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herta muller

Post n°1634 pubblicato il 08 Gennaio 2010 da ossimora
 

Il primo libro dell’anno,letto in un soffio, è un sottile Sellerio Blu , della collana “La memoria “,si intitola

“Lo sguardo estraneo ”ed è del premio Nobel 2009 Herta Muller .

Poche pagine intense precedute da una tensiva , empatica prefazione di Adriano Sofri.

Lo “sguardo estraneo”,condizione di chi ha vissuto ed abitato ,di chi abita forse  per sempre,  storie di persecuzione ,di separatezza .La separazione ,lo sguardo estraneo è la presa di coscienza di una condizione ed il tentativo di definirla /raccontarla non una condizione letteraria ma una lacerazione dello spirito.

 

  • Perché non era possibile smettere di osservarsi mentre stava succedendo qualcosa .Ogni essere umano smette volentieri di osservarsi.
  • Per me estraneo non è il contrario di noto ,è il contrario di familiare .Ciò che è ignoto non deve essere necessariamente estraneo ma può diventarlo ciò che è noto.
  • Considerare lo sguardo estraneo le conseguenza di un ambiente estraneo  è tanto più assurdo in quanto è vero il contrario ,esso deriva dalle cose familiari  dalle quali ci viene solo l’ovvietà. Sentirsi in accordo con le cose è prezioso perché ci lascia vivere .La si chiama ovvietà .Essa esiste soltanto finchè non la si percepisce .Credo che l’ovvietà è quanto di più rilassante ;ci mantiene a distanza da noi stessi.
  • La continua percezione di sé ha qualcosa di incestuoso con la realtà circostante e di adultero con la propria persona .
  • I nervi sovraeccitati ce li si sente in corpo ,alla lettera ,come dei filamenti e non li i può strappare via .Ci si stanca di sé stessi e bisogna amarsi

 
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