QUANDO ITALO CALVINO DERISE QUEL FASCISTA DI EUGENIO SCALFARI

Il giornalista ed editorialista Eugenio Scalfari durante l'incontro in occasione di Biennale Democrazia questa mattina 15 aprile 2011 al Teatro Carignano di Torino. /ANSA/DI MARCO

Dopo aver letto su IL FATTO QUOTIDIANO di ieri un articolo di Fabrizio D’Esposito intitolato

IL FASCISTELLUM SCALFARI che, prendendo a sua volta spunto da un articolo di Dario Borso presente sull’attuale numero di MICROMEGA dal titolo EUGENIO SCALFARI E IL VIVAIO GIOVANILE FASCISTA in cui si raccontano le imberbi simpatie fasciste di Eugenio Scalfari, mente sopraffina dell’intellighenzia di sinistra, fondatore de L’Espresso e di Repubblica, disposto a tutto pur di affermarsi come giornalista; suscitando per questo l’indignazione di Italo Calvino, suo compagno di banco, che in uno scambio epistolare del 21 giugno 1942 giunge a definirlo Pagliaccio –   “Me ne frego che tu ti offenda e mi risponda con lettere aspramente risentite (oltre che scemo sei pure diventato permaloso), quello che ho da dirti (e te lo dico per il tuo bene) si compendia in una sola parola: PAGLIACCIO! […] Chiunque ti legga, vedendo uno che fa sfoggio di erudizione ad ogni sillaba, che fa di tutto perché i suoi concetti appaiano il meno chiari e determinati possibile, non può fare a meno di credere che tu sia un IGNORANTE che ripete pappagallescamente frasi e termini raffazzonati a casaccio.” – mi aspettavo che questa mattina nel suo editoriale su Repubblica il decano dei giornalisti italiani rispondesse, se non a D’Esposito il cui torto potrebbe essere ai suoi occhi  quello di scrivere su un quotidiano di matrice grillino quale secondo lui sarebbe IL FATTO e dunque a lui inviso, almeno a D’Orso e al direttore di MICROMEGA Paolo Floris d’Arcais il quale, nel presentare il pezzo “incriminato”, pur riconoscendosi debitore nei confronti di Scalfari per le tante opportunità lavorative che gli ha concesso in passato, conclude scrivendo, “Quello che mi premerebbe passasse come messaggio, è che tutti sbagliamo, soprattutto in gioventù, ma la maturità dell’adulto, per non dire dell’anziano, sta nell’ammettere i propri errori, e non per se stesso, ma per le generazioni a venire (altrimenti a tramandarsi è la finzione ecc.).

Diversamente da quanto ci si poteva aspettare, nel suo pezzo di questa mattina Scalfari non fa il benché minimo accenno alla vicenda, neppure per vie traverse, (eppure a pubblicare lettere con gli sfottò e gli insulti a lui diretti da Calvino è un periodico dello stesso gruppo editoriale dell’Espresso e Repubblica quindi è improbabile che Scalfari non sia a conoscenza del’articolo…). Dando così l’impressione al lettore di voler esorcizzare, stendendo un velo di pietoso silenzio sul caso, gli scheletri nell’armadio derivanti dal suo lontano passato, condivisi con un altro grande vecchio della sinistra italiana, Giorgio Napolitano,  il quale, come Scalfari, anche lui da giovane faceva parte del GUF.

Poiché ogniqualvolta Scalfari appare in video, l’ultima alcune settimane fa a Di Martedì da Floris, non si lascia sfuggire l’occasione di attaccare il M5S e il suo fondatore, Beppe Grillo, definendoli implicitamente o esplicitamente fascisti .

Ora che MICROMEGA ha reso note alcune lettere di Calvino, anteponendo la collaborazione di Scalfari con giornali fascisti rispetto alla cronologia ufficiale data da egli stesso – quindi dimostrando che solo successivamente il giornalista scrisse per Roma Fascista, mentre precedentemente già collaborava per Gioventù Italica e Conquiste d’Impero – è evidente che un minimo d’imbarazzo debba cogliere l’intero centrosinistra italiano. Non fosse altro perché alcuni giorni fa, durante la trasmissione radiofonica UN GIORNO DA PECORA Piero Fassino ha dichiarato che il direttore de Il Fatto, Marco Travaglio, “viene dal FUAN”, fronte universitario fascista, suscitando l’ironica smentita  di Travaglio in un editoriale dal titolo emblematico ABBIAMO UNA BALLA. In cui tra l’altro ci fa sapere che querelerà Fassino che nel frattempo s’è scusato per la gaffe.

Che Il Fatto, rispetto a tanti altri giornali, dia fastidio ai poteri forti perché, non ricevendo finanziamenti pubblici ma donazioni dagli stessi lettori, pubblica tutte le notizie, anche quelle che possono danneggiare il M5S, è un fatto risaputo. Quello che lascia perplessi è come sia possibile che uno scoop come quello di MICROMEGA finora sia passato praticamente in sordina, se si esclude l’articolo originale e il riassunto che se ne dà su IL FATTO.

La storia recente ci insegna che nessun “monumento” è eterno.

Non è escluso che nei prossimi giorni su Repubblica Scalfari non affronti l’argomento, non sarebbe infatti la prima volta che il giornalista la domenica pubblica un dettagliato editoriale politico e nei giorni successivi un pezzo in cui riprende gli argomenti tralasciati in quello precedente.

Penso che una risposta, o quanto meno un chiarimento Scalfari lo debba.

Lui che avuto il privilegio di intervistare Papa Francesco, in nome della Verità con la vi maiuscola deve una spiegazione. O quanto meno fare pubblica ammenda. Per quanto possa valere la mia opinione, penso che,  malgrado la veneranda età e i tanti indiscutibili meriti professionali, una personalità come la sua non può permettersi che le macchie del passato possano infangarne l’onorabilità, mettendone in discussione la credibilità.

QUANDO ITALO CALVINO DERISE QUEL FASCISTA DI EUGENIO SCALFARIultima modifica: 2017-10-29T09:34:39+01:00da kayfakayfa