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Post n°907 pubblicato il 04 Gennaio 2021 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
La prima docu-serie originale tutta italiana è uscita il 30 dicembre in 190 Paesi. E già fa discutere.
Dueminutiequarantunsecondi tanto è il tempo che dura il trailer e che si conclude con una domanda che giro a voi: A titolo di cronaca, la Comunità, preoccupata per gli effetti negativi e destabilizzanti |
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◘ Sul Ponte sventolerà
Certo, i figli sono sempre pezzetti di noi e sentiamo inevitabilmente la loro assenza anche se li sappiamo felici.
Anche io, Diana, come te penso che Muccioli abbia fatto una grande opera. Nonostante tutto.
Ti abbraccio
E' invece in gioco un'opinione :
"Per fare del bene puoi usare qualunque metodo?"
Buona serata, Carlo :)
Anche noi dormiamo sonni sereni: in verità non abbiamo mai usato bastone e carota. Abbiamo sempre parlato molto chiaro: al primo sgarro, qualunque esso fosse stato, si tagliava la cosa più preziosa: la fiducia che vuol dire anche libertà e indipendenza. Fino ad oggi ci è andata bene.
Neppure a me piacciono le zone franche. E tanto meno l'assenza dello Stato che sapeva, taceva ma poi condannava. In questi giorni molte testate parlano dell'argomento e c'è una frase riportata da Il Manifesto che secondo me riassume bene:
Guru, padre-padrone con botte e amore, la sua figura diviene la risposta al vuoto dello Stato di fronte alla tossicodipendenza.
In un tempo in cui risposte non c’erano ma la piaga dilagava.
Un sorriso :)
Abbandonati dalle istituzioni gli ospiti perché tossici; abbandonate le famiglie perché definite diverse; abbandonato dallo Stato il fondatore, ma ricordato solo per accusarlo.
Eppure molte testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle quelle tragedie lo riscatta a prescindere. Anche i media di allora, da Montanelli, a Biagi, a Costanzo... fino a Jovanotti parlano del fenomeno San Patrignano perché volente o nolente ha fatto storia .Ci sono dei servizi de Le Iene davvero intensi e precedenti a questa docu-film.
Per cui mi chiedo: se non ci fosse stato San Patrignano che ne sarebbe stato di quelle migliaia di ragazzi e ragazze moltissimi dei quali sono rinati a nuova vita?
Un bel pomeriggio, Gian :) e grazie
Sno molto contraria alle zone franche, allo Stato che non c’è, alla violenza in genere. Però, leggendo più interviste , che in questi giorni abbondano, e ascoltando più testimonianze mi è parso di capire che tutto sommato si accettava anche la "violenza" in nome di un probabile recupero. E lo si faceva perché sì, c’era qualche altra struttura - penso a una struttura in Puglia di cui non ricordo il nome - ma si era agli albori e la pratica era fai da te.
Ti voglio raccontare un fatto reale.
Siamo in Veneto e siamo nel 1988. Una signora ha un figlio di 20 anni circa tossicodipendente. Viene seguito dai servizi preposti che gli offrono un lavoro senza retribuzione ma socialmente utile. Non si risolve granchè. Lui si fa di eroina tant'è che vende anche cose di casa. Compie qualche furtarello e viene messo in carcere. Esce in fretta e viene ripreso in carico dai servizi pubblici che lo dirottano in una clinica pubblica dove conosce psicofarmaci e li conosce così bene che li assumerà tutta la vita senza mai trovare una soluzione. Passano gli anni e torna a casa fatto di psicofarmaci. Non trova lavoro ed avrà una pensioncina di invalidità. La sua vita si articola fra gli psicofarmaci e i ricoveri legato a un letto di una struttura pubblica con le sbarre alle finestre. Un giorno di qualche anno fa, dopo quasi 30 anni di vita che non è stata vita, si impiccherà sul poggiolo di casa. Ecco, tutto questo per dire: meglio San Patrignano con la coercizione o il pubblico che comunque ha fallito? Buon pomeriggio!
Allora la tossicodipendenza era argomento sconosciuto e da allontanare.
Oggi non vengono più accettati tossicodipendenti in astinenza e gli ospiti non sono più eroinomani. Oggi ci sono studi e vi opera personale specializzato, allora invece si cercava di tirare via dalle strade e dalla panchine alla meno e peggio.
Buon pomeriggio :)
Nella difficile missione di recupero ci saranno sempre e a prescindere zone di luce e zone d’ombra. Certo è che se da una parte il tossicodipendente è disposto a tutto per evitare di cadere in astinenza, è pur vero che, come ben dici, una forza uguale e contraria è indispensabile. Non necessariamente violenta, ma di polso anche ferreo. Ed è questo quello che secondo me ne esce dalle testimonianze e interviste di chi ha varcato in entrata e in uscita da quell'immensa tenuta tanto controversa quanto determinante per smovere gli animi e prendere consapevolezza di quanto la tossicodipendenza sia una piaga sociale ancor prima che umana.
Buon pomeriggio.
Purtroppo in entrambi i casi noi si può mai avere la controprova! E qui dovrebbe prevalere il buonsenso. Un saluto, M@.