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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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Appunti di lettura 2021

Post n°2203 pubblicato il 16 Marzo 2021 da ossimora


Il consiglio d'Egitto - Leonardo Sciascia - copertina

N. 11 
Leonardo Sciascia 
Il consiglio d'Egitto
Adelphi

Lessi un bel pò di tempo fa altro di Sciascia ; mi ricordo poco . 
Debbo rileggerlo .
Questo è un piccolo romanzo apologo . 
La ricca , abbagliante e tenebrosa atmosfera storica della Sicilia di fine 700, nella quale il profumo dei codici ed il vento della libertà , la ribellione ai baroni , i rigori della fiscalità regia , l'orrore della tortura e della decapitazione , l'inventiva della falsificazione diventano una sola metafora del destino di un popolo sospeso ,sembra eternamente fra autonomia ed autorità , cattolicesimo bigotto e coraggiosa laicità. 
In Francia l'Illuminismo sta preparando il terreno per la rivoluzione ...in Sicilia è tutto fermo , nessuno ha intenzione di perdere i privilegi atavici.
Eppure un abate ( Vella) , sostenuto da nobili libertari , decide di tradurre un documento arabo , falsificandolo spudoratamente in modo da colpire l'aristocrazia locale nei possedimenti e nei privilegi acquisiti.
Nell'apologo , gli avvenimenti secondari diventano essenziali e raccontano una Sicilia  continuamente  in bilico fra fra obbedienza e ribellione . 
Sciascia , tagliente , diretto , sottile, malizioso , divertente anche se un pò mi sono persa fra tanti principi , re e vicerè.

...nella casa che monsignor Airoldi gli aveva fatto avere , spaziosa, piena di luce , da un lato affacciata alla campagna e con un piccolo orto recintato in cui scendeva  a sgranchirsi e a far la siesta , una camera era diventata come un antro di alchimia .Vella vi teneva i diversi inchiostri , le colle ordinate per colore , intensità e tenacia ; i sottilissimi , trasparenti lievemente verdicanti fogli d'oro , le intatte risme di vecchia pesante carta ; i calchi , le matrici , i crogioli, i metalli , tutte le materie e gli strumenti dell'impostura.

"non nego che un tal fatto si possa verificare ; la nostra plebe  abituata a leccare la mano che la bastona e a mordere quella che tenta di beneficiarla !"

Pensò : Francois Boucher : boucher , boucherie , vucciria , Vucciria.

"E allora don Giuseppe pienamente gli spiegava che il lavoro dello storico è tutto un imbroglio , un'impostura e che c'era più merito ad inventarla la storia , che  a trascriverla da vecchie carte , da antiche lapidi, da antichi sepolcri , ed in ogni caso ci voleva più lavoro ad inventarla e dunque onestamente la loro fatica meritava di più che quella di uno storico vero e proprio che godeva di qualifica , stipendio . prebende. "Tutta impostura " "La storia non esiste" .

Due giorni dopo l'abate uscì di casa .In carrozza si fece portare in giro per la città .Era una di quelle mattinate cangianti di profondo azzurro e rossastre nuvole .Si sentiva rivivere come se davvero fosse lì a godere del sole , dell'aria , della calda pietra normanna , delle rosse cupoe arabe , dell'odore d'alga e di limone del mercato , dopo una strenua lotta con la morte ; i sensi più sottili , più acuti , più liberi e il mondo più fragile , più pura la materia. 

"Eh no  questo non è un volgarissimo crimine .Questo è uno di quei fatti che servono a definire una società , un momento storico .In realtà se nei siculi la cultura non fosse più o meno impostura , se non fosse strumento in mano del potere baronale e quindi finzione continua falsificazione della realtà , della storia :ebbene io vi dico che l'avventura dell'abate Vella , sarebbe stata impossibile .Dico di più , l'abate Vella non ha commesso un crimine , ha soltanto messo su la parodia di un crimine , rovesciandone i termini ...Di un crimine che in Sicilia si consuma da secoli.

 
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