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Riforme: risparmio di sei miliardi.

Post n°31 pubblicato il 17 Luglio 2009 da Antares_89
 

Tipico della sinistra italiana criticare Berlusconi a prescindere da quello che fa, senza considerare minimamente i successi che il suo Governo consegue. Successi innegabili, che solo l'ideologia comunista riesce a non vedere. Anche quando il tema è fondamentale, come quello dell'economia, soprattutto nel periodo di crisi che il mondo sta attraversando. L'annuncio della svolta è stato dato dal Ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, che ha messo in subbuglio tutti gli organi di stampa delineando i primi tratti del nuovo Codice delle Autonomie. "Diversi miliardi" sono state le sue parole, come riferimento al risparmio netto che lo Stato dovrebbe ottenere dallo smantellamento di buona parte della burocrazia locale, il vero buco nero che assorbe ogni anno cifre astronomiche e assurde, in rapporto al servizio che offre. Mercoledì il nuovo Codice è stato approvato in linea preliminare, anche se non c'è ancora nulla di definitivo, siccome il confronto con le autonomie locali deve ancora cominciare. I margini di questa delega sono quindi molto larghi, ma si possono già azzardare previsioni non troppo lontane dall'effettiva realtà che prenderà presto vita nelle amministrazioni. Gli effetti sarebbero vicini a quelli di una vera manovra fiscale, poiché la cifra del risparmio si aggirerebbe intorno ai sei miliardi di euro. Il riferimento a tale risparmio non è certo casuale, dato che la maggior parte dei soldi che lo Stato non dovrebbe più spendere deriverebbero dai cinque miliardi che le comunità montane ogni anno fagocitano: proprio queste comunità sarebbero le principali 'vittime' della manovra, che come primo obiettivo si pone infatti quello di eliminare le amministrazioni palesemente inutili. Comunità montane abolite in toto dal Codice, così come i miliardi, dai tre ai cinque che, come sopra, assorbono. Altre due misure che la manovra prevede, e che consentirebbero il risparmio di un ulteriore miliardo, sono l'abolizione dei consorzi di bonifica e di alcune figure dei Comuni minori. Quanto alle prime, il cui destino è la riforma o la totale abolizione, pretendono ad oggi una cifra che si aggira intorno ai 520 milioni di euro, a fronte di un blocco di circa duecento enti. Le figure, inoltre, che dai Comuni più piccoli saranno abolite, sono quelle del direttore generale, tanto inutili quanto costose. Attualmente tali direttori esistono in 2800 Comuni, e le intenzioni del Ministro Calderoli sono di ridurre la cifra a sole quattrocento amministrazioni. Mezzo miliardo in linea di massima, in questo caso, il risparmio totale. Bastano queste misure per arrivare ai suddetti sei miliardi, e non si tengono in conto le ulteriori entità che saranno colpite dalla manovra. Ad esempio i difensori civici, drasticamente tagliati, che dovrebbero rimanere effettivi solo nelle amministrazioni provinciali. Eliminate, inoltre, le circoscrizioni nei Comuni che non contano più di 250mila abitanti. Sono certo enti minori, ma che ogni anno ottengono cifre considerevoli, e sempre più alte. Fino ad ora, almeno. In esame anche la razionalizzazione degli enti provinciali, anche se le possibilità d'azione del Governo sono, in questo caso, meno ampie. Indefinibili, quindi, gli enti che potrebbero essere aboliti o riformati, ma tra i quali potrebbero figurare anche le prefetture. Il disegno di legge passerà ora alla conferenza unificata, per poi tornare a Palazzo Chigi per la definitiva approvazione e messa in atto. Riassumendo, le intenzioni della riforma sono l'accentramento di tutti gli uffici decentrati dal Governo in un unico organismo, moderno e sotto controllo, che non usi più soldi di quelli effettivamente necessari. Dai Comuni e Province saranno eliminati un terzo dei consiglieri, mentre la cifra totale dei licenziamenti si aggira intorno ai 18mila posti. Enti che, a detta del Ministro Calderoli, "bruciano risorse solo per sopravvivere". Fuori della manovra, quindi ancora autonome, le amministrazioni locali di Difesa, Affari esteri e Giustizia. Tante le domande poste agli autori della nuova legge, che però non rispondono, poiché il confronto effettivo deve ancora partire, ma è facile prevedere che gli effetti saranno una boccata d'ossigeno per le piangenti casse del nostro Paese. Altrettanto facile è immaginare quali saranno le reazioni della sinistra, che, pur di contrastare il Governo, si alleerà anche con gli enti inutili che tanto rubano ai contribuenti. Niente di nuovo, naturalmente. Dall'inizio della nuova legislatura, la sinistra, parlamentare e non, non ha fatto altro che attaccare il nuovo Governo con ogni mezzo, rimanendo cieca di fronte ai benefici che il Paese sta ottenendo grazie al Premier. Un Presidente che gli italiani hanno fortemente voluto, e che, nonostante la palese conferma emersa dalle elezioni amministrative, PD & Co. continuano ad infangare. Purtroppo per loro rimangono solo le fallaci e indegne notizie di gossip sulle quali il Partito Democratico ha fondato la campagna elettorale, dato che la politica che il Governo sta attuando è inattaccabile. Anche io attendo con ansia le sicure critiche che la manovra amministrativa del Ministro Calderoli riceverà dalle sinistre: voglio farmi qualche risata, ascoltando le argomentazioni che il PD porterà a sostegno del suo ostruzionismo. Probabilmente arriveranno ad affermare che i direttori generali sono necessari, o che le comunità montane sono fondamentali e hanno tutto il diritto di esistere. Eresie indegne di un partito politico, ma che non sono nuove alla nostra sinistra, pronta a tutto pur di screditare l'amministrazione Berlusconi. Gli scarsissimi risultati che ottengono non li scoraggiano. Pare quasi che non si accorgano del progressivo allontanamento degli elettori dalle loro file. La loro assurda politica, infatti, sta spostando il baricentro degli elettori comunisti verso il giustizialista Di Pietro, o verso il ridicolo Beppe Grillo, un politico da osteria che riscuote certo più successo dei condottieri della sinistra parlamentare. Che, ormai, gode solo della preferenza di chi la vota per inerzia: chi vi è abituato da decenni e chi non sopporta il successo di Berlusconi. Il che basta a condannarla, considerando il volto di chi la sostiene, e le cui argomentazioni si risolvono semplicemente a critiche ingiuriose quali 'psiconano', 'nano malefico', 'ducetto' e molte altre. Non stupisce, quindi, la decadenza di questa sinistra, per la quale il programma politico è un optional, e l'unico obiettivo è offendere il Premier. Le uniche occasioni in cui tentano di parlare di politica sono le critiche alle manovre del Governo, quali che siano. Per semplice invidia o per allontanare (inutilmente) gli elettori dal PdL, augurandosi addirittura che le cose vadano male pur di esultare ad un possibile fallimento della legislatura. I fatti, però, sono dalla parte del centrodestra, come in questo caso. La manovra non è ancora effettiva, ma lo sarà a breve, e le cifre che il Governo risparmierà sono a nove zeri. Finalmente le amministrazioni locali saranno riformate, e la burocrazia sarà razionalizzata. Un obiettivo che la sinistra non si è mai posta, e che comunque non ha mai conseguito. Mentre sta diventando realtà grazie a questo Governo, sempre più fatto di successi e sempre più immune alle critiche di sinistra. Sei miliardi di euro sono un argomento abbastanza convincente, direi.

 
 
 
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