C'est la Vie

Non ho mai avuto dubbi sull'argomento. Ho letto questa notizia e sono soddisfatto dalle decisioni del titolare. Il tempo, da grande galantuomo, resta sempre pronto a deporre per...il passato: il passato che riguarda tutti e tutto, anche il dato anagrafico. I sessantenni sono ricettivi, pronti e svegli, le loro esperienze maturate nel passato lavorativo, restano capitale vivo e adeguato alle necessità odierne. Pertanto siamo a recuperare gli...umarell!!!! Buona sera carissima Elena.

Ottimo, Carlo! sono felice che almeno una volta la nostra "empatia" non ci sia ^___***
Mi sta bene, ma dunque mai sia di parlare di disoccupazione o di figli che non mettono le ali e che restano attaccati alla famiglia.
No! a 60 anni, secondo me, uno ha dato. Specie se operante in altri settori e magari già in età pensionabile.
Diamo spazio ai giovani, alle novità e soprattutto insegniamo ai giovani un mestiere... prima che sia troppo tardi.
Un caro saluto

Mia cara, io lo farei e auspicherei pienamente che i giovani siano i primi a entrare nel mondo del lavoro. Ma qua a decidere sono altri e credimi, i titolari e i padroni di aziende, sono esasperati dai no, dai rifiuti espressi prontamente. La voglia di lavorare c'è, è la buona intenzione cha manca. Io, quando ho cominciato a lavorare, prendevo settemila lire alla settimana. Bye bye cara.

Nel ringraziarti del tuo pensiero lasciato qui e che, pur non condividendolo, lo rispetto, mi perdonerai, Carlo, se non riesco a contestualizzare la tua retribuzione di allora.
Contestualizzo invece le retribuzioni che spesso vengono elargite a giovani e lo dico con cognizione di causa, visto che per via di mie figlie , conosco situazioni di loro amici al limite dello sfruttamento. A suffragio di ciò, oggi La Repubblica riporta questo:
https://www.repubblica.it/economia/2023/12/14/news/andrea_studente_e_rider_mille_euro_al_mese_per_12_ore_al_giorno_7_giorni_su_7_chi_puo_fa_altro-421654946/?ref=RHVS-BG-P11-S3-T1
Quindi per me non è che manchi la buona intenzione/volontà nei giovani, ma manca il rispetto verso i giovani e il caso in questione, peraltro insignificante, la racconta lunga sui luoghi comuni che spesso vengono appiccicati ai ragazzi.
Buon pomeriggio, Carlo

Se non fosse per le varie patologie in mio possesso andrei io tanto ho superato i 60 e sono 64 per l'esattezza.L'esperienza accumulata nel tempo viene valorizzata da questa azienda....era ora!!!!!!!Non siamo solo da pensione a dover fare la maglia e le parole incrociate!Questo è il mio pensiero.Buona serata Elena,ripasso.

Non volevo certo offendere, ma di solito a 60 anni o giù di lì si pensa alla pensione.
Ovviamente il tuo pensiero è rispettabilissimo ma non lo condivido: con una disoccupazione al 26% che riguarda i giovani mi pare il minimo. Inoltre un ragazzo si forma, anzi si deve formare! E credo sia un dovere non solo di ogni datore di lavoro ma anche civico.
Buona serata, Diana

Io credo che la decisione dell'azienda non è generalizzata quindi non mi pare il caso di crearsi allarmismi.Loro hanno bisogno di gente in età pensionabile ed è giusto che l'abbiano.Ogni ditta ha i propri bisogni non vedo perchè ostacolarli se non esiste un dilagare dell'idea.Buona serata Elena.

Non creo allarmismi.
Scrivo nel post "fosse anche un caso particolare".
Non ostacolo, certo! però mi lascia basita semplicemente l'idea. Tutto qua.
Passate una meravigliosa serata, ciaooooo

Meglio chiuderla qui,per me è un discorso da discutere personalmente nel mio caso specifico.Buona serata Elena e co,non ripasso.

Buon pomeriggio, cara Diana :)

Ma per favore,con la disoccupazione dilagante non mi sembra un'idea intelligente...Ovviamente il discorso cambia per chi si e' ritrovato licenziato a quest'eta'...Buona serata

E siamo d'accordo, Ross.
La disoccupazione è una piaga sociale. I sessantenni bene o male hanno avuto modo di realizzarsi.
Diamo modo ai giovani di farlo. Perché è facile dire "giovani mammoni" e non offrire loro ciò che spetta.
Buona serata a te, ciaoooo

Parlando in gebnerale, cioé riguardo a me senza considerare i giovani che sono a spasso e che cercano (quando lo cercano) un lavoro, io che ne ho 72, se trovassi una buona opportunità e, ovviamente, la richiesta, mi piacerebbe tornare a lavorare, cosa che ancora fraccio, un poco, consigliando i nuovi dipendenti del mio vecchio ufficio. Forse il mio è un caso particolare e io sono un po' matto... Un carissimo saluto, Elena!

Il tuo non è un caso particolare: ti occupi di un lavoro che hai fatto per anni mettendo a disposizione di altri letue competenz ee ti dedichi ai tuoi interessi e questo è lodevole, Renato! Molto lodevole, secondo me.
Nello specifico invece si tratta di scegliere come dipedente una persona di 60 anni e lasciare a casa un ragazzo giovane, da costruire, da forgiare, da dargli un futuro. Ecco, è diverso.
Ricambio il carissimo saluto e ci aggiungo un sorriso, ciao Renato

Effettivamente è una scelta controtendenza. Scelta dettata dal fatto che questo imprenditore non trovava giovani interessati. Dal suo punto di vista persone di 60 anni che hanno già esperienze lavorative e soprattutto voglia di lavorare è puntare sulla produttività. Stabilire però dei requisiti di età è discriminante. Quindi largo ai 60enni che hanno ancora energia per lavorare, senza togliere la possibilità di candidarsi anche ai giovani che hanno voglia di imparare e lavorare. Buona serata :)

Stabilire un'età per il mondo del lavoro è senz'altro discriminante, hai ragione, D.
Non ho documentazione se effettivamente l'Azienda non trovasse manodopera under 60. O se invece, come riportato da alcune testate, abbia preferito indirizzare le assunzioni verso ex compagni di scuola o persone over 60. Che comunque avrebbe ragione di esistere , come ben diceva più su l'amico Ross., in caso di licenziamenti forzati su finire di una carriera lavorativa.
Buon pomeriggio e splendida serata. Ciao

Per non trovare giovani interessati, bisogna vedere che prospettive, anche economiche, che offre il tizio che si èfatto adeguata pubblicità. Perché costui mi pare in linea con i piagnistei che hanno accompagnato ed affondato il reddito di cittadinanza: i giovani che preferiscono il divano ed altre amenità del genere, ad esempio... E poi? Penso sempre che si sia finiti in un buco nero, amica mia. Quando ho cominciato a lavorare mi pagavano 200 lire l'ora. Però c'erano delle prospettive, delle speranze di poter comunque, un domani approfittare di un ascensore sociale. E così è stato fino ad un certo punto. Poi quest'ascensore si è bloccato: adesso, se accetti di lavorare per 1 euro l'ora, sei matematicamente sicuro che, non solo non avrai pensione, ma che fino a 80 anni, starai lì a guadagnare 1 euro all' ora. Sentivo proprio 'stasera in radio di una ricerca che rivelava quanto in Italia sia diffuso il lavoro dequalificato e sottopagato. È questo che tacciono quelli che accusano i giovani d'essere divanisti. È questo che omettevano ristoratori ed altre categorie di bottegai quest'estate, quando piangevano che non trovavano dipendenti stagionali...ciao...

Il caso di questa Azienda non fa testo ma apre a molte considerazioni. Dunque, sono completamene d'accordo con te...W... E lo sono perché vedo amici di mie figlie accettare lavori per 3 euro all'ora. Non preferiscono il divano ma si buttano in un mondo del lavoro che è quantomeno imbarazzante e irrispettoso. Guarda, non sono solita parlare di fatti miei, ma quando a una delle mie figlie, fresca di laurea, fu proposto un contratto tirocinio di 8 ore al giorno per 600 euro al mese , con le unghie e con i denti ho battagliato perché non lo accettasse. Per la sua dignità. E le settimane successive mi hanno dato ragione: di lì a breve è stata contattata da un'azienda che non ha redatto un contratto capestro ma in linea con le sue competenze.
Basta con i lavori demotivanti e dequalificanti. Basta con il guardare al passato che non macina più! Basta con i soliti datori di lavoro che speculano fra piagnistei e luoghi comuni.
Un sorriso e buon pomeriggio

Credo non ci sia tanto da dire sul discorso,questo è un caso più unico che raro,certo con l età pensionabile che vogliono allungare se non ce l' hai già un lavoro trovarlo è praticamente impossibile dal momento che già i giovani non riescono a trovarne uno,direi di smetterla di giocare con l età pensionabile e fare veramente opportunità ai giovani,se non lavoreranno mai quando se la faranno questa esperienza ?? Buon pomeriggio cara Elena,un abbraccio... Lucia

^___* Inizieranno quando tutti i sessantenni saranno andati in pensione. Ovviamente, Lucia, scherzo: sono d'accordissimo che è ora di basta di intasare il mercato di lavoro a scapito dei giovani; è ora di basta di pensare ai giovani come fancazzisti; è ora di basta di luoghi comuni.
È ora di dare ai giovani l'opportunità che si meritano.
Buon pomeriggio a te, Lucia. Un sorriso

Avendo sessantaepassa, dichiaro sotto giuramento che sarebbe ora di starcene a riposo. I giovani devono imparare, ci metteranno più tempo, ma per certe cose sono molto più avanti di noi. Se l'azienda cerca personale devoto, si rivolga in chiesa. Se l'azienda cerca personale competente, lo formi. Se l'azienda cerca personale a costo basso (come senz'altro i sessantenni starebbero a lavorare), non si lamenti poi dello scarso interesse: pure io per un nulla, m'impegnerei niente! ciao, cara. p.s.: ma che c'entrano i casi personali..

:) Sorrido, Margherita, anzi rido. Sei prorompente! Sono molto d'accordo con te: non perché un sessantenne sia da buttare, anzi è un'età in cui una persona, volendo, può godersi la vita. Ma soprattutto perché penso che un giovane abbia il diritto di essere formato lavorativamente parlando e, per avvalorare quanto invece ci sia la tendenza da parte di alcune aziende, sono finita sui casi personali.

Sono entrata per leggere una eventuale risposta ad un mio commento, ma non l'ho trovato. Forse non è partito, chissà? Si vede che non era importante :-)