UN PESCE DI NOME MATTEO

un pesce di nome matteo renzi

I politici italiani non finiscono mai di stupire. Quando uno pensa di averle viste tutte o quasi, ecco che ti si presenta una situazione in cui il loro comportamento appare pressoché paradossale, se non addirittura surreale.

Mi riferisco al modo in cui Renzi e i rappresentanti del Pd stanno reagendo alla scoppola siciliana dell’altro ieri. Anziché soffermarsi ad analizzare la bruciante, ma prevista, sconfitta alle regionali di Sicilia, dove il candidato del Pd Micari ha preso poco meno del 19% (18,70%) – più che doppiato dal vincitore del centrodestra Musumeci, con quasi il 40% di preferenze (39,80) e poco meno che doppiato dal candidato del M5S Cancelleri con poco meno del 35% di preferenze (34,70%) – Renzi e i suoi pare si preoccupino di più dell’annullamento da parte di Di Maio del faccia a faccia televisivo previsto per questa sera su La Sette a Di Martedi da Floris che non dell’esito elettorale.

Secondo Renzi Di Maio ha paura. Dal canto suo il leader del M5S si giustifica affermando che, dopo l’ennesima batosta elettorale suo Pd, è evidente che la leadership di Renzi è in forte discussione.

Pur stigmatizzando come poco elegante la decisione di Di Maio, molti esperti di comunicazione e commentatori politici l’hanno approvata – Carlo Freccero l’ha definita addirittura “geniale” – convenendo che il confronto fa comodo sempre a chi è in svantaggio, mai a chi è in vantaggio.

In questo campo fa scuola il Berlusconi dei “vecchi” tempi il quale in campagna elettorale si rifiutava sempre di confrontarsi con l’avversario politico quando sapeva d’essere favorito nei sondaggi. Viceversa non si faceva scrupoli di sfidarlo pubblicamente quando le proiezioni lo davano indietro.

Essendo Renzi da sempre considerato dagli esperti di comunicazione allo stesso livello di Berlusconi per quanto concerne la propria capacità comunicativa – alcuni lo considerano perfino superiore all’ex cavaliere – stupisce che il segretario del Pd, possa aver abboccato come un pesce all’esca tesagli da Di Maio.

In tanti, commentando il dietro front di Di Maio e le relative motivazioni, si sono chiesti perché il leader del M5S avesse proposto il faccia a faccia per poi disdirlo visto che da settimane tutti i sondaggi davano come probabile risultato quello che poi s’è delineato all’atto degli scrutini?!

Sapendo che il Pd avrebbe preso una sonora scoppola, tanto da mettere in discussione la leadership di Renzi, non si comprende il cambio di rotta di Di Maio se non leggendolo come una trappola tesa al segretario del Pd, confidando che l’egocentrismo di cui è preda il segretario Pd non avrebbe saputo resistere alla possibilità di surclassare pubblicamente l’avversario. Magari deridendone l’incapacità interpretativa delle email , le lacune storiche e geografiche, l’erroneo utilizzo del congiuntivo e il fatto di essere stato eletto candidato premier da poche migliaia di click. Mentre lui, Renzi, alle primarie, era stato rieletto segretario con quasi due milioni di voti, a conferma di quanto antidemocratico sia il M5S rispetto al democratico Pd.

Annullando lo scontro televisivo, Di Maio ha letteralmente ridicolizzato Renzi. Il quale questa sera si recherà comunque da Floris. Presumibilmente per commentare l’ennesima mazzata elettorale del Pd sotto la sua segreteria. Ma c’è da scommettere che il segretario Pd prima di tutto non perderà l’occasione per irridere quel “coniglio” di Di Maio e il M5S. Magari eludendo, per quanto gli sarà possibile, le contestazioni o le domande di chi metterà in discussione il suo modo autarchico di gestione del partito.

Comunque vada, un dato è inconfutabile: annullando l’incontro perché ritiene che non sia più Renzi il vero leader del Pd, Di Maio ha messo uno sgambetto non da poco al già caracollante cammino di Renzi verso le elezioni politiche del 2018.

La vittoria di Musumeci alle elezioni siciliane è un ottimo argomento per la campagna elettorale di Di Maio. Ovunque andrà il candidato Premier del M5S potrà presentarsi come unico vero argine al ritorno del berlusconismo nel paese visto che Renzi, politicamente parlando, si muove sempre più in sintonia con le politiche dell’ex cavaliere. Addirittura alcune scelte del suo governo, jobs act o la riforma costituzionale poi bocciata dagli italiani con il referendum del 4 dicembre, da molti esperti sono considerate di chiara ispirazione berlusconiana.

Se accettando il confronto con Di Maio, Renzi pensava che il leader M5S si offrisse inopinatamente ai suoi “artigli” per lasciarsi scarnificare come un agnellino sacrificale, l’improvviso (?) rifiuto fa passare il segretario del Pd come un pesce che ha abboccato all’amo dell’avversario senza possibilità di liberarsi.

Un “pesce” di nome Matteo Renzi!

UN PESCE DI NOME MATTEOultima modifica: 2017-11-07T12:17:36+01:00da kayfakayfa