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C'est la Vie

Il bello, il brutto ... e il così così

 

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Noi - loro - io - voi -: tra i banchi di scuola

Post n°628 pubblicato il 22 Marzo 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

 

Noi che la nostra maestra non era laureata ma sapeva il congiuntivo e le tabelline.
Noi che un brutto voto equivaleva a una ramanzina, a volte un castigo,  di mamma e papà.
Noi che non ci sfiorava l’idea di picchiare un insegnante e rompergli qualche osso.
Noi che i nostri genitori non prendevano a pugni l’insegnante che ci rimproverava.
Noi che i voti erano sul registro di carta.






















Noi che, nonostante tutto, la scuola era buona...

… anche se scioperavamo contestando lo  sterile nozionismo, anche se eravamo politicizzati, anche se  avremmo bruciato la Divina Commedia, le ossido-riduzioni e i principi tutti della dinamica.

Loro che all’asilo la maestra li picchia e li umilia e che se hanno la febbre se ne frega.
Loro che un brutto voto equivale all’incapacità di spiegare dell’insegnante.
Loro che un professore va picchiato e se gli rompono qualche osso se ne infischiano.
Loro che i loro genitori schiaffeggiano la maestra perché giammai sia che il pargolo sia rimproverato.


Loro che
non scioperano, non sanno di politica ma hanno la buona scuola
E sanno alzare le mani.


Io che avevo 8 anni.
Io che  la mia maestra mi bacchettò il dorso delle mani e chiusi gli occhi per non piangere.
Io che alla lavagna ero colpevole di avevo fatto cadere dalla mensolina il cancellino.
Io che la bidella mi medicò e accarezzandomi mi diede una caramella Rossana.
Io che mostrai i lividi a mamma e papà.
Io che la mia mamma non dichiarò la notizia al giornale ma parlò con il Direttore.
Io che da quel giorno non presi più bacchettate perché il Direttore sostituì la maestra.


Io che , mamma oggi, osservo con piacere mie figlie scambiarsi aggiornamenti e comunicazioni con gli insegnanti via WhatsApp.

Voi che,  come me non comprendete né giustificate gli sporadici ma frequenti episodi di brutta cronaca e di pessima società,  ricordate qualche episodio bello o brutto legato al tempo della scuola e/o ai vostri insegnanti?

 

 

 
Rispondi al commento:
nina.monamour
nina.monamour il 23/03/18 alle 11:45 via WEB
Buongiorno Elena, i miei ricordi scolastici sono tutti, o quasi tutti belli. Nelle elementari ho avuto la fortuna di avere una maestra/mamma di cui oggi conservo ancora il suo sorriso, la sua bontà, la bravura nell'insegnare! Quando è morta, (andavo già al Liceo) sono andata al suo funerale dove ho incontrato tantissimi miei compagni e lì tutti a piangere per averla persa. "Alla lavagna!", diceva l'insegnante a chi veniva interrogato. Con le spalle ai compagni, si restava soli davanti a questo grande spazio nero, da riempire con lettere o numeri. E si tornava a posto con le mani sporche di gesso, che bei ricordi. Un problemino l'ho avuto in terza Liceo con una folle Insegnante di Latino che credeva di essere Gesù Cristo, arrogante ed antipatica, tanto che quell'anno mi rimandò a Settembre. Apriti cielo in casa con i miei genitori, mi mandarono a ripetere la materia per tutta l'Estate. Oggi le cose sono cambiate, bisogna porsi ad ascoltare i nostri ragazzi, guardare la scuola con i loro occhi, renderli protagonisti, lasciarli liberi di scegliere le modalità con cui apprendere, con cui studiare, in una nuova interazione con il docente. E se la scuola del passato è stata fondata sull'ascolto, sarebbe a dire sull'autorità dell'insegnante e del libro, sul silenzio degli scolari, sull'apprendimento mnemonico, quella nuova sull'attività, ovvero sulla collaborazione tra insegnante e scolari e tra scolaro e scolaro, sull'abitudine al confronto, sullo sviluppo del senso critico, l'anima di questa istituzione imprescindibile non potrà fare a meno comunque mai della sua missione, da traguardare tenendo conto del cambiamento dei tempi, la trasmissione di regole e diritti, di esperienza e cultura, di cognizione del passato e addestramento al futuro. C’è da dire che anche gli studenti sono cambiati, prima eravamo molto più disciplinati, avevamo il senso del rispetto per gli altri e soprattutto per le persone più grandi. Adesso invece, forse per colpa delle famiglie che non danno una educazione valida e solida ai figli forse perché i figli sono diventati strafottenti e menefreghisti il senso del rispetto si e attenuato molto.
 
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