Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

vignetta del giorno

 

Area personale

 

 

 Un asterisco: tempo perso

  

**  2 asterischi  : Ok Chewing gum

*** asterischi : si comincia a ragionare 

****  4 astrischi : Da non perdere 

*****  5 asterischi : SUPER!!!

 

blog in inglese

immagine

IL MIO BLOG

IN INGLESE

(più o meno...)

 

Tag

 

Ultime visite al Blog

exiettocassetta2ossimoraalf.cosmosbubriskajigendaisukemerizeta21atapoormaliberafedechiaraje_est_un_autremonellaccio19maresogno67nicarchi
 

Ultimi commenti

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 319
 

 

 
 
     Blog counter

    Registra il tuo sito nei motori di ricerca

     Blog Directory

Migliori Siti

 

 

 

     Libertarian Political Blogs Blogs - BlogCatalog Blog Directory

 

 

 
« Censura preventivaAffabulazioni »

Domenica

Post n°1465 pubblicato il 24 Maggio 2009 da ossimora
 

Nessuno è responsabile della propria inadeguatezza. è Oblomov immobilizzato nel suo divano, prigioniero di immagini del passato: da quel divano, che è un osservatorio sulla vita degli altri e sul sogno, egli scruta il mondo a cui non può appartenere poiché nulla, di quel mondo, è incantevole quanto il ricordo dell'infanzia perduta. Solamente l'amore, incarnando un altro sogno, avrebbe potuto distoglierlo da quell'incanto.

Ma se l'infanzia è la stagione della felicità innocente quella dell'amore non lo è: ogni forma di consapevolezza e di felicità adulta, infatti, ha in sé la coscienza della morte.

Oblomov risponde a questo richiamo con l'inanità e la contemplazione. Anche per gli esseri umani, come per molti animali in pericolo, l'immobilità è una forma mimetica di difesa. 

********************************************

Si è perduta?

 Sì. Poiché non sappiamo quando moriremo si è portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile.

Però tutto accade solo    un certo numero di volte, un numero minimo di volte.

Quante volte vi ricorderete di un certo pomeriggio della vostra infanzia, un pomeriggio che è così  profondamente parte di voi che senza neanche riuscireste a concepire la vostra vita. Forse altre quattro o cinque volte, forse nemmeno.

Quante altre volte guarderete levarsi la luna. Forse venti… eppure tutto sembra senza limite. Paul Bowles · Il   nel deserto
 


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963