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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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« Beige Perchè no? »

Mura

Post n°1048 pubblicato il 24 Novembre 2007 da ossimora
 

Mi tolsero dal torpore

del sonno bambino,

un vetro scuro

(opacità di candela)

sottraeva

agli occhi

il chiarore del sole

che vi si sovrapponeva

per farmene scorgere

i contorni:

nitidissimi e anomali.

In un orto muschioso

dalle mura antiche.

A.

E dopo esserti estenuata in conflitti insipienti e non voluti ;(noia mortale ineludibile, senti l’energia,quella buona defluire e lasciarti lì ,priva di forze ;il sonno che ti acchiappa a tratti ,poi ti molla, in un crescendo di risvegli tesi riemergendo  da sonnellini infinitesimali  che amplificano le insensatezze di obiettivi vanificati in un soffio )allora, per fortuna,a volte , riesci a  muoverti.

Esci.

In libreria ho sfogliato un bel libro storico / fotografico,appena edito, sui giardini sospesi della mia città.

Quelli che capolineggiano dai vicoli angusti o dalle mura perimetrali .

Sono perlopiù giardini aviti ,segreti.

 In primavera lo sguardo è captato da un maggio ciondolo o da un albero di Giuda magenta; ed è solo allora  che  ti accorgi della loro esistenza.

Sono nata infondo al “corso”principale ,una vecchia casa fra le mura ,vicino alla porta sud .

Ero piccola quando i miei  si sono spostati in uno dei nuovi quartieri più impersonali e comodi.

Il ricordo di quella casa della primissima infanzia è tutto in quel giardino fra le mura ,sarà per qualche piccola foto di fascino,per il grande (forse) albero di kaki giù infondo,per la palombina che ho soffocato in un impeto di gioia o per quel vetro oscurato da mia madre per le eclissi.

Oggi l’ho rivisto quel giardino ,come è adesso ,modificato e restaurato ,mi ha fatto parecchio piacere,ha persino rischiarato una giornata storta  ma non mi ha tolto la voglia di poterci tornare.

 
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