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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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Avant garde italienne

Post n°628 pubblicato il 26 Agosto 2006 da rana_nelluniverso

Non è una notizia d'attualità, ma per me sì, che l'ho saputo oggi leggendo il numero di settembre di LinuxPRO. Il "fatto" è del 19 luglio ed ora, girando in digiland, l'ho trovato in questo post di rigitans.


Un estratto dell'articolo: L'Umbria è la prima regione italiana ad adottare una legge che ha come finalità quella di garantire al cittadino il pluralismo informatico, costringendo la pubblica amministrazione ad adottare l'Open Source e gli standard aperti. Questa legge mira anche alla sostenibilità economica: l'uso del Software Libero al posto di quello proprietario porterà notevoli vantaggi dal punto di vista economico. Pochi giorni fa, il consigliere regionale dei Verdi Oliviero Dottorini (già portabandiera dell'iniziativa di cui sopra) e l'assessore regionale all'istruzione Maria Prodi, si sono incontrati per discutere l'eventuale adozione di Software Libero anche nelle scuole. Insieme ai due attori appena citati, all'incontro era presente anche il Lug di Perugia che ha provveduto a spiegare come i programmi liberi siano didatticamente validi e chiaramente più sicuri, economici ed affidabili di quelli proprietari. [...]

Certo liberare il software non è il primo problema del mondo. Ma nemmeno è poco importante. Quasi tutto, oggi, si muove per interposizione di software.

Ed il discorso si allarga... Leggevo, non molto tempo fa, che iniziative analoghe vengono tentate anche nell'ambito dell'agricoltura. Lo scopo è di creare dei prodotti per l'agricoltura, non escluse le elaborazioni genetiche, ma senza lo scopo di brevettarli. Le formule vengono condivise con chiunque voglia partecipare al loro sviluppo o anche semplicemente al loro utilizzo. Che è il contrario dell'atteggiamento delle cosiddette multinazionali. Se sono un top manager di qualcosa di grosso, pongo come primo obbiettivo il guadagno, possibilmente un elevatissimo guadagno. Che sia da stimolo alla sopravalutazione dei titoli azionari della mia azienda (che non è mia, cosa che tra l'altro mi deresponsabilizza), o che li aiuti a mantenersi su quotazioni elevate. Pongo in secondo piano tutto il resto, compresi i danni che provocheranno i miei prodotti. Poi, se ne avrò il modo, vi farò introdurre degli elementi che ne rendano irrinunciabile l'utilizzo, senza alcun vantaggio riscontrabile nel prodotto finale. Forse con solo danni collaterali.

r n u

 
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