M5S, LE GAFFE FAVORISCONO IL SISTEMA

di battista di maio

Le ambizioni di governo del M5S vengono puntualmente sminuite dai suoi stessi leader e rappresentanti che, nella foga di condannare i vecchi partiti – rei ai loro cocchi, e non solo ai loro, di avere l’assurda pretesa di proporsi come unici possessori delle ricette per salvarlo, dopo averlo portato allo sfascio – si perdono in misere gaffe che, se da un un lato ne evidenziano la genuina innocenza, dall’altro ne testimoniano la prematura aspirazione governativa.

Note sono le gaffe di Di Maio, candidato in pectore alla Presidenza del Consiglio del M5S – ammise di non aver capito la email invitagli dall’allora Assessore all’ambiente di Roma Paola Muraro in cui la stessa gli comunicava di aver ricevuto un avviso di garanzia; localizzò in Venezuela anziché in Cile la dittatura di Pinochet; si attribuì il merito di aver sollecitato la Francia, attraverso l’ambasciata, l’invio di canadair per spegnere gli incendi sul Vesuvio durante l’emergenza piromani di questi giorni, smentito clamorosamente dalla stessa ambasciata.

Per quanto concerne la email della Muraro, come era plausibile, non appena si diffuse la notizia che Di Maio non aveva capito il messaggio, su di lui e sul movimento si abbattè una ridda di critiche ironiche e non.

Addirittura vi fu chi, giustamente e si chiese come poteva essere candidato a Premier Di Maio s enon era in grado di interpretare una email?

Evidentemente chi si pose questa domanda dimenticò che in passato abbiamo avuto come Premier chi, Berlusconi, era certo che una sbandata minorenne marocchina di nome Ruby, frequentatrice delle sua cene eleganti, era la nipote di Mubarak. E ospitava nelle proprie residenze private, assurte a luoghi istituzionali, escort e “olgettine” con cui spassarsela!

Alle gaffe di Di Maio ieri s’è aggiunta quella non meno eclatante di Di Battista che, paragonando Macron a Napoleone, ha confuso Austerlitz, dove l’imperatore francese fu clamorosamente sconfitto, con Auschwitz tristemente nota per i campi di concentramento nazisti.

Per carità, i vecchi partiti non sono certamente scevri da gaffeur. A cominciare da Forza Italia con il suo leader Berlusconi che, durante i suoi premierati e non, ne ha collezionate alcune davvero eccezionali: indimenticabile il rimbrotto della regina Elisabetta all’ex cavaliere il quale, durante il G20 a Londra del 2009, dopo la foto di rito con tutti i leader presenti, scendendo dalla pedana urlò “mister Obama” per attirare su di sé l’attenzione del Presidente americano, suscitando il fastidio della sovrana che lo rimproverò chiedendogli perché urlasse così!?

Sempre Berlusconi, commentando l’elezione di Obama, lo definì, giovane, bello e abbronzato. Se poi vogliamo entrare in meriti “culturali”, ancora l’ex cavaliere da Bruno Vespa, parlando dei fratelli Cervi fucilati dai fascisti, disse che avrebbe voluto conoscere il padre. Purtroppo per lui defunto!

A gaffe non sta certo messo meglio Renzi. Ultima in ordine di tempo quella la scorsa settimana a Bersaglio Mobile da Mentana: volendosi dare un tono classico, lo statista di Rignano sull’Arno se ne uscì con la citazione latina “Amore omnia vincit”. Mentana lo corresse con “amor omnia vincit”. Entrambi sbagliarono in quanto la frase, tratta dalle Bucoliche di Virgilio, è omnia amor vincit!

E che dire dell’Italicum , la legge elettorale varata dal suo governo e bocciata dalla Consulta per incostituzionalità che, stando a Renzi, ce l’avrebbe copiato mezza Europa?…

Di gaffe dell’ex premier, alias ex rottamatore, ce ne sono tante, alcune riferite da Il Fatto Quotidiano in quest’articolo.

Dunque, come si evince dai fatti incontestabili, Di Maio e Di Battista non sono gli unici politici nostrani a commettere gaffe, alcune clamorose perché vere e proprie millanterie. Eppure solo le loro fanno rumore mentre quelle degli altri sembrano avere la sordina o al massimo suscitano l’ilarità come se fossero una barzzelletta.

Il punto è che da un partito, o movimento, che dichiara d’essere diverso da tutti gli altri partiti sia per atteggiamento etico sia per coerenza tra il dire e il fare, uno si aspetterebbe che i propri rappresentanti siano diversi in meglio, anche in termini di conoscenze culturali, rispetto a quelli di vecchio stampo.

Se Renzi dice una boutade o fa una gaffe, in tanti si fanno una risata, sorvolando, perché si tratta del leader del Pd, uno dei tanti vecchi partiti che nel corso degli anni si sono rifatti il maquillage per sembrare diversi da quello che sono ma, gattopardescamente, alla fine hanno cambiato tutto per non cambiare nulla.

A un leader del M5S tutto ciò non è concesso, trattandosi dell’unico partito in evidente conflitto con il vecchio sistema partitico italiano. Quel sistema che negli ultimi 25 anni ha portato allo sfascio il paese e non vuole saperne di mollare la presa!

Se davvero il M5S ambisce a governare, sarebbe il caso che i suoi leader la smettessero di fare gaffe, seppure in buona fede, e iniziassero a illustrare pubblicamente una sorta di programma di governo affinché la gente inizia a farsi un’idea su come sarebbe l’Italia se fosse governata dal M5S.

Offrirsi alla pubblica gogna con le proprie mani coma hanno fatto Di Maio e Di Battista vuol dire fare il gioco di chi non vede l’ora di screditare il M5S e i suoi rappresentanti con l’ausilio dei media filorenziani e filogovernativi.

Chi auspica il potere deve mostrarsi prima di tutto scaltro!

M5S, LE GAFFE FAVORISCONO IL SISTEMAultima modifica: 2017-07-21T12:22:06+02:00da kayfakayfa