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Le carceri di Pannella.

Post n°46 pubblicato il 02 Novembre 2009 da Antares_89
 

Ormai siamo abituati alle solite sparate di Pannella, e questa non sarà certo l'ultima. L'occasione per dimostrare ancora una volta di essere una persona priva di cervello gli viene fornita dall'ultimo episodio di morte in un carcere italiano. L'assist è della neobrigatista Diana Blefari Melazzi, suicidatasi nel carcere di Rebibbia con l'aiuto di lenzuola annodate. La donna era coinvolta nell'omicidio di Marco Biagi, e sembra avesse più volte espresso la volontà di suicidarsi. Evidentemente le sue condizioni psichiche non erano perfettamente stabili. Da qui hanno preso il via le dichiarazioni di Pannella, che, ai microfoni di CNRmedia, ha affermato: "Ho dei motivi di ritenere che, ancora una volta, questo suicidio sia il risultato di un sistema di giustizia e carcerario che induce gesti estremi". A quanto pare, secondo lui le carceri italiane sono troppo dure e le condizioni troppo disumane perché i criminali possano vivervi. I Radicali, del resto, non sono nuovi a gesti incomprensibili legati alle condizioni carcerarie dello Stato. Tempo fa, alcuni esponenti del partito erano entrati in un carcere per fare visita ad un gruppo di clandestini. Questi ultimi erano accusati di crimini pesanti, e per questo motivo la situazione aveva sollevato proteste sia dal mondo politico sia dalla gente comune. A loro dire, i partecipanti alla visita volevano solo dimostrare il loro 'appoggio' a quelle persone, secondo loro discriminate perché straniere e condannate a una pena troppo grave. Peccato che non vi fosse nessuna discriminazione, e quei criminali, caso più unico che raro, in Italia, erano giustamente stati incarcerati. Il gesto è stato solo una provocazione, che ha dimostrato come i Radicali siano alcuni, forse i massimi, esponenti del buonismo del nostro Paese. Classico esempio di 'razzismo al contrario', per cui se un criminale è straniero non va incarcerato per nessun motivo, mentre se è italiano può tranquillamente marcire in prigione. Questo per dipingere il quadro dell'opinione dei Radicali in merito alle nostre carceri. E come poteva esimersi Pannella, lo storico leader, dal tornare a fare parlare di sé non appena gli si è venuta a presentare l'occasione? Ovviamente non ha esitato, e da qui ad insinuare che le nostre prigioni siano invivibili il passo è breve. Secondo lui la povera terrorista avrebbe dovuto soggiornare ancora nell'ospedale psichiatrico dov'era stata ricoverata, servita e riverita, solo perché sembra avesse problemi tali da indurre al suicidio. Il trasferimento in carcere, in isolamento, avrebbe acuito il dramma psicologico della donna, che non avrebbe resistito a quella condizione tanto da optare per il suicidio. Ma le parole del radicale sono ambigue: sono le carceri ad indurre indiscriminatamente al suicidio oppure è stato il trasferimento della donna a provocare il caso specifico? Interpretando quello che può vagare nella sua mente forse entrambe le cose. Parto dalla seconda. Forse, anzi, probabilmente, il trasferimento in cella di una donna instabile senza il controllo continuo di medici l'ha indotta a scegliere la via del suicidio. Personalmente, non credo che il mondo abbia perso più di tanto. È morta una terrorista, che sapeva quello che faceva, e che deliberatamente si era accodata ad un gruppo di criminali della peggior specie. I noti "compagni che sbagliano". Probabilmente è questo che ha pensato Pannella. Una compagna che sbaglia non può morire in cella. E invece è successo. Da cristiano me ne rammarico, in quanto Dio non potrà accogliere la sua anima da suicida, ma da italiano la cosa non mi tocca. Come detto, ci ha lasciato non una donna, ma una terrorista, pronta ad uccidere chiunque senza la minima esitazione. È morta? Pazienza. Tornando alle condizioni delle carceri italiane, comincio con l'ammettere di non avere mai avuto il piacere di visitarne una. La frase sembra ironica, ma il messaggio è reale. Perché per gente come il leader radicale nelle carceri si dovrebbe stare come in hotel. Il 'ragionamento', probabilmente, sarebbe "lo Stato mi imprigiona e adesso mi deve mantenere bene". Forse sarò un anticonformista, ma io pensavo che nelle carceri non si dovesse stare bene. Chiaramente i detenuti non vanno lasciati morire di stenti, ma neanche vanno trattati come re. Non m'interessa come siano adesso le prigioni italiane, ma so che dovrebbero comunque essere più dure. Il sistema americano è più che corretto, e adempie perfettamente l'idea di detenzione. I criminali non devono restare in cella tutto il giorno uscendo solo per l'ora d'aria. Vanno fatti lavorare, gli si devono far fare lavori di pubblica utilità, ma che non siano pulire un parchetto, ma scavare canali e asfaltare strade. Lo Stato risparmierebbe denaro pubblico, e i criminali si guadagnerebbero con il lavoro il cibo che mangiano e il tetto sotto cui dormono. Al contrario, oggi stanno tranquillamente nelle loro celle, magari andando ogni tanto in biblioteca o su internet. Relax completo e pasti garantiti: una vacanza. Eppure sento che, in teoria, la detenzione non dovrebbe essere una vacanza, ma una situazione in cui una persona va, poiché ha commesso un crimine, per essere rieducata. Ma non con le buone maniere. Se uno è un criminale è conscio di quello che fa, e se va in carcere deve avere quello che si merita. Citando Churchill: "Sangue, sudore e lacrime". Il sangue delle ferite che immancabilmente comporta un duro lavoro, il sudore per il calore di un'acciaieria o dell'asfalto e le lacrime che scenderanno quando si renderanno conto dell'inferno in cui sono volutamente caduti. Ovviamente tale discorso non deve valere per tutti i criminali, ma per buona parte di loro, come stupratori, pedofili, assassini, terroristi, estorsori, truffatori, ... Chiunque abbia influito in modo particolarmente violento, aberrante o subdolo sulla vita delle altre persone. E il fatto che le carceri siano poche, chiaramente, non va risolto con gli indulti alla Mastella (votato anche dal centrodestra, cui attribuisco parte della colpa), ma con nuovi edifici. Non residence, ma prigioni alla Alcatraz. Perché è questo che meritano i criminali. Dopo il caso dei clandestini, forse anche questo suicidio darà la possibilità ad Amnesty di criticare l'Italia. Sicuramente, però, arriverebbero secondi, perché il primo classificato oggi è Pannella. Magari comincerà un altro sciopero della fame, cui è solito ricorrere. Pazienza se questo sarà interrotto dopo poche ore. In effetti, la stazza del radicale non è molto simile a quella di Gandhi, uno che gli scioperi della fame li faceva sul serio. Concludendo, il fatto scatenante la polemica, in effetti, non avrebbe dovuto suscitare nessuno scalpore. È semplicemente morta una terrorista, magari pensando di entrare nel gotha dei martiri del proletariato. La situazione ha però permesso a Pannella, che, effettivamente, da un po' non si sentiva, di vomitare una delle sue consuete, patetiche dichiarazioni. Ma spero che tutti saremo d'accordo sul fatto che i criminali in cella non devono divertirsi, ma sudare e pentirsi amaramente di quello che hanno fatto, e la durezza delle carceri, in questo caso, è fondamentale.

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Commenti al Post:
vargen
vargen il 02/11/09 alle 20:23 via WEB
I così detti, per semplificare, lavori forzati hanno un costo enorme, occorrono più sorveglianti che sorvegliati... hanno provato con la pulizia strade ma 15 detenuti e 30 secondini... Inoltre con la mentalità italiana e le polemiche che sorgono ad ogni evento, sarebbero tutti evasi nel giro di una settimana. ... Pannella non può fare altro ora che scatenere polemiche buoniste. Non è facile apparire se non così. Con la Bonino, molto brava, ma a volte troppo avanti si sono preclusi troppo strade di intervento. Penso peraltro che siano brava gente, dei liberali veri, ma chiedano di ESSERE PRESENTI AI POSTI DO POTERE, ma la meccanica dei "giri di denaro" li tenga fuori obbligatoriamente... La spartizione è molto cara e con loro pagherebbe pochissimo. ( troppo onesti??) Sia chiaro che non difendo molte posizioni di Pannella ma ne ho ammirato lo spirito di anni fa. Oggi forse " digiuna troppo" e non è più credibile...
 
 
Antares_89
Antares_89 il 05/11/09 alle 18:37 via WEB
E' questo che non va in Italia. Non abbiamo la mentalità giusta per intraprendere il processo dei lavori forzati come occupazione per i detenuti. Le leggi e le polemiche, infatti, stroncherebbero il processo prima ancora che possa cominciare. L'unica soluzione sarebbe quella di cambiare totalmente mentalità, diventare, in questo senso, uguali agli americani. Perché da loro i lavori forzati servono, e producono guadagni allo Stato. Con la nostra mentalità, come dici giustamente tu, i soldi andrebbero persi. Il fatto è che i carcerati dovrebbero girare incatenati e fare il lavoro che si meritano di fare. Ma senza secondini a controllarli, quanto ranger con il fucile. Pronti a sparare non appena qualcuno dia l'impressione di volersene andare. Questa è, ovviamente, una pura utopia, e temo che molti anni dovranno passare prima che anche le nostre istituzioni abbandonino il buonismo loro consono per accorgersi di quanto sia buono il modello americano. E quale migliore esempio di buonismo, se non Pannella? Onestamente, non ricordo di cosa parlasse anni fa, poiché ancora ero troppo giovane per occuparmi di politica, ma mi fido di quello che dici. Certo è, però, che adesso è tutta un'altra storia, e i suoi discorsi fanno ridere per non piangere. Nessuna sorpresa che molti votanti PD siano assai scontenti dell'alleanza del loro partito con quello radicale. Magari all'inizio le loro idee erano fondamentalmente buone, ma il metodo con cui fanno politica li condanna senza appello. Ciao.. Emanuele.
 
fucio02
fucio02 il 03/11/09 alle 08:18 via WEB
Come sempre, scrivi delle cose interessanti. Mi sorge una domanda. Perché Pannella e compagni si muovono proprio proprio ora, dopo la morte di un'ex brigatista? Cordiali saluti.
 
 
Antares_89
Antares_89 il 05/11/09 alle 18:45 via WEB
Perché a loro fa comodo così, perché in questo modo sperano di guadagnarsi l'appoggio della sinistra estrema. Magari per formare, in futuro, un unico partito che racchiuda tutto il peggio della politica italiana. La morte di un'ex-brigatista non dovrebbe essere vista come occasione di lacrime. Almeno non per l'opinione pubblica: la società può fare a meno dei terroristi, direi. Ed è patetico, da parte di Pannella, strumentalizzare così un suicidio, pur di accaparrarsi consensi. E' questo il politico che alcuni, testardamente e incomprensibilmente, si ostinano a votare. Purtroppo. A presto, Amico mio. Emanuele.
 
naticek
naticek il 03/11/09 alle 13:18 via WEB
per ora ho letto solo,l'inizio, ma intanto posso dire che se nelle carceri i brigatisti si suicidano, a me non me ne può fregar di meno.......loro non ci pensavano due volte a sparare alla gente, ed allora? In germania la banda bader meinhoff si è quasi tutta suicidata per mano della polizia carceraria tedesca, e non è successo tutto questo casino, Un quotidianio di oggi scrive: Come mai ci si interessa solo del suicidio di una br quando in un anno ci sono circa trenta suicidi? Chi tocca la sinistra muore, è il nuovo cartello di avviso......
 
 
Antares_89
Antares_89 il 05/11/09 alle 19:27 via WEB
Infatti è proprio quello che penso io. Come ho scritto, da una parte mi dispiace, da cristiano, vedere come l'anima di quella donna non si possa redimere e brucerà per sempre all'Inferno, ma da italiano il concetto è diverso. L'idea che mi giunge subito alla mente è "una terrorista di meno". E infatti è così. Una donna che non avrebbe esitato a fare una strage, se questo fosse andato a vantaggio del 'proletariato', non merita neanche di essere definita donna. Era un mostro, come mostri sono tutti i terroristi. Ma, come hai detto giustamente tu, quando muore una brigatista è tutto diverso. Si cerca di difenderla (è solo una "compagna che sbaglia", dopotutto) e di deviare l'attenzione sulle condizioni carcerarie. E' davvero patetico Pannella quando afferma che la povera brigatista si è suicidata perché la cella non era di suo gradimento. E sono altrettanto patetici i comunisti che si saranno infuriati per la perdita di una buona compagna. Ripeto il concetto precedente: una terrorista di meno. Nient'altro. A presto, Amico mio. Emanuele.
 
fucio02
fucio02 il 04/11/09 alle 16:26 via WEB
Emanuele, sul mio blog http://italiaemondo.blogspot.com ho commentato la sentenza sul crocifisso. Cordiali saluti.
 
 
Antares_89
Antares_89 il 05/11/09 alle 19:29 via WEB
Antonio, leggerò con attenzione quello che hai scritto. Purtroppo, però, come già altre volte è successo, non riesco a commentare, sotto al post. Ma lo farò, seppur indirettamente, mandandoti un messaggio. Come ovviamente immaginerai l'argomento mi tocca moltissimo, e vorrei avere un po' di tempo per pubblicare un articolo che ho quasi finito. Spero in domani. A presto, Amico mio. Emanuele.
 
Vince198
Vince198 il 06/11/09 alle 14:04 via WEB
Ciao Emanuele, vado subito al dunque aiutandomi con varie letture in diversi quotidiani: la bierre Blefari è stata, come noto, la 61^ suicida nelle carceri italiane nell'anno in corso. Ma degli altri sessanta nessuno, o quasi, se ne è occupato in modo pari a quello afferente la suddetta "compagna che sbagliò".. Tra l'altro nessuno o quasi si è occupato dei circa 1.700 suicidi avvenuti in carceri italiane dal 1980 fino al 2007. Il suo suicidio, però, ha eccitato una valanga di demenziali denunce nel mondo dei blog: dall’”assassinio di Stato”, in su giusto per essere in tema. Una violenza verbale, un odio, che non coprono la vera ragione di tanta indignazione in network sinistri: quella della Blefari è stata la morte di una “innocente”. Capito cosa vanno blaterando? Pure, le sue parole e il suo comportamento processuale non lasciano dubbi: non solo ha concorso ha uccidere alle spalle, a tradimento quell’uomo mite e colto che è stato Biagi, ma addirittura, ancora in carcere, si rammaricava “di non averlo torturato prima, per tutto il male che ha fatto al proletariato”. Quindi, chi oggi denuncia “l’assassinio di Stato”, in realtà condivide le ragioni del suo orrendo assassinio. Questo è il VERO punto. Diana Blefari suicida, oggi, non può che muovere tutta la nostra pietas. Neanche un pò! Ma qualcuno ci dica se era possibile un’alternativa, se era possibile lasciarla libera, colpevole, e certa come era delle ragioni del suo efferato assassinio. Diana Blefari non sopportava il carcere e lo diceva. Ma questa non è ragione sufficiente e valida per liberarla. La brigatista Blefari, questo è il punto, non sopportava la pena inflittagli per l'orribile delitto commesso. Questo motiva la tempesta di indignazione nel mondo dei blog. Nessuno dei sessanta suicidi di quest’anno ha sollevato tanta indignazione. Ma chi ha ucciso Biagi, e lo ha fatto spietatamente, la solleva. Non sappiamo quasi nulla di Diana Blefari, ma dopo averne letto, emerge forte il sospetto che soffrisse di un male comune, che la rende tanto empatica con i blog estremisti: non ha accettato di sopportare le conseguenze delle sue azioni. Spietatamente assassina, addirittura pentita solo per non aver torturato Biagi, non riusciva a accettare di dover pagare il prezzo della sua libertà. C’è chi addirittura adombra l’ipotesi che pur di uscire dal carcere, Diana Blefari si accingesse a tradire i suoi compagni, a parlare con i magistrati. Se è così - ma non sappiamo se corrisponda vero - il quadro sarebbe completo e simile, maledettamente simile a quello di tanti suoi predecessori: spietati assassini prima, poi, non appena devono pagare per le loro azioni, cinici “pentiti” che pagano per la propria libertà tradendo i più intimi amici di cordata. Forse si è uccisa per non compiere quel passo. Non lo sappiamo, il dubbio rimane intero. Da parte mia esprimo grande disprezzo per chi schiamazza e politicizza un dramma che potrebbe accomunarla a tanti suoi predecessori che han fatto di tutto pur di non pagare la pena comminata. Come dire urla di una congrua banda di cialtroni arrabbiati che inneggia all'innocenza di una assassina ed eversiva dell'ordine repubblicano.
 
 
Antares_89
Antares_89 il 07/11/09 alle 08:32 via WEB
Di che stupirsi? L'incoerenza e la meschinità delle frange comuniste non ha mai fine, e mai l'avrà. Nessuna sorpresa che si accingano a chiedere 'giustizia' per una loro compagna: "poverina, si è suicidata perché il carcere era troppo duro". Non si interessano minimamente degli altri suicidi che sono avvenuti nelle carceri italiane, non vi danno nessuna importanza. Quello che davvero conta, in effetti, è sostenere il brigatismo e, indirettamente, negare il crimine Biagi. Che poi alcuni la difendano solo perché comunista pur non condividendo le motivazioni e l'efferatezza dell'omicidio del giuslavorista significa che non solo sono comunisti, ma anche stupidi, in quanto non conoscitori della storia di quel delitto. Quello che importa, come ho già detto, è la difesa a oltranza e cieca di una compagna. Nonostante questa compagna si sia macchiata di un crimine orrendo. E le sue dichiarazioni sui rimpianti per non averlo torturato rendono ancora più grave la violenza e la follia che hanno ispirato quel delitto, rendono più pesante la prigionia che avrebbe dovuto scontare, se fosse stata meno vigliacca, e rendono più bieche le difese che le vengono concesse dai suoi compagni. Che fanno rumore solo adesso, e che solo adesso si accorgono dei suicidi nelle prigioni del nostro Paese, tema fino ad ora a loro sconosciuto. Incoerenza e barbarie sono le uniche parole che possono definire i comunisti che difendono quella che era a tutti gli effetti una terrorista. Per quanto mi riguarda, come ho detto nel post, da italiano dalla vicenda traggo una sola conclusione: una terrorista di meno sulla faccia della Terra. Un abbraccio, Amico mio. Emanuele.
 
shineon67
shineon67 il 06/11/09 alle 19:04 via WEB
se non erro la brigatista era sieropositiva, quindi ammalata e se ha avuto segni di squilibrio mentale, si può capirne le ragioni. Pannella concordo anch'io che è incomprensibile e a parte una legge sull'aborto vinta più dagli eventi che dal suo carisma, tutto il resto è aria fritta. Eviterei di citare del razzismo al contrario perché di questi tempi il carcere non è duro con nessuno. ciao
 
 
Antares_89
Antares_89 il 07/11/09 alle 08:38 via WEB
Non ero al corrente della sua malattia, ma, sinceramente, non mi interessa. Secondo me quel suicidio è stato un atto estremo di codardia, la volontà di sottrarsi a una pena che sarebbe stata comunque poco rispetto al crimine da lei commesso. Se era squilibrata lo era anche per il solo fatto di aderire alle BR, e l'aggravamento delle sue condizioni in quanto sieropositiva non avrebbero giustificato un suo trasferimento in ospedale. Tantopiù che, come dici, le carceri italiane non sono certo così dure da doversi suicidare pur di sottrarsi ad esse. Ripeto che, secondo me, il modello americano andrebbe adottato anche qui. Il problema è il cancro del buonismo che, purtroppo, pregna il nostro Paese, e che mai permetterebbe che i criminali, anche se terroristi, venissero trattati come tali. A presto, Amico mio. Emanuele.
 
   
shineon67
shineon67 il 07/11/09 alle 22:04 via WEB
e la chiesa cosa dice? ciao
 
     
Antares_89
Antares_89 il 08/11/09 alle 15:42 via WEB
La Chiesa giustamente è per il rispetto che si conviene a tutti gli uomini, anche se sono volgari criminali, più simili ad animali. Lo stesso discorso vale per i clandestini, a conferma del fatto che la Chiesa sia sempre in prima fila nella difesa dei deboli e degli sfortunati. Il che rende assai evidente l'incoerenza di chi la accusa di essere un'istituzione oscura che persegue i propri interessi e che non ha nulla a che vedere con i valori propriamente cristiani. Come si vede, infatti, sia il Papa sia tutte le istituzioni cattoliche spendono sempre parole di solidarietà verso i deboli, e le missioni cattoliche aiutano i poveri di tutto il mondo. Per quanto riguarda la politica è chiaro che non può valere il principio del 'porgere l'altra guancia'. D'altronde, se si assume che i criminali dovrebbero essere trattati come prescrive la Chiesa, allora bisognerebbe applicare alla legge tutte le norme cattoliche. Il che priverebbe la società di divorzio e aborto. A me andrebbe più che bene, ma non penso che la sinistra sarebbe dello stesso avviso. In questo caso, o tutto o niente. Non ci si può avvalere dei valori cattolici solo quando tornano a proprio comodo. Ciao, Amico mio. Emanuele.
 
caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 07/11/09 alle 09:41 via WEB
Non so se devo ridere, delle affermazioni di Pannella o se farei meglio a piangere...Ma non parliamo dello stesso uomo che ha lottato per l'eutanasia? Se la signora in questione ha deciso di voler smettere di vivere, non equivale ad un diritto sacrosanto, come lui professa? Caspita se sono d’accordo che devono sudare e primariamente pentirsi ma i criminali in Italia, mangiano, bevono e si divertono anche altro che pentirsi. Scusa, ma queste cose mi fanno veramente incazzare. Con simpatia Cinzia
 
 
Antares_89
Antares_89 il 07/11/09 alle 17:20 via WEB
Il tuo ragionamento è corretto, e chiunque sia onesto lo può capire. Evidentemente onesto non è Pannella, incoerente come i suoi sostenitori e i suoi compagni di partito. Che si svegliano solo perché è morta una compagna, solo per attaccare il Governo. Che ella si sia suicidata, poi, come giustamente dici, rende ridicola la dichiarazione del leader radicale. Sembrava anche a me che Pannella fosse un grande sostenitore della morte libera. E dunque perché la 'povera' Blefari non avrebbe potuto scappare liberamente dalla vita? Nonostante fosse in un carecere italiano, che penso sia come un hotel. Le nostre prigioni fanno ridere, altro che suicidio! A presto, Amica mia! Emanuele.
 
to_revive
to_revive il 11/12/09 alle 15:07 via WEB
Pannella è un giullare, un buffone che fa digiuni e si alimenta di liquidi (frullati di frutta e centrifughe). Ciò che dice non mi tocca. Nel mio Paese, dove non si scherza, il costo dei lavori forzati è esclusivamente quello del trasporto dei detenuti in pullman. Poi li gestisce uno sheriff a cavallo munito di M16 e fucile a pompa; dicasi uno solo con 2 cani ogni 20 detenuti. Per i terroristi c'era Guantanamo che ti assicuro non è il peggio ( questo per i pirla di sx felici che lo stiano chiudendo e non sanno un emerito nulla del mio Paese!)
 
 
Antares_89
Antares_89 il 11/12/09 alle 18:33 via WEB
Greta, non puoi immaginare quanto sarei felice se qualcuno decidesse, finalmente, di importare in Italia il vostro modello penitenziario. Ma penso che questa rimarrà per molto tempo solo un'utopia. Solo l'idea di vedere i lavori forzati per i detenuti farebbe insorgere in blocco tutta la sinistra, figuriamoci poi se a controllare i detenuti vi fossero anche guardie a cavallo e cani! Le critiche, ovviamente, non pioverebbero solo dall'interno, ma anche da tutta Europa. Evidentemente, per la 'civile' Europa i detenuti meritano di vivere tranquilli in prigione, serviti come principi, rimanendo in cella a spese della comunità. E Pannella ha anche il coraggio di lamentarsi! Non sono uno che si lamenta spesso del proprio Paese, ma, come ho detto, il sistema carcerario andrebbe sicuramente importato. Ma serve qualcuno che abbia il coraggio di farlo. E non è facile trovarlo. Ti abbraccio.
 
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