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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Appunti di letture 2019
Post n°2133 pubblicato il 25 Novembre 2019 da ossimora
Tahar Ben Jelloun Insonnia la nave di Teseo Difficile tentare di catalogare questo romanzo di Ben Jelloun ( che ho tanto amato in Creatura di sabbia) . Non è un giallo, nè un noir ma prima di tutto una vicenda estremamente surreale. Uno sceneggiatore nè è il protagonista ma sopratutto lo è la sua INSONNIA . E' con lei che è condannato a convivere pur cercando in ogni modo di sfuggirle . Ambientato a Tangeri ...l'insonne prova di tutto per sfuggire all'insonnia che lo attanaglia senza alcun risultato tangibile . Riesce però a dormire bene dopo aver ucciso (facilitato il decesso ) la madre anche se l'effetto dura pochi mesi. Da allora la ricerca è verso nuove vittime per poter guadagnare quelli che definisce "punti sonno"( più la persona è ricca ed ha prestigio sociale è più aumentano i punti sonno) . Non è un assassino o perlomeno non si considera tale , dato che si limita ad accorciare di poco la vita a malati terminali magari premendo su un torace ormai allo stremo . Il fascino del romanzo sta nella "normalita"con la quale vengono trattati gli eventi ; nelle quotidianità di un paese come il Marocco . Una lettura strana e particolare . Non manca di ironia Ben Jelloun, proprio come il registro del suo ultimo romanzo, non a caso definito un thriller psico-comico. «L’idea è nata molto tempo fa, quando mi sono occupato per tre anni di mia madre, che era gravemente malata. La sera in cui morì ho pensato che da quel momento in poi non avrei più potuto riposare mentre, del tutto inaspettatamente, dormii benissimo per tutta la notte. Ho capito poi che questo distacco era stato una liberazione per lei e per me. Soffrivo con lei, aveva una malattia ingiusta, per questo uso la parola “liberazione, amavo tantissimo mia madre, è grazie a lei che sono diventato scrittore».
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