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« Bolzaneto25 Aprile »

pulviscolo

Post n°2037 pubblicato il 21 Aprile 2015 da ossimora
 



Mi alzo al mattino, presto ; apro le finestre , prima appena un po’ , tanto quanto basta per sentire gli uccelli che risiedono nei pini del giardino dietro casa che fanno conversazione ,  riprendo il contatto con la luce , apro  di più e lascio che il sole inondi ogni spazio possibile.

 Dalla finestra entra il pulviscolo atmosferico che mi piace tanto; i suoi giochi con il sole , il roteare , penetrando , sfilare e modificarsi continuamente ; la memoria di me bambina che volevo acchiapparlo , possederlo , l’impossibilità di farlo e la frustrazione, le risate di mia madre .

Stamattina c’è un azzurro deciso che mi riconcilia , in parte , con l’amarezza suscitata dai fatti che accadono alle nostre sanguinolente frontiere ( il tremendo  è che non si può più nemmeno esprimere la propria indignazione , il dolore, perché c’è sempre qualcuno che sminuisce la tua empatia rubricandola al capitolo “buonismo naifs “ ).

 Stanotte mi sono svegliata di soprassalto , ripensavo e ancora e ancora e ancora da due giorni , a quei corpi accalcati in una stiva puzzolente , le urla , l’odore forte di paura e angoscia, le mani  inaridite che si aggrappano ai cadaveri ; galleggiare ,  l’acqua che invade tutto , i polmoni collassati , il sale, le urla strozzate,le lacrime e  il silenzio dell’acqua gorgogliante  e cattiva che ingoia possibilità di riscatto . La claustrofobia si fa cosmica ; quelle madri  hanno visto partire figli amati , consegnati alla speranza  ,  non  li rivedranno più ,  non sapranno nemmeno immaginare dove sono , buio , il  loro dolore pervade tutto , intossica , delimita confini di intollerabilità .

Tragedie di proporzioni immani alle quali io non riesco e non voglio abituarmi :  non lo faccio , non posso ; sono compressa e attonita,  tanto più queste orribilia si ripetono ,  tanto più mi sembra idiota tutta una serie di chiacchiere odiose del  vecchio mondo putrefatto , ipersiliconato , efficentista  che pensa soltanto alla forma fisica ed all’apparenza . 

Urlavamo “sono cittadino del mondo “, adesso lo siamo ancora e di più  anche se non lo grida più nessuno , lo siamo perché tutto ciò che consumiamo/ divoriamo  diligentemente viene dai confini del mondo  , anche le vite umane.

 
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