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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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« nube e nubiconflittoni d'interessi »

sogno albale

Post n°1717 pubblicato il 21 Aprile 2010 da ossimora
 

 

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Percorrerevamo la solita strada di ogni giorno ;il tragitto casa ,lavoro ormai così omogeneo alla nostra  sensorialità da risultare completamente privo di barlumi.

 E’ l’auto , prima ancora del consueto dell’abitudine  a rendere semplici sfondi sfrangiati , gli orizzonti ed i set ,  privi di sfumature generanti  sussulti .(basterebbe scendere ,muoversi a a piedi per scorgere cambiamenti di prospettive, angolini  reconditi, attenzioni umane impreviste).

La mattinata cambiò colore virando decisamente verso un’oscurità rinfrescante ; attorno improvviso il verde profondo delle querce , nessuna traccia della grande strada tanto percorsa , eravamo in un sentiero sterrato che rimpiccioliva progressivamente fino a costringerci a scendere , abbandonare la macchina ed incamminarci attenti a non precipitare nello strapiombo a destra.(il gelo della claustrofobia e dell’instabilità nella mente raggelava le mie mani)

Si sentiva una musica arrivare dal cuore dei boschi ,la seguivamo , senza parlare ,in una sorta di sincronico  abbacinamento illogico. La radura si aprì offrendoci uno scenario di vividi colori e di cespugli abbarbaglianti ; c’era  molta gente sconosciuta , chi parlava facendo capannelli ; qualcuno ballava ,altri erano appartati  e sorseggiavano bevande colorate .

Anche noi non indossavamo  più i nostri  soliti vestiti ,il mio collega aveva degli strani pantaloni di pelle simil tirolese ed io dei veli panneggiati che mi preoccupavano per la loro trasparenza , acuendo il progressivo spaesamento.

Sul fondo della radura c’era una minuscola  casa in pietra a porte spalancate ;vi entrammo .Incredibile. All’interno inopinatamente le stanze erano moltissime ,enormi alcune , vuote o semivuote , altre piene di gente. Mi aggiravo con curiosa circospezione  era un palazzo enorme , labirintico ; suoni di diverso genere si facevano compulsivi , si inseguivano e mi inseguivano.

Cominciai a correre  veloce , presa dall’ansia di uscire , di ritrovare il mio collega ,di ritrovarmi, non c'era più calma e pace .

Mi affacciai ad una finestra ,guardando  fuori , vidi che ero sospesa sopra un  lago enorme;tutto era circondato dall’acqua…

 

 
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