e nessuno tra i manifestanti. E' semplicemente assurdo. Se il buonismo non pervadesse ogni istituzione, i poliziotti potrebbero, invece di semplici cariche di alleggerimento, effettuare veri contrattacchi, respingere i manifestanti fino a che, sanguinanti, non si disperdono. E arrestare tutti quelli che possono, non due o tre a caso. Tutti quelli che si rendono partecipi di guerriglia urbana sono criminali, e come tali vanno puniti, senza eccezioni, con multe e carcere. Forse, con queste premesse, molti violenti sarebbero rimasti a casa, o comunque non avrebbero attaccato. Non è giusto che un evento importante come questo summit sia messo in secondo piano dalla violenza di quei giovani: le associazioni come Onda e centri sociali andrebbero smantellate e messe fuorilegge, alla stregua delle squadracce fasciste, e i loro componenti arrestati. Se le leggi rimangono morbide quei criminali continueranno a distruggere, anche grazie ai partiti di estrema sinistra, e la loro violenza aumenterà sempre più. E poi, tanto, se ci scappa il morto la colpa è sempre della Polizia. Anche se quel morto poteva benissimo stare a casa sua...

 
 
 
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